DI NVNNO DI GVSMAN ss
per poter dar in essi3 cxT cosi stando viddi duoi squadroni de nimici da i lati della slrada^y ^
cheparea di più gente che quella dello squadrone contrailqualmi drizzai io,dC tutti.a
haueano assai tato il Riueditore ÒC Ognate nel vseir di vrì'boschetto, doue si erano n^lLj
assaltarciallespalle,pensandosiche niundinoi douesse scampardallelor maniJofec1 ' a
intendere che si riuoltassero contra di loro,cV diedi nel mezzo,ma i nimici già si erano ssj p
contra di me con tanto ardire come sefussero ssati Spagnuoli assuefatti tutto il temp°7^j
vita loro alla guerra3 sapendo cosi ben schifare i colpi delle lande cV seostarsi da gli vr£1
cauallijCome soldati accostumati in quello essercitio, cV passando i nostri caualli, subit° P
neanole frezze cY gli archi contra i caualli3o i cauallieri. Duro il combatter due h°tC \\c
sempre andammo mescolati fra loro, iquali haueano buone arme3archi3 frezze, 5C R-0^,
di Tartaruche assai grande,cV lande de mazze,cV anchora che le lor rotelle fusser molt° s
ti,non perciò mancarono quel giorno braccia da passarle con le lande insieme con chi le? Q
tauano : haueuano certe altre rotelle alcuni di essi di vn cuoio che pareua di vacca,penlia ^
che sia di Danta* si fece vna mortalità grande di loro, perche alcuni Indiani che furono ?
gioni riferirono che del squadrone che venne contra di me innanzi ne erano pochi & h,
ti,cV:de gli altri duoi similmente ne rimasero pochi3cV più se ne sarebbono vecifì senon ^
si ripararono in certi boschetti:i più scelti ÒC i più valéti di tutta la prouincia vi morirò110 j,j
sieme con molti loro Signori* Erano benissimo adobbati divestimenti ÒC di penss2 ^ *
molto leggiadri con carcassidi frezze di bel lauoro, anchora che non cisivedesser ' °r0j[g
l'argento che diceano,cVaffermauono che non cièniunquasi di loro che stiasenzaq^
cinte* Essendo cosi à combatter con essi,venne à darci sopra vno squadrone di più di &
Indiani nelle bagaglie che erano già da questa parte del fiume, cY come vseirono quei d» ^
uallo contra di loro, si gittarono nel fiume vendendone alcuni. Et in vero sempre si PeJk
rono,come ho detto,che non ne scampasse vn viuo di noi cosi ben haueano ordinato 1a ^
to* Io iègui poi le reliquie de i nimici posti in rotta vna lega, 8>C tornai à raccogliere 'a ^
g^nte cY gli Indiani amici per dar grafie à Dio della vettoria che ci hauea concena lo Spl 0
banto per esser suo il conquistamento in pagamento del picciolo seruigioche quelg10
glihaueuamo fatto*
Del danno cjual pati Nmno nellagente\<& ne caualli ^combattendo contragli Indiani,come dopf
thauer ringratiato Dio della littoria ,si parte e> peruiene ad \na terra detta Sila,
& dindi al siume della Trinità,&poi alla terra di Omitlan capo della proutncta
diMecuacan,descrittioneìÒ' sertilità di <ptelpaese.Relattone del*
Ila prouincia di ^i-^tatlan, & del Regno delle .Amatone. ( -,
Non fu questa vittoria cosi franca per noi che nonrestassino dal conto nostro feriti &
quanta caualli,de i quali ne son morti sei,penso ben p non esser sofficientemente medi&li
à me ne toccaron duoi,cY faccio sapere à V'M* che vale vn cauallo quattrocento pesi dj ^ ^
ne cY più, cY per questa cagione faedo mentione di essi feriron,!'Alcayldo:nella faccia d* ^
maIcolpodifrezza3il capitan Ognate in vnfianco3che gli entro ilferro assai dentro,**,
Capitan della mia guardia rimase ferito in vna spalla, cY al Capitan dell'artiglieria fu P.
vn braccio,cV à vn seruitore toccò vna frezzata nel viso3et vno Io colse neiringuinag'13 ^ 3
gendo fin alla camisa3ad altri furon passate le mani, cY à vno vna gamba con vna lanci* > ^
gli altri non mancaron frezzate ancora che non riceuessero danno» De gli Indiani ssO^
amici moriron qualche dieci ó dodici, cY alcuni di essi di lanciate vseite di mano
ni per non conoscergli, cY molti altri di loro furon feriti,cY fra gli altri Tapia Indiano ug ss
di Messicho fu ferito nella bocca dello stomacho di una frezza, ma è piacciuto à Dio c
sieno tutti risanati3qUantunche si temesse molto di alcuna herba velenosa3percioche in , s
haueuamo veduta vn'herba che si assimigliaua à vna del nostro paese di Mesfìco velen ^
8>C in vero si de » feriti vna diligente cura prima che si attendesse à far altro. ^0£°2tj2
sendo giunti à vn luogo che è posto vicino al fiume,quiui feci medicargli^ il glorn0 ^'a
te si fece vna processione con vn Te Deum laudamus3rendendo gratie à Dio per la vit
cY la gratia che ci hauea fatta in virtù della 1VL V* che in vero io la tengo per cofì.§ran<L0n
condo il mio poco merito, &C per quel che dtcon tuttoché mai viddero gente Indiana a
tar i nostri caualli senza esser prima essa affrontata, come fecero costoro. Pauata,!a Pa fte
determinai di venir à vn luogo che si chiama Sila due leghe lontano di li doue si d\cv&
per poter dar in essi3 cxT cosi stando viddi duoi squadroni de nimici da i lati della slrada^y ^
cheparea di più gente che quella dello squadrone contrailqualmi drizzai io,dC tutti.a
haueano assai tato il Riueditore ÒC Ognate nel vseir di vrì'boschetto, doue si erano n^lLj
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intendere che si riuoltassero contra di loro,cV diedi nel mezzo,ma i nimici già si erano ssj p
contra di me con tanto ardire come sefussero ssati Spagnuoli assuefatti tutto il temp°7^j
vita loro alla guerra3 sapendo cosi ben schifare i colpi delle lande cV seostarsi da gli vr£1
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neanole frezze cY gli archi contra i caualli3o i cauallieri. Duro il combatter due h°tC \\c
sempre andammo mescolati fra loro, iquali haueano buone arme3archi3 frezze, 5C R-0^,
di Tartaruche assai grande,cV lande de mazze,cV anchora che le lor rotelle fusser molt° s
ti,non perciò mancarono quel giorno braccia da passarle con le lande insieme con chi le? Q
tauano : haueuano certe altre rotelle alcuni di essi di vn cuoio che pareua di vacca,penlia ^
che sia di Danta* si fece vna mortalità grande di loro, perche alcuni Indiani che furono ?
gioni riferirono che del squadrone che venne contra di me innanzi ne erano pochi & h,
ti,cV:de gli altri duoi similmente ne rimasero pochi3cV più se ne sarebbono vecifì senon ^
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molto leggiadri con carcassidi frezze di bel lauoro, anchora che non cisivedesser ' °r0j[g
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uallo contra di loro, si gittarono nel fiume vendendone alcuni. Et in vero sempre si PeJk
rono,come ho detto,che non ne scampasse vn viuo di noi cosi ben haueano ordinato 1a ^
to* Io iègui poi le reliquie de i nimici posti in rotta vna lega, 8>C tornai à raccogliere 'a ^
g^nte cY gli Indiani amici per dar grafie à Dio della vettoria che ci hauea concena lo Spl 0
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glihaueuamo fatto*
Del danno cjual pati Nmno nellagente\<& ne caualli ^combattendo contragli Indiani,come dopf
thauer ringratiato Dio della littoria ,si parte e> peruiene ad \na terra detta Sila,
& dindi al siume della Trinità,&poi alla terra di Omitlan capo della proutncta
diMecuacan,descrittioneìÒ' sertilità di <ptelpaese.Relattone del*
Ila prouincia di ^i-^tatlan, & del Regno delle .Amatone. ( -,
Non fu questa vittoria cosi franca per noi che nonrestassino dal conto nostro feriti &
quanta caualli,de i quali ne son morti sei,penso ben p non esser sofficientemente medi&li
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Capitan della mia guardia rimase ferito in vna spalla, cY al Capitan dell'artiglieria fu P.
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gli altri non mancaron frezzate ancora che non riceuessero danno» De gli Indiani ssO^
amici moriron qualche dieci ó dodici, cY alcuni di essi di lanciate vseite di mano
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sieno tutti risanati3qUantunche si temesse molto di alcuna herba velenosa3percioche in , s
haueuamo veduta vn'herba che si assimigliaua à vna del nostro paese di Mesfìco velen ^
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