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Ramusio, Giovanni Baptista; Colombo, Cristoforo [Hrsg.]
Delle Navigationi Et Viaggi (Band 3): Nel Quale Si Contengono Le Nauigationi al Mondo Nuouo, alli Antichi incognito, fatte da Don Christoforo Colombo Genouese, che su il fu il Primo a scoprirlo a'i Re Catholici, detto hora le Indie occidentali .. — Venedig, 1556

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https://doi.org/10.11588/diglit.9379#0473

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della natvrale, et generale
Hisloria delle Indie Libro decimo octauo, doue si tratta
delle colè dell'ilbla diTamai'ca,che hora di
San Giacomo si chiama*

il prohemio


Velli,che si sono occupati in scriuere(come io h ora faccio)et in dare no ti tia al
mondo di alcune cose naturali, 8C non conoseiute se no col mezzo di coloro,
che le andarono inquisendo &C cercado,si sono sempre à molti pericoli espostt
P potere vederle cV considerarIe:per che chi in simile impresa si pone,bisogna
correre il mare,cY la terra,cV parlare per varie regioni coli differenti, come e la
di ta c°mpofìtione degli eiementi:et incorrere nelli tanti inconuenienti,che nella varietà
che D e terrc, cV di tanti mari si troua forzatamente : come sono i differentiati cibi,&C acque,
^de r tU^to ^ trouano,con la varietà della dispofìtione dell'aere, cV téperamenti de bosehi,
Mi0 f*lani,onde vanno cosloro,non sani, ne al propolito loro, senza che non sono di poco
5ltre e^t0 & pericolo i Tignai leoni,i serpenti,cV altri tanti animali cY occasioni nociue, con
c0siftnnnitedimcultàche non si potrebbono in coli breui versi isprimere. Et anchor che di
de ^att* feicoli foise essente colui,che in tale essercitio si pone, come potrebbe egli la lingua
cjuejj Curatori fugirert quali se ben parlano di quello, che non intendono : ÒC riprendono
ll^di °'C^e non sanno,né fare saprebbono,cV che male gratie rendono à chi ha Ior dato noti-
etTere^V€^°>che non sapeuano,non per quello resi ano mai di mordere chi per ciò merita di
t>re(j rislgratiato,&:che non gli osf ende.Ritrouandomi io adunque in quelli trauagli,&: ri-
§C ^^^'jnon reslerò già per quello di scriuere senza timore alcuno,quello che io ho veduto
J>ur , 0 di quelle marauigliose hillorie cosi nuoue, QC cofì degne di enere vdite. Predino
da i lc genti vane à lor polla gli orecchi à i libri di Amadis,c* di Spladiano,5c" degli altroché
ce,.t r° dependono,che sono vna prosapia tanto moltiplicata di fauoleggiam :nti, che io ho
0 vergogna di vdire,che in i Spagna tante vanita si sermano, che hanno hormai fatte di-
sile t|Care qu,euc de Greci. Mal si ricorda chi simili cose scriue ò legge, delle parole euangeli
*lìer ° in^egnano,chc il demonio cV il padre della bugian'n tato che chi la scriue, viene ad
(anjusu° %Iio.Liberimi idio di cosi gran delirto,cV drizzi di sorte la penna msa3che sempre
^tUK 0r cn^il buon itile mi manchi)habbia da dire;cY da scriuere la verità, cV quello, che sia
c-osj §'° del la verità islesta,che è idio,col cui fauore sono io giunto a quello i S.libro,cY spero
c'he ^Ut>notiare ne gii altri restanti,non fidandomi nella eloquentia ò ornamento di slile (il
liCanrt*lCt0 ms rnanca)ma appoggiandomi al bordone della medefìma verità, 8C non dimen-
. 0rr»i delcollume,che tiene la volpe quando vuol pattare il gielo:perche quando nella
f>er ^he è regione assai fredda, vuol passare i fiumi, ò le lacune gelate, cV vi va solamente
le oroCcessità del cibo, perche è animai di so ttile andito, prima che passi, pone sopra il gielo
sostp Cclìie,cV à questo modo congiettura la grettezza del giaccio,&: parendole sufficienteà
^et-^^3^ cne Pona senza pericolo andarui,vi va. A' questo modo so io, che non si soni-
che hc^annoi miei libri,perche panano per lo ponte della verità, che è cosi forte de potente,
^Ori £ erra,cV farà perpetue lc vigilie mie,poi che sono in gloria del creatore del tutto, à cui
na impossibiIe,cY prima machcranno le lingue, che le sue marauiglie dicano,

*at0ri ?aterie,cV: occasioni di ringratiarlo Jo non scriuo per panare quelli geli delli mormo
^ «,& 2a Pr°posito>ma per andare al pascolo della obedientia,per seruirne à dio,et al m/c
^ c^Crcui ordine in quella materia mi occupo: cV per ciò péso di potere panar sicuro 8C sen
Pr^^niajquanto al frutto dello scriuere cose certe cV vere. Nel resi0 confesTo,che altri sa
'e stup°V° meglio di me farlo,occuppandouisi,et vcggendole,non infin dalla Grecia,ne dal
tlo1i t ° 8?ardini,che aicuni scrittori secondo i tempi hebbero, per scriuere le loro composi-
$Hi |Q IP°satamente,perche in simili luoghi fruiseono i concenti degli iludsj, 8C de gli inge-
neU°* ^a le co^e »cne 1ui u scriuono, si notano con molta sete, &c fame, 8C stanchezza,
lcneccp §Uerra con gli inimici, cY nella pace contendendo con gli elementi, cY con mol-
aico n£SIta & pericoli, dC chi qui le scriue, il fa, ferito senza chirurgico, infermo senza me-
ndicale , morto di fame senza hauere che mangiare, morto di sete senza ritrouarc
Viaggi vol.3°, bb irj acqua
 
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