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Ramusio, Giovanni Baptista; Colombo, Cristoforo [Hrsg.]
Delle Navigationi Et Viaggi (Band 3): Nel Quale Si Contengono Le Nauigationi al Mondo Nuouo, alli Antichi incognito, fatte da Don Christoforo Colombo Genouese, che su il fu il Primo a scoprirlo a'i Re Catholici, detto hora le Indie occidentali .. — Venedig, 1556

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https://doi.org/10.11588/diglit.9379#0370

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DELLA HISTORIA fyf
ino libro si parlerà dell'albero delle saldature,ricordisi il lettore di queste Tune, fro'
glie di quelli cardi hanno gran somiglianzacon quelle dell'arbore,che io dico.Ne *°n^0 nó
ri di opinione,che ouesti slessi cardi in quegli alberi si conuertano. Etanchorchequ^ d
fìa ( perche nel vero quanto al frutto sono molto differenti ) alla visla nondimeno da ^
intendetene hanno qualche asfinità insieme,per la somiglianza,che hanno ÒC delle .fó
&£ delle fpine.Qiiesli cardi,ò Tune fanno certi gratiosi fìchi,che sono il lor frutto, ^un^011iC
verdi, S>C alquanto in parte r ubkòdi di fuori, Io seorzo è come certe coronette in cima? ^
hanno le nespole di Cartiglia : ma dentro sono molto rosse, che pendono alla rote ^
£>C sono piene di granelli, come li veri fichi ♦ Et la seorza di quello frutto, è come c\\ìc ^\
fico, ó poco più grassa» Sono di buon gusìo 5C di buona digeslione,cV se ne vendono' ^
di qui su la piazza di quella città » I cardi,douequesli frutti nascono,hanno le foglie3^ss
to ritonde,cY molto grasse ÒC spinose,8c: per li cantoni,cV per lo piano loro hanno le ?
genti dC acute spme,à tre àtre,à quattro a quattro , cV piuinfìeme» Etéciascunafog"^^
grassa quanto e la meta, ò la terza parte della grossezza di vn dito della mano di vn°ctC\iC
mo,8t" è tanto grande quanto e vna mano aperta con tutti i diti,cV alcuna ne è meno, P ^(C,
vanno crescendo,&: di vna fronde naseono le altre per li cantoni, &C da quesle altre, le $
Et cosi si vanno inalzando in su quesli cardi,ò Tune,fìn che sono tanto alti, che arrida3
ginocchio tre palmi alti da terra,poco più ò meno» Et in queslo dell'andare à quella Q ì
crescendo,cY nelle fròdi ancho dC spine, si somigliano all'albero delle saldature,che ho
disopra , dC del quale si ragionerà appresso» Ho di sopra chiamato gratioso queslo ir p0r
perche mangiandone cinque ò sei, è gran burla per chi non ne ha mangiato mai, SC e Vc soo
10 in molto pensierOj& spauento di morte,benche non vi Ila pericolo alcuno. Et cotif- ^
mo, che l'ho prouato, dirò quel!o,che mi auenne la prima volta, che io ne mangiai,ctl j ^
to io haurei pagato quanto haueua,per ritrouarmi doue mi fosse potuto confìgliarc co ^
dico,cV cercare rimedio alla vita mia» Et fu di queslo modo » Venendo io nel 1515» r„y
ra ferma in questa città di San Domcnico,doppo ch'io mi sbarcai nel fine di quesla iso|* ^ gss
gnuola,me ne veniua per la Prouincia di Sciaragua accompagnato da molti, fra q«al1 < ^
11 Pilotto Andrea Nigno» Et perche alcuni de compagni erano più pratichi di me ne "^y
se,8t" conosceuano queslo frutto delle Tune,ne mang^auano volentieri, perche ne rlt
uamo molti per la campagna» Allhora io cominciai a fare lor compagnia, 5C ne massg ^0
quante,cV mi seppero buone» Quando fu poi hora di fermarci per mangiarejismonC1 #
da cauallo nella campagna presso à vn fiume, Et io mi tirai alquanto da parte per vrl°3 c'|i<>
vrinai vna gran quantità di sangue vero ( che cosi mi parca che fosse, )£t" non hebbi a" j
ardire di vrinare tanto, quanto haurei potuto,cV la necessità mi richiedeua, dubitando c [Cp
quel modo non vi hauessi ancho col sangue lasciata la vitaxhe io senza alcun dubbio .
ni di hauere tutte le vene del corpo aperte ÒV rotte,cV che mi fosse tutto il sangue, chef^o
sohaueua, cpneorsoallaveseica» Comepersonaadunque, chenon haueuadiqueltr ^
isperienza,nè sapeua la compofìtione dell'ordine delle vene,nè la proprietà delle ^n%(tò
liauea mangiate,reslai spauentato,cV mi si cambiò per paura il colore. Allhora mi si af jel
l'Andrea Nigno,che fu quel Pilotto, che si perde poi nel mare del Sur nel diseopri01^^
Capitano Gii Gonzales d'Auila,come si dirà appresso al suo luogo. Collui, che era pc ^ Lo
da bcne,cY mio amico,volendo burlarmi disse, Signore mi pare,che voi tegniate vn11 t;cK
iore,come vi sentites Duoluicosa alcuna s Et dicea queslo cosi sui saldo, &£ senza ahe ^j
iie,cheio credetti,che condolendosi del mio male,mi parlasìe da doucro. Io li rispohj , L
rni doleua nulla,ma che haurei dato il mio caualIo,cx: quattro altri ancho, g ritrouarn11 ^ aJ/
so à San Domenico,ò presso il Licentiado Barreda(che è vn gran medico) per che
cun dubbio credeua di tenere rotte quante vene nel corpo haueua. Detto che io M*13* ^
sto,nó può te egli più coprire le risa. Et perche mi vidde in affanno (&' nel vero non e
co ) soggiwnse ridendo, Signor non dubitate, perche le Tune son quelle,che quello e ^ ^
fannò,cV quando ritornarete ad vrinare,scrà I vrina men turbida assai,cV alla seconda, ^
tea volta,chevrinereteappressb,non vedrete più tal colore , ne haurete biCogno del ^ $

tiado Berreda,ne vi bisognerà offerire i caualii per la salute voslra » Io reslai confato0 >
parte curato,però non del tutto finche mi auidi,che fra gli altri della compagnia ve ae
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