alcu , DELLE INDIE LIBRO Vili. 144
«tiedes1011^5 ^^Paucntat'mcdefìmamcntepcr la mcdefìma cagione, Se" ne stauanond
ritro 010 a"anno . Ma indi à poco ci aucdemmo,che il Pilotto ci dicea il vero. Onde io mi
si<ler . ,C0" lietOjCome se sòssi vscito del maggior pericolo del mondo : perche mai non de-
haUe V?1 morire con nome di goloso, ne di vitioso : anzi molte volte mi restai di mangiare,
SUest ne.8ran necessità, solamentepernon mangiare di alcune cose, che ho veduto in
to gj.e Par tt mangiare gli altri huomini.Si che ritornando al propolito, quello srutto è moV
^trut-° ^ da burla>ma non di picciolo spauento per chi non l'ha isperimentato. Di que- D*J?££_
1o D l ln m°lte parti di quella isola se ne veggono i campi pieni. Et di quelli cardi pongO^ bafenctro
«Htj nParo in quella città su le mura:de cortigli,8c" de giardini, accio che non vi porta altri «lno al Pr«
sis p re di sopra:cV sono peggiori assai,che non sono i Calambroni di Spagna, cV di più hirte ^in" ai
<!esi nSent» spine.Nelle altre isole di San Giouanni5di Cuba3&: di Iamaica ho io veduto me limo « ò-
qUe|pmente di quelle Tune & cardi, 8C in altre isole ancho,perche sono molto comuni in ft=ll° dcll°
Ét q mdie*Hano Ic frondi verdi,& le spine berrettine^ il frutto del modo, che s'è detto. JJsSSe
ht<^a"do u mangiala le labbra,óY la mano,& douunque il suo sugo tocca, come sogliono Duca tisi»
^dc ir ne§ri di Ca^,8Ila » &tarda tanto a gir^ene questa tintura via,quanto sa quella ftes- rcnasu
Celsij&:piuancho.
«tiedes1011^5 ^^Paucntat'mcdefìmamcntepcr la mcdefìma cagione, Se" ne stauanond
ritro 010 a"anno . Ma indi à poco ci aucdemmo,che il Pilotto ci dicea il vero. Onde io mi
si<ler . ,C0" lietOjCome se sòssi vscito del maggior pericolo del mondo : perche mai non de-
haUe V?1 morire con nome di goloso, ne di vitioso : anzi molte volte mi restai di mangiare,
SUest ne.8ran necessità, solamentepernon mangiare di alcune cose, che ho veduto in
to gj.e Par tt mangiare gli altri huomini.Si che ritornando al propolito, quello srutto è moV
^trut-° ^ da burla>ma non di picciolo spauento per chi non l'ha isperimentato. Di que- D*J?££_
1o D l ln m°lte parti di quella isola se ne veggono i campi pieni. Et di quelli cardi pongO^ bafenctro
«Htj nParo in quella città su le mura:de cortigli,8c" de giardini, accio che non vi porta altri «lno al Pr«
sis p re di sopra:cV sono peggiori assai,che non sono i Calambroni di Spagna, cV di più hirte ^in" ai
<!esi nSent» spine.Nelle altre isole di San Giouanni5di Cuba3&: di Iamaica ho io veduto me limo « ò-
qUe|pmente di quelle Tune & cardi, 8C in altre isole ancho,perche sono molto comuni in ft=ll° dcll°
Ét q mdie*Hano Ic frondi verdi,& le spine berrettine^ il frutto del modo, che s'è detto. JJsSSe
ht<^a"do u mangiala le labbra,óY la mano,& douunque il suo sugo tocca, come sogliono Duca tisi»
^dc ir ne§ri di Ca^,8Ila » &tarda tanto a gir^ene questa tintura via,quanto sa quella ftes- rcnasu
Celsij&:piuancho.