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Napoli nobilissima — 3.1894

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Napoli nobilissima


Voi. III.

RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

Fasc. I.

SOMMARIO.

Il palazzo di Fabrizio Colonna a Mezzocannone. Pagine
della Storia di Napoli studiata nelle sue vie e nei suoi
monumenti. I. Il Vico Mezzocannone. B. Capasso.
Il campanile di S. Chiara. V. d’Auria
I porti e gli arsenali di Napoli. I. Antichi porti. L’ar-
cina e i magazzini della Curia. A. Colombo.
II progetto per gli edificii universitari. A. Miola.
Notizie ed osservazioni. Don Fastidio.
Da libri e periodici. Don Ferrante.

IL PALAZZO DI FABRIZIO COLONNA
A MEZZOCANNONE (’)

Pagine della Storia di Napoli
studiata nelle sue vie e nei suoi monumenti

I.
Il vico Mezzocannone.

La via che dal quadrivio di S. Domenico Maggiore de-
clinando verso mezzodì, scende al quadrivio del Seggio di
Porto, la quale ora dicesi di Mezzocannone, in tempi re-
motissimi era, a quanto pare, il fossato che cingeva le
mura di Napoli greco-romana ad occidente (1 2). Al di là,

(1) Questo palazzo, che ora è segnato col n. civico 75, e che do-
vrebbe in parte esser demolito dai lavori del risanamento, comunque
dal secolo XIV finora abbia avuto parecchi e diversi padroni, pure io
lo denomino soltanto da Fabrizio Colonna, il più illustre fra tutti,
e perchè la facciata di esso, col nome e con lo stemma che di lui ha,
si rende principalmente e più che per altra cagione ragguardevole.
(2) Reliquie della mutazione della Napoli greco-romana da questo
lato furono già constatate dal Lettieri ap. Giustiniani, Dizionario ecc.,
VI, 385; dal Bolvito, Varia, rum rerum, Ms. della Biblioteca di S. Mar-
tino, t. II, p. 98, mihi-, dal Summonte, I, 40; dal Celano, III, 83,
ediz. del 1792, e da altri. Per l’estensione di essa anche da questo
lato possono consultarsi Fabio Giordano, Hist., Ms., cap. X; Tutini,
De' Seggi di Napoli, p. 4, 5; Corcia, Istoria delle due Sicilie, t. Ili, p.
237, ecc.

pure verso quel lato, stendevasi un amenissimo sobborgo,
ove Filostrato nel secondo secolo dell’ Era volgare ricor-
dava un magnifico edificio di tre o quattro contignazioni,
nel quale si ammiravano le opere meravigliose del greco
pennello (J).
Caduto l’impero romano, nella guerra Gotica, dopo che
Napoli fu occupata da Belisario, che comandava l’esercito
imperiale, se vogliamo prestar fede ad una vecchia tradi-
zione, il sobborgo fu incluso nella città, che dallo stesso
Belisario fu circondata da nuove mutazioni e munita di
torri (2). Forse allora nell’abolito fossato furono immesse,
o si aprirono il varco le acque pluviali (lave) che scen-
devano dalle colline e dalle vie soprastanti (3), e le acque
esuberanti dell’ antico acquedotto della Bolla, che fluivano
nella regione di Nilo (4). Così le une e le altre riunite for-
mavano quel canale publicum, di cui si trova memoria nel
secolo XI (5), e scaricandosi poi nel lido sottoposto vi pro-
ducevano, insieme con le altre acque ivi sorgenti, quei sta-
gni (/usaria) e quei rivoli (aquaria), donde fu dato il no-
me a tutta la regione circostante (6). Una porta, che con-
duceva verso il mare ed all’ antico borgo di Napoli, tro-
vavasi quasi a metà del declivio, e perchè esposta allo sci-
rocco dicevasi ventosa (7). Accanto alla medesima sorgeva

(1) Philostr., Icon. nel proemio.
(2) Vita S. Athanasi, ap. Monumenta Neap. Ducatus, t. I, p. 138.
(3) Cfr. Capasso, Pianta della Citta di Napoli nel sec. XI, nellLir-
chivio Storico Napol., A. 17. Il lavinarius dei tempi ducali (M. N. D.,
II, 87) era posto nella contrada detta Limpianum innanzi alla porta
Donnorso, che corrisponderebbe alla Piazza Dante e circostanze; fluiva
parte nei burroni che poi han formato le vie di Toledo e di Mon-
teoliveto, e parte nel canale publicum, di cui appresso.
(4) Era antica credenza dei Napoletani che per una tal ragione
fosse stato dato il nome di Nilo alla contrada, Cronaca di Partenope,
cap. 14.
(5) Diploma del 1065, nei Monumenta Neap. Ducat., t. II, p. 44.
(6) M. N. D„ t. II, p. 99.
(7) Lettieri, l. c.; Summonte e Tutini, l. c.
 
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