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Napoli nobilissima — 3.1894

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56

NAPOLI NOBILISSIMA

tre ambasciarie, ed oltre all’aver posseduto assai oneste
ricchezze, essendo signore di Teramo e Marano e di molte
case e poderi nella città e distretto di Napoli, fu anche
avventurato di prole numerosa ed illustre, di cui basta ri-
cordare il primogenito Bernardino, felicissimo poeta latino
ed italiano. Egli ebbe pure, secondo lo stesso scrittore, la
fortuna che il Fontano facesse l’epitaffio alla sepoltura che
vivo aveva preparato a se ed alla moglie Lucrezia Brancia
nella chiesa di S. Domenico, nel quale l’epigrafista con-
chiudeva con le seguenti parole: bene vivant boni coniuges
et bene etiam moriantur (*).
Tra i testimoni s’incontrano pure personaggi non na-
poletani, un signor Giuliano Ridolfi da Firenze ed un An-
tonio Boniparte da Ancona.
Nè mancano semplici cittadini, un Giacomo Rapario,
ed un Antonio de Miro di Napoli, oltre quam pluribus
aliis magnificis et nobilibus personis in numero copioso.
E tra costoro che facilmente intervennero, ma non sono
notati dal notaio, io credo che non dovettero mancare
l’eccellente d. Guglielmo Tuttavilla conte di Sarno; l’ec-
cellente D. Giovanni di Guevara da Napoli, figlio del conte
di Potenza, di cui abbiam di sopra parlato; il magnifico
d. Giovan Luise Mormile da Napoli; il prode alunno di
Fabrizio Colonna, d. Guidone Ferramosca di Capua; e
d. Giovanni Musefilo, maestro del Pescara, i quali, d’al-
tronde, conosciamo essere stati familiari di casa Colonna
o di casa Pescara.
continua.
Bartolommeo Capasso.

SOMMARIO CRITICO
DELLA
STORIA DELL’ARTE NEL NAPOLETANO

IV. H)
Architettura sacra: S. Clemente a Casauria,
ED ALTRE CHIESE DEGLI AbBRUZZI.
I monumenti degli Abbruzzi formano da qualche tempo
l’oggetto di studi indefessi, così di un gruppo di studiosi
locali come di critici d’arte stranieri. Lo Schulz, nella sua
grande opera, raccolse non pochi appunti e descrizioni che
riempiono circa novanta grandi pagine del secondo vo-
lume. Più recentemente, il Calore ha con varii scritti il-
lustrato il maggior monumento degli Abbruzzi; Vincenzo
Bindi ha consacrato un grosso volume di circa mille pa-
gine ai Monumenti storici ed artistici della sua regione, testo

(i) Ammirato, o. c., t. II, p. 330.

mediocre, ma accompagnato da un prezioso atlante, che
riproduce in 225 tavole, in fototipia, e perciò con molta
fedeltà, una gran quantità di opere di architettura, scultura,
pittura, poco note o addirittura sconosciute C1); il Piccirilli
ha messo mano a una bellissima illustrazione dei monu-
menti della sua Sulmona; e singole monografie vengono
pubblicando il Gmelin, il Pannella, il Colonna, il Fiora-
vanti, il Pansa, il Faraglia, ecc.
Tuttavia, il lavoro collettivo non è condotto con tal
metodo e non è giunto a tal punto di maturità da render
possibile un’esposizione ordinata dei monumenti abbruz-
zesi. Specie nell’opera del Bindi, i dati cronologici sono
tutti incerti, e le determinazioni degli stili dei singoli mo-
numenti e delle parentele tra di essi, manchevoli o vaghe
o addirittura erronee.
*
* *
Ma degnamente è stata illustrata la chiesa e la badia
benedettina di S. Clemente al fiume Pescara, detta S. Cle-
mente in Casauria, che ha trovato in P. L. Calore uno
studioso e un innamorato, che non solo l’ha fatta oggetto
di molteplici pubblicazioni, ma ne ha promosso e vigilato
i restauri (2 3).
Dell’antica costruzione della badia, dei tempi dell’impe-
ratore Ludovico II (poco dopo 1’871), avanza la cripta
testé rimessa pienamente a luce (3). È una cripta presbite-
riale, alquanto rialzata; vi si scende per due gradinate late-
rali; è divisa in nove spazi quadrati con archi che posano
su rocchi di colonne antiche, di varia foggia, ed ha le volte
a croce. Vi si vede la pietra che faceva da altare, ed in-
torno alle absidi ed a tutte le pareti della cripta un alto
gradino di tufo ad uso di sedile.
Ma la chiesa superiore, che ancor vediamo, è quella
dell’abate Leonate. Il quale, nel 1076, come dice il Chro-
nicon Casauriense: « opere mirifico renovare cepit et co-
« piosis expensis etc. etc.: primum jrontespitium culti
« tribus portis edificavit, et ibidem sculpturis apparentibus
« decoravit. Denique ipsum pulcherrimum porticum, que

(1) Vincenzo Bindi, Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi,
studi, con prefazione di Ferdinando Gregorovius. Napoli, Giannini,
1889.
(2) Lo Schulz ne scrisse piuttosto a lungo, 0. c., voi. II, pp. 23-
32, e pubblicò pel primo una serie d’illustrazioni nelle Tav. LII, LIV,
LVII, LVIII della sua opera. V. Bindi, o. c., Cap. VII, 405 sgg., S. Cle-
mente a Casauria e il suo codice miniato, e Tavole nn. 77 a 85. Di P. L.
Calore poi, specialmente, L’Abbazia di S. Clemente in Casauria, nel-
VArch. Star, dell’arte, o. IV, 1891, pp. 9-36; ed anche Appunti sulla
fondaz. e conserv. di S. Clem. in Cas., in Ria. Abruzz. di se., lett. ed arti,
A. Vili, Fase. V, Maggio 1893, pp. 193-8. Recentemente, la pubbl.
storica del Pansa, già da noi annunziata (Nap. nobiliss., II, 176), e
Pietro Piccirilli, La basilica di S. Clemente a Casauria, Lettera arti-
stica. Lanciano, Carabba, 1893.
(3) Pianta della cripta in Calore, /. c., p. 12.
 
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