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Napoli nobilissima — 3.1894

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Napoli nobilissima


Voi. III.

RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

Fasc. II.

SOMMARIO.
Nisida. B. Croce.
Il Corpo di Napoli e la “ Capa „ di Napoli. L. de la Ville
sur-Yllon.
L’atrio del platano dell’Archivio di Stato di S. Severino
di Napoli. I. N. F. Fara glia.
Napoli nelle descrizioni dei poeti. Miguel Cervantes. B. Cr.
Notizie ed osservazioni. Don Fastidio.
Da libri e periodici. Don Ferrante.

NISIDA

d>he cosa è geograficamente l’isola di Nisida ? È una
piccola isoletta nel mar Tirreno, presso Napoli, a cinque
chilometri da Pozzuoli: è composta tutta di tufo, come
la vicina collina di Posillipo, dalla quale appare staccata;
ha forma quasi circolare, e una periferia di tre chilome-
tri; probabilmente era un antico vulcano, e il cratere se
ne può riconoscere nel piccolo Porto Pavone, al lato me-
ridionale; produce olii, vini, ortaggi e funghi rinomati.
Che cosa è poeticamente ? O Fontano e Sannazaro, di-
telo voi: voi che ne parlavate come si può parlare di una
bella fanciulla: Nesida mia ! E un poeta tedesco di questo
secolo, in una corona di epigrammi sulle isole del golfo
di Napoli, ne ha uno per Nisida, che dice: « Simile, o
« Nisida, al fanciulletto dalle tonde guance vermiglie che
« non osa ancora dilungarsi dalla madre, tu spunti gra-
« ziosa dal grembo delle onde scherzose e ti stringi con
« infantile timidezza alla tua madre, la terra » (J).

(i) È di G. F. Waiblingek (1804-1830), e, non avendo a mano
l’originale, cito dalla traduzione che se ne legge nel volume L’Italia
nei canti dei poeti stranieri contemporanei, trad.di G. Strafforello, Torino,
1859, p. 195, che ho alquanto ritoccata.

Che cosa è storicamente? Storicamente, ora, è la sede
di un ergastolo e di un lazzaretto. Pel passato è stata al-
tro; e attraverso il suo passato, daremo una rapida scorsa.
*
* *
Il nome Nisida, Nesis, col quale era chiamata dagli anti-
chi significa isoletta (q vqoic, vqalSoc, diminutivo di q vqoog).
Stazio ce la rappresenta coronata nella sua cima da una
selva; lo stesso Stazio e Lucano accennano alle malefiche
esalazioni che vi si facevan sentire, il che ha dato molto
da congetturare ai nostri vecchi archeologi (0; Ateneo ci
parla dei conigli che la popolavano; Plinio esalta i suoi
asparagi, come i migliori che si conoscessero.
Un nome famoso aleggia su Nisida. Essa, verso la fine
della repubblica, apparteneva a Marco Giunio Bruto (1 2 3), e
qui più volte Cicerone ebbe colloqui! con Bruto, e qui
fu tramata la congiura contro Cesare. Dopo la battaglia
di Filippi, in Nisida Porzia, figliuola di Catone, moglie
di Bruto, si uccise ingoiando carboni accesi. Ricordate
l’epigramma famoso, se non bello, di Marziale ?

Conjugis audisset fatum cum Portia Bruti,
Et subtracta sibi quaereret arma dolor,
Nondum scitis — ait — mortem non posse negati?
Credideram satis hoc vos docuisse patrem.
Dixit; et ardentes avido bibit ore favillas.
— I nunc, et ferrum, turba molesta, nega! (3)

(1) In tempi più recenti Nisida soffriva della malaria del vicino
lago d’Agitano; ma non potendo esser questa la causa dello stesso
danno nell’antichità quando il lago d’Agnano non esisteva, il Giusti-
niani suppone che nell’isoletta stessa dovesse essere qualche piccolo
lago, nel cratere dello spento vulcano, diventato poi Porto Pavone,
forse quando vi fu penetrato il mare.
(2) Erroneamente è stato scritto più volte che appartenesse al gio-
vinetto Lucullo, identificandola coll’insula alarissimi adolescentuh Luculli,
dove anche Cicerone vide una volta Bruto. Ma l’isola di Lucullo è in-
vece Megaride, poi Castel dell’Uovo.
(3) Mart., Epigramm., I, 42.
 
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