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Napoli nobilissima — 3.1894

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

167

Crediamo però che i due quadri della Sala V, n. 39 e
n. 40, con S. Cecilia e S. Giuseppe, siano da rivendicare
a Sisto Badalocchio che ebbe, col maestro modenese, co-
muni le violente luci e le ombre ancor più violente.
Ma, più come appunti e dubbi da risolvere, che come
opinioni salde e sicure, raccoglieremo qui parecchie postille
segnate da noi a margine della Guida generale del Museo
di Napoli.
Lato sinistro: Sala I.
n. 2. — Quercino - Bozzetto del S. Guglielmo duca
d’Aquitania. Il quadro è conservato nella R.
Pinacoteca di Bologna al n. 12.
» 7. — Il sonno di Gesù - Non è di Guido.
» 9. — Ulisse accolto da Nausicaa - Non è di Guido.
» 12. — Angelo che tiene Satana incatenato - Non
sembra del Lanfranco.
» 23. — Pietà. - Forse del Tiarini.
» 52. — Madonna col figlio e S. Giovanni - Non è as-
solutamente del Francia, nè della sua scuola.
Lato sinistro: Sala VII.
n. 34. — Brueghel: - La parabola dei ciechi. La data
« MDLXVIII » è certo alterata, perchè il
Brueghel è nato appunto nel 1568!!
Lato destro: Sala III.
n. 19. — Madonna col figlio - Non è di scuola umbra.
» 22. — Visita di S. Elisabetta - Non è di scuola del
Baroccio.
Sala IV.
n. 32. — Madonna col figlio e S. Caterina - Di scuola
romagnola.
Sala V.
n. 14. — Angioletto fra le nubi - È del Fagliasacchi.
Dei quadri di altre scuole la critica si è già occupata,
e più si occuperà colui cui sarà dato di compiere un lo-
gico ordinamento di tutta la splendida collezione, ordina-
mento al quale siamo lieti d’ aver qui, sia pure in piccola
parte, contribuito.
Corrado Ricci.

NOTA BIBLIOGRAFICA.
Oltre i libri d’indole generale di storia pittorica, abbiamo consul-
tato: Raccolta di cataloghi ed inventari inediti per cura di Giuseppe Can-
fori (Modena, 1870) — Cataloghi di quadri ed oggetti d’arte raccolti
da Enrico Scarabelli, mss. nel Museo d’antichità di Parma — De-
scrizione per alfabeto di cento quadri dei più famosi, e dipinti dai più in-
signi pittori del mondo che si osservano nella Galleria Farnese di Parma
(Parma, 1725) — Correggio di Giulio Meyer (Lipsia, 1871) — Vita
del graziosissimo pittore Francesco Mazzola detto il Parmigianino di Ire-
neo Affò (Parma, 1784) — Bibliografia Mazzoliana di Emilio Faelli
(Parma, 1884) — La Pinacoteca del Museo Nazionale di Napoli, lettera
di Gustavo Frizzoni nel periodico Arte e Storia (anno III, nn. 26 e
27, Firenze, 1884) — Nuova guida generale del Museo Nazionale di Na-
poli per Achille Migliozzi e Domenico Monaco (Napoli, 1892) etc. etc.

IL PALAZZO DI FABRIZIO COLONNA
A MEZZOCANNONE
Pagine della Storia di Napoli
studiata nelle sue vie e nei suoi monumenti

VI.
Il Palazzo Colonna nel secolo XVIII. I Piscopo
ed 1 Mirra: continuazione.
Giacomo Martorelli, della cui vita giova qui ricordare
alcuni dati atti a farlo conoscere a’ miei lettori, nacque in
Napoli ai io gennaio del 1699. Adolescente entrò nel
Seminario urbano per educarvisi, ed ivi poscia avendo
abbracciato la carriera ecclesiastica, presi gli ordini sacri,
restò per tutto il tempo della sua vita; prima come pro-
fessore di lettere greche e latine e di matematica, indi,
giubilato da tale carica nel 1751, come semplice inqui-
lino. Nel 1742 fu nominato professore sostituto di lingua
greca nella R. Università, e nel 1747, in seguito a pub-
blico concorso, professore ordinario. Attaccato da un colpo
apopletico morì in casa del duca Vargas suo discepolo ai
21 novembre del 1778 e fu sepolto nella chiesa di S. Anna
di Palazzo in Napoli (’).
Il Martorelli, uomo di pronto ed arguto ingegno, di
fervida fantasia, e di vasta e svariata erudizione, pubblicò
per le stampe parecchie opere di diverso genere: didat-
tiche (2), letterarie ed archeologiche, che gli procacciarono
la devozione dei suoi discepoli, la stima e l’amicizia di
molti illustri personaggi, e la lode ed il plauso di dotti
italiani e stranieri.
Ma più che ogni altra fu importante il commentario:
De regia theca calamaria in due grossi volumi in-4.0. Da
esso il Martorelli ebbe fama grandissima, non disgiunta
però da critiche e censure, non sempre ingiuste. Impe-
rocché se nell’opera ponderosa si scorge una profonda
cognizione delle lingue e delle letterature antiche, e spe-
cialmente della greca e latina, se le interpretazioni dei
classici e dei monumenti da lui escogitate sono spesso
nuove e felici, se il dettato del libro non è indegno di
un umanista del secolo1 XV e XVI, e se il gusto fine
dell’autore nelle lettere e nelle arti, e l’amore grandissimo
della sua patria traspare in ogni pagina di quella; pure la

(1) Orlando, Fausto Frane. Elogio del defunto d. Giacomo Marto-
relli. Nap. 1778; (Diodati Dom.) Elogio di Jacopo Martorelli. Nap. 1778.
(2) La grammatica greca di Porto Reale da lui tradotta dal fran-
cese ed ampliata e la Silloge degli autori greci da lui compilata sono
stati i libri di testo, con cui fino ai primi trent’anni di questo secolo
si è insegnato il greco presso noi.
 
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