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Napoli nobilissima — 3.1894

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NAPOLI NOBILISSIMA

ottobre, sbarcarono in Alicante il 12 novembre. Prima di
imbarcarsi il re ordinò che si demolissero le fornaci e di-
struggessero tutti i comodi attinenti a quel mestiere, af-
finchè non ne restasse più memoria!
Ludovico de la Ville sur-Yllon.
IL PALAZZO DI FABRIZIO COLONNA
A MEZZOCANNONE
Pagine della Storia di Napoli
studiata nelle sue vie e nei suoi monumenti

V.
Il palazzo nel secolo xvii — Felice de Gennaro.
Come e in quale anno precisamente il palazzo Colonna
passasse in altro dominio, per mancanza di documenti, non
posso con certezza affermare. Ad ogni modo però, certo
è che nel 1612, esso era posto in vendita, e parecchi de-
sideravano farne l’acquisto. Trovo di fatti nelle Conclu-
sioni del Sedile di Porto che nel 31 agosto di quell’anno,
convocati i nobili di detta Piazza, « et havendo conside-
« rato quanto grande indecentia sia che la Casa che fu
« del q.m s. Marcantonio colonna cavaliere della nostra
« Piazza vada in mano de mercanti, et artisti et che in
« d.a casa se ce ponghino filatori], et fundichi di seta, che
« per haver l’affacciata sopra il seggio di detta Piazza sa-
« ria cosa molto brutta à vedere, et considerato anchora
« che ci è cavaliere di Piazza che per ragioni di congruo
« la vuol comprare il che al’ incontro resultaria à molto
« utile et honore della Piazza predetta, tanto per l’occa-
« sione ordinarie della festività di S. Gennaro per l’in-
« convenienti sud.t! Pertanto hanno concluso che se fac-
« cino l’inf? deputati alli quali se dia potestà a protegere
« nome di d.a Piazza il negotio sud." con Sua Ecc.za et
« ogni altro tribunale nel miglior modo che à detti de-
« putati parerà, atteso per esequt.0 delle cose pred.e se li
« concede tutta la potestà che la Piazza tiene » (J).
Assai probabilmente il cavaliere, di cui sopra è parola,
che per dritto di congruo pretendeva esser preferito nel-
l’acquisto, era il consigliere Felice de Gennaro, che pos-
sedeva la casa attaccata al palazzo Colonna, e posta sul
supportico, che dava adito alla via dei Mercanti, per le
opere del risanamento, ora demolito. E di fatti egli in quel
torno di tempo lo acquistò, e nei primi mesi del 1618,
già lo possedeva, poiché nell’aprile di quell’anno vi faceva

(1) Conclusioni della Piazza di Porto, voi. Ili, p. 39.

una innovazione, che provocava la protesta della Piazza,
aprendo una porta « ad costo ala camara de la Piazza,
dove erano li poggi » e ne aveva per ciò una pronta ini-
bizione (’).
Dalle scritture del Sedile non rileviamo l’esito dell’in-
cidente. Ad ogni modo pare che il consigliere Felice de
Gennaro, acquistato il palazzo, vi fece delle mutazioni ed
abbellimenti, dei quali parleremo fra poco.
Il consigliere Felice de Gennaro era figlio di quel gran
Pietro Giacomo juniore, che, secondo il Capaccio, superò
tutti i cavalieri del suo secolo (1 2 3 4 5), e di quell’Aurelia de Gen-
naro, che fu specchio di magnanimità e di santità (3). Il de
Pietri, con una frase secentistica, afferma che Felice da
gioventù mostrò la felicità del suo ingegno dottorandosi,
essendo solo di anni venti. Egli fu due volte eletto della
detta Piazza, la prima sotto il duca d’Ossuna seniore, e
la seconda sotto il conte di Miranda, ambidue viceré del
regno, e fu sindaco nel primo Parlamento generale tenuto
sotto quest’ultimo viceré. Fu poi auditore nelle provincie
di Principato e Basilicata, ed indi giudice di Vicaria ci-
vile, nel quale ufficio servì sei anni con grandissima di-
ligenza e soddisfazione. Poscia da Filippo lì, fu creato
consigliere del Sacro Regio Consiglio in età di 36 anni,
nel quale giunse ad essere decano, ed ebbe altri onore-
voli incarichi, nei quali riportò onori e lodi (4).
Il lodato Giulio Cesare Capaccio lo chiama uno dei
più generosi e virtuosi cavalieri di quell’età, che adoprato
dai re di Spagna in governi di provincie e città regie, in
tutti per sapienza, per bontà e religione si conobbe tale
da non cedere a qualsivoglia ministro (5). Con tutto ciò
non gli mancarono inquietudini dallo stesso Governo, nè
sapremmo dire, se a torto, o a ragione. Ai 18 febbraio
del 1623, per ordine del signor d. Francesco d’Alarcon,
regio visitatore (uno di quelli che sotto il governo vice-
regnale erano mandati da Madrid per inquirere sulla con-
dotta dei pubblici ufficiali del regno, ma che spesso, come
dice un con temporaneo, si risolvevano in visitatori di borse),
furono carcerati quattro consiglieri, e tra essi Felice de
Gennaro. Il Guerra racconta il modo com’egli fu arrestato:
« Andarono due capitani di Giustizia, stando egli gover-
« nandosi in casa e lo fecero vestire e lo portarono in casa
« del signor Visitatore, il quale gli fe’ ordine che si assen-
« tasse dalla città e n’andasse di stanza in Pozzuoli ». E
così il consigliere stette assente dalla città tre mesi, fino

(1) Conclusioni c., voi. Ili, p. 82.
(2) Capaccio, Forestiero, p. 724.
(3) (de Pietri), Istoria della famiglia Gennaro, p. 81.
(4) Lo trovo notato per la prima volta in sostituzione del Consi-
gliere Ascanio Muscettola agli 11 giugno 1597 nel Codex descenden-
tiarum S. R. C., f. 5 e 82 nell’Archivio di Stato.
(5) Capaccio, l. c.
 
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