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Napoli nobilissima — 3.1894

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

« Presidente Idiota Don.Morgano giovane di di-
« ciottanni circa per haverci pigliata per moglie la Ribera
« colla sorella della quale Don Giovanni d‘Astria fece una
« figliuola » (’).
Il Tommaso Manzano, che il De Dominici dà per ge-
nero del Ribera, potrebbe essere una sola persona con
questo Morgano, e la donna da lui sposata potrebbe es-
sere la stessa che rimane vedova nel 1651 di Gian Leo-
nardo Sersale; se non si preferisce di credere, come a me
pare più verisimile, che siano state parecchie le figliuole
dello Spagnoletto. Il Fuidoro accenna a due di esse, e
dalla lettera del Ribera pubblicata dal Faraglia pare che
egli avesse una numerosa famiglia. Il povero pittore an-
nunziando la morte del genero Giov. Leonardo Sersale
al Priore di S. Martino, gli chiede un soccorso di cento
ducati perché ha da fare molti lutti.
Ma che che sia di ciò resta sempre indiscusso che il
de Dominici nello scrivere la vita dello Spagnoletto, la
infarcisce di errori, di aneddoti che anche quando hanno
un fondamento di vero sono in modo travolti da gettare
una luce falsa sul più simpatico dei nostri pittori. Questi,
come ben conchiude il Faraglia, non fu un uomo altero
ed ambiziosissimo: « un monaco di S. Martino affermava
« dopo la morte di lui, che era stato persona pia et amico
« de religiosi et con chiese procedeva con molta amorevolezza
« e senza tiratura ».
Giuseppe Ceci.

IL PALAZZO DI FABRIZIO COLONNA
A MEZZOCANNONE
Pagine della Storia di Napoli
studiata nelle sue vie e nei suoi monumenti
III.
I COLONNESI: CONTINUAZIONE.
Le nozze di Vittoria non furono celebrate nel seguente
anno 1508, come nei capitoli erasi stabilito, ma sibbene
un anno dopo, nel 27 dicembre del 1509 (* 1 2 3). E furono ce-

fi) Giornali di Innocenzo Fuidoro. Ms. della Bib. Naz. segn. X,
B, 14. Questa notizia è stata già riportata con alcuni commenti a
pag. 31 dell’anno II di questa nostra rivista.
(2) Passaro, Giornali, p. 162. — L’istrumento dotale di Vittoria
Colonna, in copia estratta dal fratello per gli atti di not. Ottaviano
Majune di Napoli ai 23 settembre 1533, per esibirsi in giudizio, si
conserva nell’archivio di quella nobilissima famiglia in Roma, e porta
nell’originale la data dei 27 dicembre 1510. Il eh. P. E. Visconti nel
libro, che accennerò in seguito, non sa spiegarsi questa differenza di
data; ma, ponendosi mente ai varii modi di computar l’epoche allora

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lebrate nel castello d’Ischia in casa della duchessa di
Francavilla, perpetua castellana di quello, con pompa quasi
regale. Allora nell’instrumento dotale stipulato da notar
Giovannello Meliuso d’Ischia furono specificati gli oggetti
del corredo {bona corredalia') che Vittoria portò in dono et
donativi nomine allo sposo, e che già pel valore di du-
cati 2000 furono promessi nei capitoli dei 13 giugno 1507.
Essi furono (’): « Un letto alla francesa (2) con le cortine,
« e tutto lo guarnimento de raso carmosino forrato de
« taffettà torchino con li frisi larghi de oro tirato lavo-
« rato ad paglietta, con francie de oro; con tre materassi,
« e la coltra de raso carmosino de simile lavoro, e quat-
« tro coscini de raso carmosino guarniti de frisi, e po-
« metti de oro tirato — Una camorra (s) de broccato ri-
« zio carmosino — Una camorra de broccato rizio nigro
« e seta bianca — Una camorra de velluto pagonazzo, e
« broccato pagonazzo — Una crocetta de diamanti, et uno
« guarnimento de mula de oro tirato ».
Il Marchese dal canto suo donò alla sposa « una cro-
« cetta de diamanti, con una catena de oro de prezzo
« de ducati 1000, un rubino, un diamante et uno sme-
li raldo incastrato in oro de prezzo de ducati 400, un
« desciorgG} de oro di valore due. 100, dodici maniglie
« pure de oro de prezzo de due. 40 de oro, un abito e
« gonnella de broccato rizio sopra rizio, cinque briali, uno
« de broccato guarnito de frappe de velluto carmosino,
« un altro di broccato e seta, bianco partito, un terzo di
« velluto carmosino aldibascio, un quarto di seta carmo-
« sino con frappe de broccato e seta bianca, un quinto
« de velluto lionato e seta nigro partito. Un abito e gon-
« nella de velluto morato carmosino frappato de broccato,
« una baschiglia di broccato e seta carmosino, ed un altra
« de seta torchina guarnita de frappe de broccato de oro,
« due faldette una de seta incarnata guarnita de velluto
« nigro, l’altra de seta amariglio guarnita de velluto nigro,
« due mantiglie di broccato rizio sopra rizio ed un altra
« de velluto carmosino forrata de arminj, una bernia de

usati, si può comprendere che il notaio adoperasse l’anno a nativitate
e quindi per lui l’anno 1510 cominciava ai 25 dicembre, non già al
i.° gennaio seguente.
(1) In occasione delle nozze di d.a Teresa Colonna col principe
d. Alessandro Torlonia, il cav. P. E. Visconti pubblicò: Le Rime di
Vittoria Colonna, Roma, 1840, in una splendida edizione fatta a spese
del principe. Egli in appendice alla vita della medesima, che pose in-
nanzi alle rime, riportò a p. 141 la parte dell’istrumento dotale che
riguarda il corredo della sposa ed il donativo dello sposo, che io tra-
scrivo nel testo.
(2) Questi letti alla francese erano antichissimi presso noi. In un
istrumento dei 19 maggio 1184, che contiene i capitoli matrimoniali
tra Falco e Formosa di Barletta, tra i mobili si trovano: duos lectos
franciscas. Pergamene dei monasteri soppressi, voi. IV, n. 272, nell’Ar-
chivio di Stato in Napoli.
(3) Gammurra, specie di veste lunga da donna, molto in uso nei
secoli XV e XVI.
 
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