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Napoli nobilissima — 3.1894

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72

NAPOLI NOBILISSIMA

i capitelli sono di lavoro grossolano e l’un dall’altro di-
versi; e l’insieme della costruzione è barbaro (*).
A Rossano — centro del bizantinismo in Calabria — si
vede la piccola chiesetta di S. Marco, che ha molta somi-
glianza con la Cattolica di Stilo. Il Diehl la pone al IX o
X secolo (1 2 3 4 5). Poco lungi da Corigliano, si vede ciò che
resta della chiesa annessa alla famosa abbazia di S. Maria
del Patir (3).
Da questo gruppo d’edifizi, nei quali è evidente l’in-
fluenza greca, passando agli edilìzi dello stile romanzo, —
la famosa chiesa ed abbazia di Mileto, fondata dal Gran
Conte Ruggiero, come anche la cattedrale della stessa città,
non esistono più, distrutte dal tremuoto del 1783. Pur si
riconosce ancora, dai ruderi, il genere della fabbrica: l’e¬
sterno era formato di quadroni tagliati con molta regola-
rità. Dovettero essere adoperati come materiale molti fram-
menti antichi. La pianta era a croce latina. Un capitello,
superstite, mostra sui quattro lati delle scene scolpite (4).
Il sarcofago del Gran Conte Ruggiero e quello di sua mo-
glie, trasportati a Napoli, giacciono ora nei magazzini del
nostro Museo Nazionale (5).
La cattedrale di Gerace, terminata una prima volta nel
1049, è stata trasformata, specie ai principii del nostro
secolo. La facciata ha ai lati due sottili pilastri, dai quali
si svolge l’orlatura ad archetti che la circonda; ed altri due,
molto alti, nel corpo centrale, che danno luogo a un si-
mile fregio nel profilo del comignolo. Tre porte ad arco
tondo formano l’entrata. Sulla porta principale, una grande
nicchia ad arco tondo contenente una piccola finestra an-
che ad arco tondo. Al lato della facciata, una torre. Una
porta di uno dei prospetti laterali è gotica.
All’interno, dieci grandi colonne e un pilastro per ciascun
lato sostengono gli archi che dividono la nave maggiore
dalle minori. Le colonne sono di varie dimensioni e lavoro,
alcune scandiate, altre lisce, di granito o di marmo, di pro-
venienza antica, e in parte con capitelli antichi. Sulla cro-
ciera s’innalza un’alta cupola: ha tre absidi, e lungo le pareti
si veggono, in alcuni luoghi, dei profili di archi acuti (6 7).
Questa chiesa ha anche una cripta, di belle ed alte
dimensioni (7).

(1) Jordan, /. c., che ne pubblica la pianta a pp. 322-3; cfr. C.
Diehl, Notes sur quelques monuments byzantins de Calabre, in Mélanges
cit., XI, 1891, p. 299.
(2) Jordan, l. c., e Diehl, l. c., che ne pubblica la pianta a p. 290.
(3) Diehl, l. c., pianta a p. 294.
(4) Era conservato, quando scriveva lo Schulz, nella collezione di
Vito Capialbi, che lo descriveva nel suo scritto, Lettera sopra alcuni
monumenti del medioevo esistenti in Calabria, Messina, 1836.
(5) Vedi Napoli nobilissima, I (1892), n. 1-2; cfr. Schulz, o. c.,
Il, 351-2.
(6) Schulz, I, 353-4, incis. n. 121.
(7) Schulz, l. c., vedi pianta incis. n. 122,capitelli, nn. 123, 124.

La cattedrale di Cosenza fu riedificata dal 1185 fino al
1222, nel quale anno fu consacrata, in sostituzione di una
più antica, distrutta dal tremuoto. Essa « rivela meglio
« di tutti gli altri edilìzi della stessa epoca il carattere
« più spiccato di transizione dell’architettura lombarda, o
« meglio appulo-romanza, a quella ad archi acuti ». Dan-
neggiata da varii tremuoti e più volte ristaurata e rifatta,
ebbe, tra gli altri, un rifacimento barocco nel secolo scorso,
e un sedicente restauro gotico ai principii del nostro. Ora
si restaura di nuovo, con ben altro gusto e intelletto d’arte,
dall’architetto Giuseppe Pisanti (*).
E con questo è detto tutto circa le chiese di Calabria,
se pur non si voglia ancora menzionare le rozze porte
antiche di due chiesette di Morano presso Castrovillari (2);
la porta della cattedrale di Bisignano, che veramente è di
stile gotico, e probabilmente di tempi posteriori (3); e non
si voglia lamentare la distruzione degli altri chiostri di
fondazione normanna, oltre quelli già nominati, come il
chiostro benedettino di S. Eufemia, fondato da Roberto
Guiscardo, e la certosa di S. Stefano in Bosco.
Dopo questa lunga, e pur rapida, rivista dell’architettura
sacra nell’Italia meridionale durante i secoli XI-XIII, ci
occuperemo delle opere di plastica che ancora avanzano,
e che abbiamo omesso di descrivere, discorrendo delle
chiese e cattedrali, nelle quali, per lo più, si conservano.
continua.
Benedetto Croce.

I PORTI E GLI ARSENALI
DI NAPOLI

III.
Epoca aragonese e viceregnale.

I monarchi aragonesi, che con nuove opere provvidero
ad ampliare il porto, non trascurarono pure l’antico Ar-
senale, già sorto presso il molo. Alfonso I d’Aragona, di-
cesi, « fece il molo grande maggiore di quello che esso
« era » (4), ed affermasi, ancora, avesse protratto più in-

Della chiesa di S. Francesco (1252?) lo Schulz riproduce la porta di
stile gotico (incis. n. 125).
(1) Schulz, II, 349-50, il quale parla anche di un’altra chiesetta
di Cosenza, di stile gotico, e ne riproduce la facciata (incis. n. 120).
Ved. poi N. Arnone, Il Duomo di Cosenza, in Rivista Calabrese di
storia e geografia, Serie I, fase. I, gennaio-febbraio 1893; e Le regie
tombe del Duomo di Cosenza, in Ardi. stor. per le prov. napol., a. XVIII,
380 sgg.
(2) Schulz, o. c., II, 347.
(3) Schulz, o. c., II, 348-9.
(4) Tarcagnota, Del sito di Napoli, p. 105. Capaccio, Nap. de-
scritta ecc. Ardi. Stor. Nap., voi. VII, p. 84.
 
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