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Napoli nobilissima — 3.1894

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

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mente il Viceré vinto dalle preghiere, permise che fosse
disfatto; ed il 20 giugno 1586, dieci mesi dopo dall’edi-
ficazione, furono tolte le teste e le mani e portate a sep-
pellire, accompagnate da molto clero e da diverse reli-
gioni di frati con seguito di più di 2000 persone del po-
polo con torcie accese: il monumento medesimamente fu
levato e posto in Castel Nuovo, rotta prima l’iscrizione,
che v’era sopra (x).
Sul posto della casa del Pisano non fu più edificato.
Ora ci è passata la grande strada del Rettifilo del Risa-
namento.
Ludovico de la Ville sur-Yllon.

DI ALCUNI QUADRI
DI SCUOLA PARMIGIANA
conservati nel R. Museo Nazionale
di Napoli

III.
Veniamo ora a parlare di un altro grande artista par-
migiano, il cui nome è taciuto nella Guida citata, quan-
tunque il Museo di Napoli possegga non meno di sei bel-

Mazzola, ne prese il cognome col quale fu più conosciuto
che col proprio. Nato intorno all’anno 1500, morto nel
1569, fu perfettamente contemporaneo al Correggio, al
Parmigianino, all’Anselmi, a Giorgio Gandino del Grano
ed a Francesco Maria Rondani, ai quali tutti sopravisse di
qualche anno.
Gustavo Frizzoni scrive che il Museo di Napoli possiede
« non meno di sei opere certe di lui » e soggiunge:
« Credo pertanto che chiunque abbia un po’ di famiglia-
rità colla scuola pittorica di Parma vorrà decisamente ri-
vendicare meco a Gerolamo Mazzola la bella figura di
profilo della Lucrezia che si trafigge, appesa nella sala
maggiore e quivi data a Francesco. Che se in questa egli
è riescilo quasi a superare sé stesso per la finezza di ese-
cuzione, non disgiunta però da una crudezza singolare nel
colorito, più normale lo vediamo in una sua Annunzia-
zione e in una ispirata figura di Santa Chiara ».
A nostro parere, il Frizzoni ha veduto benissimo, asse-
gnando a Girolamo i tre quadri indicati. Ma egli dice che
il Museo ne possiede sei di quell’artista. Quali sarebbero
dunque gli altri tre di cui tace?
Effettivamente noi ne abbiamo trovati sei. Quindi, par-
lando di tutti, verremo senz’altro a compiere il numero
indicato dal Frizzoni.


Tali quadri sono registrati così nella
Guida del Museo:
Sala IV, n. 37 — Parmigianino. La
città di Parma sotto la figura di Pal-
lade abbraccia Alessandro Farnese se-
duto sul globo.
Sala V, n. 13 — Parmigianino. La
Vergine Annunziata.
Idem, n. 16 — Parmigianino. Santa
Chiara.
Idem, n. 20 — Scuola parmense. La
Vergine con Gesù e Santi.
Idem, n. 23 — Scuola dello Schedane.
Ritratto del sarto di Paolo III Farnese.
Sala VII, n. 37 — Parmigianino. Lu-
crezia in atto di uccidersi.
Non crediamo di esorbitare da una
critica prudente e sicura asserendo che

Scuola Parmense — Fanciulli che ridono (*).

tutte queste opere sono indubbiamente
di Girolamo Bedoli.

fissimi suoi dipinti. L’artista lodato è Girolamo Bedoli,
che, per avere sposata una Mazzola ed aver lavorato coi

(1) Mutinelli, o. c., 158.
(*) Questa incisione andava collocata in fine dell’articolo prece-
dente: vedi fase. X, p. 152.
(Nota della Redazione).

La figura allegorica di Parma in sembianza di Pallade
sta inginocchiata a destra. Con la sinistra trattiene una
targa (che produce gli stemmi uniti dei Farnese e della
città), con la destra cinge il collo del giovinetto Alessandro
Farnese. Parma è vestita di corazza ornamentata in oro;
l’elmo le è fermato in capo dal giro dei capelli biondi e
 
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