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Napoli nobilissima — 3.1894

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I52

NAPOLI NOBILISSIMA

Parmigianino. Ritratto di Galeazzo Sanvitale.


Fu a’ suoi tempi e per lui, che il Parmi-
gianino dipinse nella ròcca di Fontanel-
lato.
Inesplicabile per noi quel numero 72
che si vede sulla medaglia che, nel ritrat-
to, Galeazzo tiene in mano.
Esaminati così i quadri autentici del
gentile maestro, escluderemo dalle sue o-
pere la Sacra famiglia (Sala IV, n. io) la
quale altro non è se non una copia sca-
dente, dura nel segno, cruda nel colore.
Altra copia di una graziosissima cosa di
lui, l’originale della quale si trova nella
R. Pinacoteca di Parma (Sala XVI, n. 192),
è la tela che rappresenta lo Sposalizio di
S. Caterina, e che nella Guida del Museo
è indicata semplicemente come di Scuola
Parmense. Si vede nella Sala IV col num.
17. — Nè di sua mano poi, e nemmeno
copia di una sua cosa, è da ritenersi il
quadretto coi due giovinetti che ridono.
L’ originalità del tema gli ha data fortuna,
ma l’esecuzione è cattiva: secco cioè il di-
segno e senza riflessi e penembre il colo-
rito. La testa veduta di fronte è veramen-
te pessima, e il riso si converte in una
smorfia grottesca.
continua.
Corrado Ricci.

nato della nobile famiglia dei Sanvitale di Parma è argo-
mento che venne svolto pochi anni or sono in apposito
scritto da un marchese Sanvitale della medesima città ».
Questo scritto è rimasto forse nello stato di semplice
appunto o ricerca; certo non si trova stampato. Nell’In-
ventario del 1680 circa il quadro è notato con queste pa-
role: « Un quadro alto br. 2, largo br. 1, on. 6, in tavola.
Ritratto d’uomo con barba lunga, berretta in capo di vel-
luto rosso, nella destra una medaglia marcata n.° 72, l’altra
sopra parte della carega di legno et appresso un elmo e
mazza di ferro, del Parmigianino ». Dall’Inventario di Ra-
nuccio del 1587 si ha ben definito: « Un ritratto del
Conte Galeazzo Sanvitale di mano del Parmegianino ».
Costui, nelle Famiglie celebri del Litta, si dà per fedele
ai Farnese. Dopo la tragica fine di Pier Luigi (1547)
non volle in fatti cedere Fontanellato a Ferrante Gon-
zaga e abbracciare il partito imperiale. Difese il suo ca-
stello; poi fece a servigio di Francia, nelle cui milizie
era colonnello, un tentativo su Cremona che riuscì vano.

IL PALAZZO DI FABRIZIO COLONNA
A MEZZOCANNONE
Pagine della Storia di Napoli
studiata nelle sue vie e nei suoi monumenti
VI.
Il palazzo Colonna nel secolo XVIII.
I Piscopo ed 1 Mirra.
Col consigliere Felice de Gennaro finisce l’età eh’ io
chiamerò eroica nella storia del palazzo di via Mezzocan-
none. Non più proprietari o inquilini che si rendessero
memorabili per fatti di guerra o per alte magistrature
giudiziarie e municipali. Dal 1646 al 1806 per un secolo
e mezzo in cui il palazzo stette sempre in potere di una
stessa famiglia, la storia civile e politica della nostra città
 
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