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Napoli nobilissima — 3.1894

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

63

« gare che un caso simile di giustizia esemplare possa essere realmente
« accaduto in qualche parte, in Francia o in Germania, in Ispagna o
« nel Portogallo, nel Piemonte o a Napoli. Ma, finora almeno, non
« si hanno prove che sia mai, storicamente, accaduto ».
Ora il nostro amico signor Luigi Volpicella ha trovato nel Fascio
Farnesiano, n. 34, Archivio di Stato, una molto curiosa carta che rac-
conta con ogni particolare un fatto dello stesso genere, accaduto in
Ispagna nel 1624.
Questa carta è inclusa in una lettera del 26 dicembre 1624, con-
tiene varie notizie della corte di Spagna e comincia così:
« L’ultimo straordinario da Spagna venuto ha portato terribile
nuova della somma giustizia del nuovo Re (Filippo IV) che havendo
levato il carico di Cavallerizzo maggiore al Conte di Saldagna terzo
figliuolo del Duca di Lerma, et fattolo accettare al Duca dell’lnfantado
suo socero, havendo ad esso Conte dato termine di trenta giorni di
ordinare le cose sue, et di andar a servire dove a lui pareva con 500
scudi al mese di trattenimento, et non lo accettando, andasse dove
volesse, senza cosa alcuna; et havendo egli perciò rissoluto di andare
in Fiandra, comparve inanti sua maestà donna Mariana di Cordova
Dama di Palazzo, alla quale esso Conte serviva, presentando una scrit-
tura che le haveva fatto di sposarla; questa sua Maestà fatta dal Conte
riconoscere, et non la negando, volse, che sposasse la Dama, come
fece; poscia ordinò, che gli fosse troncata la Testa, per haverla de-
fiorata prima, durando la pratica un pezzo, et per lo poco rispetto ha-
vuto al Regio Palazzo; havendo con tanta risolutione apportato gran
timore, et nella Corte, et fuori ».
Ma bisogna pur dire che gli avvisi —- come ora i giornali, anzi
peggio — contengono bubbole d’ogni sorta. E a me manca ora il modo
di verificare se davvero nel 1624 un Conte di Saldana fosse decapi-
tato per la ragione anzidetta.
*
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Errata corrige.
Nel penultimo fascicolo, p. 20, col. 2.a, 1. 20, una correzione disav-
vedutamente fatta sulle bozze ha prodotto un errore sintattico che il
lettore avrà facilmente corretto da sè.
Don Fastidio.

DA LIBRI E PERIODICI
Il prof. Enrico Cocchia ha letto il io gennaio all’Accademia
Reale un’importante nota, Divagazione critica intorno al nome accade-
micodi Jacobo Sannazaro a proposito di un medaglione inedito, nella quale
difende l’autenticità di una medaglia con l’effigie del Sannazaro, e a
questo proposito, si fa a indagare, tra l’altro, pp. 29-33, l’iconografia
del Sannazaro.
*
* *
Rivista Abruzzese (Teramo, tip. del Corriere Abruzzese).
1893, Anno Vili, f. 7-8.
P. Piccirilli, Monumenti medievali sulmonesi. Scoverta di un altare
del 1300 a Porta Nuova.
Nel 1338 Nicolò Rainaldi, Vescovo di Sulmona, donò al Capitolo
della Cattedrale un altare de novo erectum a ridosso della porta nuova
di quella città. Questo altare fu ridotto nel secolo scorso ad una cap-
pellina, nascondendosi così la primitiva decorazione architettonica e
covrendosi di intonaco gli affreschi, che l’ornavano.
La decorazione è ora ricomposta nella sua integrità, essendo stata
demolita, perchè cadente, la cappellina. Costa « di un frontone ad arco

« acuto, fatto di una cornice, rivestita di fogliami, e sostenuto da mo-
li diglioni molto sporgenti, i quali di una trovata veramente artistica
« recano nelle facce laterali, a bassissimo rilievo, alcuni simboli : una
« sirena, un drago, un ercole. Nel mezzo dello spazio sotto l’arco
« acuto è scolpito l’Agnus Dei, mentre tutto il resto del timpano è
« affrescato con fasce scompartite a figure geometriche con ornati a
« grossi fogliami di svariati e brillantissimi colori. »
Gli affreschi sono tuttora ricoverti d’intonaco, ma dai saggi fatti
il Piccirilli argomenta che anche essi potranno riaversi integralmente.
f. 11-12.
Domenico Tarassi. Sulla patria di Silvestro Ariscola.
Prova con documenti che questo scultore del rinascimento, autore
del monumento di S. Bernardino in Aquila e di altri lavori in altre
città di Abruzzo, sia nato a Sulmona e non ad Aquila, come s’era
fin qui creduto.
1894, Anno IX, f. 1 :
P. Piccirilli, Un argentiere Aragonese del sec. XV e la scuola di Ni-
cola di Guardiagrele.
Descrive una croce di argento, ornata da un crocefisso in rilievo
e da vari gruppi di figure rappresentanti la deposizione, le Marie e
alcuni santi, che si conserva della chiesa di S. Nicola di Caramanico.
Un’iscrizione avverte che la proce fu fatta nel 1489 da un Johan-
nes Ricz [ius] de Anglono, il quale, secondo pare al Piccirilli, dovette
essere uno scolare o almeno un imitatore di Nicolò di Guardiagrele.
f- 3-4-
L. Fioravanti. Le Croci de’ Morti.
Richiama l’attenzione su alcune croci solite, un tempo a portarsi
nelle esequie nei paesi d’Abruzzo. Differiscono da quelle processuali,
tanto studiate finora, pel metallo (rame) onde sono fatte; ma sono
anch’esse ornate di bassorilievi e di smalti.
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Marcellin Pellet, Naples contemporaine,Paris, Charpentier, 1894.
È questo, senza dubbio, uno dei libri migliori scritti da stranieri
intorno alla nostra città e alla vita napoletana. L’autore, ch’è stato
per alcuni anni console di Francia in Napoli, ha speso bene il suo
tempo, studiando le cose nostre; e del suo studio è frutto questa
pubblicazione, ch’egli modestamente chiama frammenti.
Il libro s’apre con un cenno sulla formazione e sull’accrescimento
della città, sui quartieri poveri, sui bassi, sui fondaci, sulla grama vita
plebea; un secondo capitolo è consacrato al servizio delle acque; il
terzo alla questione delle fognature; il quarto alle cerimonie funebri
napoletane, alle arciconfraternite, ai cimiteri; il quinto alla camorra;
il sesto al servizio di polizia e di pubblica sicurezza, e gli altri al
Banco di Napoli, alle opere pie, al giuoco del lotto, alla stampa
periodica, alle feste popolari, alla Madonna dell’Arco e alla sua ricca
rivale di Pompei; il tredicesimo ha un bozzetto vivo e vero della mo-
naca di casa; il quattordicesimo tratta delle missioni dei liquoristi, un
altro s’occupa di Santa Lucia, un altro ancora s’intrattiene sui van-
taggi e sugli svantaggi che ha avuto Napoli dalla unificazione d’Italia.
L’ultimo capitolo: Napoli nel secolo XVI contiene alcuni aneddoti
della vita napoletana, tratti in gran parte dai noti manoscritti dei
Corona.
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Mittheilungen des K. Deutschen Archaelogischen Instituts. Roemische
Abtheilung (Roma, 1893).
Mau A., Ritratti di Livia e di Agrippina Minore. Si occupa di una
testa del nostro Museo Nazionale, che dice rappresentare Livia, non,
 
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