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Napoli nobilissima — 3.1894

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

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nanzi le fabbriche angioine, fortificandole con una scogliera
di grossi macigni G). Ad ogni modo, nelle Cedole di Te-
soreria si notano, al io luglio 1451, due. 150 per le nuove
costruzioni al molo grande, ed anche due. 100, pagati al
13 ottobre, a maestro Giordano Onofrio di Giordano, in
conto dei lavori della fontana che vi sorgeva (2 3 4 5). Poco dopo,
quando per tema della flotta Genovese, che vociferavasi
minacciasse impossessarsi delle navi ancorate nel porto,
Alfonso affrettossi fortificarlo, il 13 aprile 1453 faceva
consegnare al suo bombardiere Guglielmo lo Monaco due.
47 e tari 4 per spese occorrenti a piazzare sul lido grosse
bombarde. Ed ordinava pure cingersi il molo di parapetti
e grosse mura con piperai che cavavansi dalla collina che
soprasta la chiesa di S. Lucia al Monte, ove, in quel mese,
erano addetti 400 tagliamonti ad estrarre pietre per la
fabbrica del molo (3). I lavori, però, di cui si ha pure no-
tizia al 1455 (4), non cessarono in appresso. Imperocché
il 28 febbraio del 1458 furono portati in esito due. 1717
per spese fatte sia per la fabbrica del molo grande, sia
pure per la costruzione di un piccolo ponte verso S. Pie-
tro martire (5). E più tardi, un Giovanni de la Boda era
incaricato far drizzare un muro fra il Castelnuovo ed il
molo, dandoglisi, al 13 novembre 1463, due. 3 per gli
operai che lo avevano costruito (6 7).
Narra un cronista che nell’anno 1470 Ferdinando I di
Aragona « principiò ad ampliare Io molo grande dove fo
« facta una grandissima spesa per ordine de uno suo cap-
« pellano nomine messere Imbrusca ». E si ricordano « certe
« casse de ligname bene chiavate impecate dove luna mon-
« tava da circha mille ducati », le quali « varate et poste
« in mare li mastri fabricatori li ponevano in fabrica de
« sopra, et quella la scendevano dove la volevano in modo
« che uneano a la pianeza del molo pigliandone designo
« del fondo ». Cosicché « fra le casse et fabrica » furono
allora spesi oltre a 200 mila ducati (7).
Il re Ferdinando, però, che con quei lavori non aveva
fatto che proseguire e portare a compimento l’opera iniziata
dal padre, faceva sorgere, pure, nel 1477, sulla punta del
molo una torre ad uso di lanterna. Un Luca Bengiamo,
1’8 settembre, aveva ricevuto l’incarico di costruirla a pro-
prie spese, dovendone sostenere in prosieguo anche quelle

(1) Carletti, Topografia di Napoli, p. 81.
(2) Cedola 12, fol. 157. Minieri-Riccio, Alcuni fatti di Alfonso 1
d’Aragona, Arch. Stor. Nap., voi. VI, p. 412-413. Altri pagamenti per
la fontana segnansi nell’anno 1466. Barone, Le cedole di Tesoreria,
Arch. cit., voi. IX, p. 210.
(3) Minieri-Riccio, Alcuni fatti ecc., 1. c., p. 418.
(4) 1 Minieri-Riccio, Ivi, p. 430.
(5) Ivi, p. 430 e 459.
(6) Barone, Le cedole di Tesoreria, Arch. Stor. Nap., voi. IX, p. 20.
(7) Notar Giacomo, Cronaca, p. 122.

di manutenzione; e per questo gli furono concessi alcuni
dritti su quelle navi che entravano nel porto I1).
Ancora, intorno a quel tempo, altre fabbriche s’erano
levate al molo piccolo. E del prezzo dei lavori in ducati
100, ricevuti dalla regia Curia, ne facevano quietanza, il
25 gennaio 1480, un Pascariello de Conterio piperniero
assieme ad altri muratori (2).
Alfonso I d’Aragona nel 18 ottobre 1446 aveva con-
cesso a Pietro Sans, capitano della città di Napoli, l’acqua
fluente volgarmente detta dello Lavinaro, ed un terreno,
ivi presso, sino al ponte del Carmine; e con esso pure il
muro del vecchio Arsenale (3), quello fatto costruire, nel
1337, da Roberto d’Angiò sulla spiaggia Maricino, e che
poi, sappiamo, essere stato, nel 1444, di già abbandonato
et destructo (4).
È noto che nel 1455 e 1466 furono pagate somme per
lavori fatti eseguire nell’antico arsenale presso il molo (5);
e nell’anno 1467, i maestri scarpellini Francesco Lombardo
e Iacopo de Martino assumevano l’obbligo di costruirvi
due grandi navate, ognuna di 12 archi ed ir pilastri di
pietra tagliata, ricoverti di travi e di tavole d’abete, rice-
vendo, al 31 maggio 1468, due. 125, compimento di due.
825, come prezzo delle opere eseguite (6). Oltre a ciò, Fer-
dinando aveva ordinato fossero anche edificate nell’arse-
nale alcuni magazzini presso la porta del molo, pei quali,
al 27 aprile 1471, si segnano pagati in conto due. 40 (7),
ed altre somme trovansi notate in esito, nel 1474, per
ulteriori lavori fatti alle arcate (8 9).
Trovo scritto che nell’anno 1494, costruironsi « con
« gran furia allo Jarcenale de Napoli 45 galere, et 4 ga-
« liune molto grosse et 4 scorpiune », le quali erano ar-
mate con « quattro bombarde per uno che menano du-
« cento libre de petra per uno » (9). Ma, poco appresso,
incalzati gli eventi, due giorni innanzi che Carlo Vili en-
trasse in Napoli da conquistatore, il giovane re Ferdinando
d’Aragona, attesta un contemporaneo, « fece brasar el suo

(1) Spadetta, La lanterna del molo, Napoli Nobilissima, anno I,
fase. 7.
(2) Barone, Le cedole di Tesoreria, 1. c., p. 403. Filangieri, Doc.
per la storia, le arti ecc., voi. V, p. 137.
(3) Arch. Municipale. Trib. della Fortificazione, Atti originali, voi. I,
n. 1903, fol. 123. « Nel 1488, scrive Leostello, furono trovati molti
« ducati de oro al Carmino a la marina dove era già lo tercenale
« vecchio, et durò uno mese et più ». Filangieri, Doc. ecc., voi. I,
p. 171.
(4) Descrizione della città di Napoli e statistica del regno nel 1444,
Arch. Stor. Nap., voi. II, p. 731-732.
(5) Minieri-Riccio, op. e 1. cit., pag. 430. Barone, op. e 1. cit.,
p. 206 e 213.
(6) Barone, Ivi, p. 217. Anche nel 24 dicembre di quell’anno fu-
rono pagati due. 50 per l’edificio dell’arsenale ». Ivi, p. 221.
(7) Barone, Ivi, p. 233.
(8) Ivi, p. 398.
(9) Giuliano Passaro, Giornali, p. 59.
 
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