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NAPOLI NOBILISSIMA
Alla torre a sinistra della porta si appoggia, col fianco,
un ampio balaurdo, che protegge la porta stessa con offesa
di fianco, e la copre con un orecchione arrotondato, im-
pedendo che potesse esser battuta con tiri d'infilata.
Innanzi alla porta Alfonsina vi era ed esiste tuttora, seb-
bene rinnovata, un'altra porta praticata nel muro, che,
come si vede nel disegno, costituiva una linea di difesa
più avanzata, a proteggere l'ingresso nella città. Dinanzi
a questo muro correva il largo fosso, ora in quel tratto
ricolmo.
Il Pacichelli ed altri ci dicono che si entrava in Otranto
passando per tre porte, una avanti l'altra. Ma di questa
terza porta, che, probabilmente, si apriva sul muro di con-
troscarpa, e proteggeva l'imbocco del ponte che dovea
attraversare il fosso, non si vede più traccia.
Muraglione franato e torre aragonese rimasta scoperta
(da fotografia).
L'asse della porta esterna è molto spostata ed obliquo
rispetto a quello della porta Alfonsina; in guisa da otte-
nersi più entrate reverse, come diceva Francesco di Giorgio
Martini.
Del bastione adiacente alla torre Alfonsina non rimane
che la parte più vicina alla torre stessa: il resto è stato
tutto demolito, per far luogo alla costruzione di una strada
e di un piazzale sulla spiaggia.
La fronte rivolta ad est è costituita dall'alta muraglia
di rivestimento della roccia su cui sorgono le estreme
case di Otranto, imminenti sul mare. Nel primo tratto di
questa muraglia, e propriamente in quello fra il bastione
della porta Alfonsina ed i primi due ripiegamenti che s'in-
contrano e che formano un piazzaletto sporgente nel mare,
l'antico muro è stato anche demolito per la costruzione della
strada di cui già si è fatto cenno. Da quel piazzaletto sino
all'estremità sud della fronte, il muro va diritto, anziché
seguire la linea spezzata che mostra la pianta del se-
colo XVII. È un muro di cattiva struttura di pietrame
grezzo, con malta di semplice bolo; e fu fatto dai Fran-
cesi al principio del secolo XIX.
Dove questa fronte orientale s'incontra con quella a
sud, trovasi il così detto « Fortino » a forma di bastione,
una faccia del quale batte il porto, e l'altra, col fianco
adiacente, l'ampio fosso che da quella parte cinge il ca-
stello. È anche questa opera dei Francesi, ed è della me-
desima cattiva struttura della muraglia; struttura che ha
dato prova di poca solidità; poiché tutto il rivestimento del
fianco e di un tratto della faccia adiacente all'angolo di
spalla rivolto al mare, è completamente franato, lasciando
scoperta la torre aragonese a cui ho accennato più su. Que-
sta si vede disegnata nella nostra pianta, da cui si scorge
che fu già utilizzata per costruire un fianco di quel ba-
stione. Tra il « Fortino » ed il castello corre una cortina,
lunga metri 52 circa, la cui struttura presenta l'aspetto
più confuso che si possa immaginare. Il tratto più vicino
al castello ne è stato abbattuto per formare una discesa
nel fosso: era costituito da un enorme muro di pietrame
con malta, frosso circa io metri. Il resto mostra tre or-
dini di muratura, diverse per epoca, sovrapposte l'uno
all'altro, chi sa per quali adattamenti; i cui piani di posa
anziché essere orizzontali, sono in lieve pendenza e pa-
ralleli. Tutta questa enorme parete è bucata da finestre e
finestroni recenti, da feritoie, da vuoti lasciati per pietre
tolte, e da buchi di ogni specie. Si vede una pietra più
grande, rettangolare, ma tutta corrosa, che sembra abbia
dovuto contenere uno stemma. Nell'interno della cortina
erano alcuni locali, forse per uso di magazzino o altro, con
comunicazioni sotterranee. Qualcuno ne è ancora utiliz-
zato; altri sono in rovina ed inaccessibili.
continua.
Gennaro Bacile di Castiglione
Capitano del Genio.
IL CHIOSTRO
DEL CONVENTO DI PIEDIGROTTA
Fra i tanti monumenti che abbellano la nostra città,
uno sfuggito finora agli studiosi di patrie memorie, e del
quale neppur le guide più antiche fanno cenno, è per l'ap-
punto l'ex-convento dei canonici lateranensi, attiguo alla
chiesa di Santa Maria di Piedigrotta: convento che, pur-
troppo, oggi è stato adibito ad ospedale della Regia Ma-
rina. E pure, in esso si ammira ancora un bellissimo
chiostro, il quale, non ostanti inconsulti restauri — e
fossero semplicemente restauri! — da cui è stato de-
NAPOLI NOBILISSIMA
Alla torre a sinistra della porta si appoggia, col fianco,
un ampio balaurdo, che protegge la porta stessa con offesa
di fianco, e la copre con un orecchione arrotondato, im-
pedendo che potesse esser battuta con tiri d'infilata.
Innanzi alla porta Alfonsina vi era ed esiste tuttora, seb-
bene rinnovata, un'altra porta praticata nel muro, che,
come si vede nel disegno, costituiva una linea di difesa
più avanzata, a proteggere l'ingresso nella città. Dinanzi
a questo muro correva il largo fosso, ora in quel tratto
ricolmo.
Il Pacichelli ed altri ci dicono che si entrava in Otranto
passando per tre porte, una avanti l'altra. Ma di questa
terza porta, che, probabilmente, si apriva sul muro di con-
troscarpa, e proteggeva l'imbocco del ponte che dovea
attraversare il fosso, non si vede più traccia.
Muraglione franato e torre aragonese rimasta scoperta
(da fotografia).
L'asse della porta esterna è molto spostata ed obliquo
rispetto a quello della porta Alfonsina; in guisa da otte-
nersi più entrate reverse, come diceva Francesco di Giorgio
Martini.
Del bastione adiacente alla torre Alfonsina non rimane
che la parte più vicina alla torre stessa: il resto è stato
tutto demolito, per far luogo alla costruzione di una strada
e di un piazzale sulla spiaggia.
La fronte rivolta ad est è costituita dall'alta muraglia
di rivestimento della roccia su cui sorgono le estreme
case di Otranto, imminenti sul mare. Nel primo tratto di
questa muraglia, e propriamente in quello fra il bastione
della porta Alfonsina ed i primi due ripiegamenti che s'in-
contrano e che formano un piazzaletto sporgente nel mare,
l'antico muro è stato anche demolito per la costruzione della
strada di cui già si è fatto cenno. Da quel piazzaletto sino
all'estremità sud della fronte, il muro va diritto, anziché
seguire la linea spezzata che mostra la pianta del se-
colo XVII. È un muro di cattiva struttura di pietrame
grezzo, con malta di semplice bolo; e fu fatto dai Fran-
cesi al principio del secolo XIX.
Dove questa fronte orientale s'incontra con quella a
sud, trovasi il così detto « Fortino » a forma di bastione,
una faccia del quale batte il porto, e l'altra, col fianco
adiacente, l'ampio fosso che da quella parte cinge il ca-
stello. È anche questa opera dei Francesi, ed è della me-
desima cattiva struttura della muraglia; struttura che ha
dato prova di poca solidità; poiché tutto il rivestimento del
fianco e di un tratto della faccia adiacente all'angolo di
spalla rivolto al mare, è completamente franato, lasciando
scoperta la torre aragonese a cui ho accennato più su. Que-
sta si vede disegnata nella nostra pianta, da cui si scorge
che fu già utilizzata per costruire un fianco di quel ba-
stione. Tra il « Fortino » ed il castello corre una cortina,
lunga metri 52 circa, la cui struttura presenta l'aspetto
più confuso che si possa immaginare. Il tratto più vicino
al castello ne è stato abbattuto per formare una discesa
nel fosso: era costituito da un enorme muro di pietrame
con malta, frosso circa io metri. Il resto mostra tre or-
dini di muratura, diverse per epoca, sovrapposte l'uno
all'altro, chi sa per quali adattamenti; i cui piani di posa
anziché essere orizzontali, sono in lieve pendenza e pa-
ralleli. Tutta questa enorme parete è bucata da finestre e
finestroni recenti, da feritoie, da vuoti lasciati per pietre
tolte, e da buchi di ogni specie. Si vede una pietra più
grande, rettangolare, ma tutta corrosa, che sembra abbia
dovuto contenere uno stemma. Nell'interno della cortina
erano alcuni locali, forse per uso di magazzino o altro, con
comunicazioni sotterranee. Qualcuno ne è ancora utiliz-
zato; altri sono in rovina ed inaccessibili.
continua.
Gennaro Bacile di Castiglione
Capitano del Genio.
IL CHIOSTRO
DEL CONVENTO DI PIEDIGROTTA
Fra i tanti monumenti che abbellano la nostra città,
uno sfuggito finora agli studiosi di patrie memorie, e del
quale neppur le guide più antiche fanno cenno, è per l'ap-
punto l'ex-convento dei canonici lateranensi, attiguo alla
chiesa di Santa Maria di Piedigrotta: convento che, pur-
troppo, oggi è stato adibito ad ospedale della Regia Ma-
rina. E pure, in esso si ammira ancora un bellissimo
chiostro, il quale, non ostanti inconsulti restauri — e
fossero semplicemente restauri! — da cui è stato de-