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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 14.1905

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Nr. 12
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Varietà intorno al "Lazzari"[3]
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Notizie ed osservazioni
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https://doi.org/10.11588/diglit.71025#0207

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

N1

Livida massa di rettili sbuca
Dal fiore di corrotte acque palustri.
Dei ben sociali orbato,
Usa i ben di natura, ed in ferino
Amplesso si profonda;
E colle vuote vene e l'affamato
Bacio pure propaga il suo destino:
La povertà è feconda!
È una strofe assai bella, nella quale, toltane la remini-
scenza letteraria alquanto fredda dei versi 2-3 e la negli-
genza prosaica del verso 7, tutto è ispirato da vero sen-
timento che diventa fantasia plastica. Quella plebe che
con le vene vuote di sangue, e col bacio affamato si pro-
fonda in amplessi ferini, e propaga la sua specie, si può
dire il lato tragico dello spettacolo che il Béranger, in
una delle sue canzonette, presentava dal lato allegro:
Les Gueux, les Gueux,
Sont les gens heureux,
Ils s' aiment entre eux....
Quel Dieu se plait et s' agite
Sur le grabat qu'il fleurit?
C' est l'Amour qui rend visite
A la Pauvreté qui rit.
Fortunati coloro, che potevano mendicar la vita, met-
tendo in mostra i loro malanni! Era, la loro, quasi una
condizione privilegiata nella lotta per la vita combattuta
giorno per giorno da quelle masse di uomini, che non
trovavano neppure la relativa stabilità del domani in una
dura irreggimentazione di lavoro. Fortunati i rachitici, gli
scrofolosi, i ciechi!
Su dal putrido strame
Sorge la nuova prole, ed oli felici
Color che la natura ebber matrigna!
Color, cui torce il non adulto ossame
O pasce il turpe viso, o degli offici
Cari froda dei rai linfa maligna!...
Altri s'industriano col raccogliere per le vie i mozzi-
coni di sigari, e dormono la sera sui gradini delle chiese:
L'altra turba puerile,
Di tetto orba e di pane, ora i fumanti
Del contorto tabacco abietti estremi
Insegne, e cribra lo spazzo più vile;
O fra latrine, terra aura esalanti,
Mille di morte bee futuri semi!
Sui calpestati marmi
E gelidi dei sacri atrii depone
La sera il corpo ignudo,
Finché dei bronzi ai mattutini carmi
Destasi, e sulle spalle il reo s' impone
Carco dal viver crudo.
Anche qui si può notare il miscuglio, proprio del Pa-
dula, d'immagini poetiche e di reminiscenze letterarie,

spesso abilissimamente adattate, ma stridenti sempre con
le prime. I mozzonari di Napoli sono drappeggiati in stile
togato; e nella strofe seguente si possono vedere nello
stesso stile tradotti i monelli che corrono dietro le car-
rozze, e il cocchiere signorile in alta livrea, che ne li
scaccia a colpi di frusta:
Stanchi deh quante volte
Questi selvaggi io vidi alle correnti
Vostre bighe di tergo avvincolarsi!
Orgoglio invidioso invan di folte
Ferree punte 1' armò; sulle pungenti
Ferree punte color vidi posarsi.
Dal profanato cocchio,
Dietro le spalle l'eminente auriga
Scuotea il flagel sonante,
Ed a quei tristi ora feriva un occhio,
Ora le nari, e il sangue in doppia riga
Piovea sopra il sembiante.
La descrizione termina con una mossa che abbiamo vi-
sto diventar poi motivo di ispirazione ben altrimenti ter-
rificante, in certe lugubri canzoni dei cafés chantants di
Parigi:
Su questa maledetta
Genia, chi il guardo abbassa? e se il sentiero
Hanno smarrito, chi li cerca e plora?
Uno solo li adocchia, un sol li aspetta,
Il patibolo, il qual sublime e nero
Dice, mirando in giù: Crescete ancora!
Ma l'Italia nuova ha abolito la pena di morte, e l'im-
magine non potrebbe ora più adoperarsi: il che non vuol
dire che non troverebbe i suoi sostituti in altre immagini
egualmente ridenti.
Allorché il Padula era insegnante in un liceo di Na-
poli, aveva tra i suoi scolari un giovinetto che si chia-
mava Salvatore di Giacomo, carissimo al maestro che lo
ringrazia nella prefazione di un suo libretto di versi per
gli aiuti datigli nel correggerne le bozze !1). E Salvatore
di Giacomo doveva effondere in un intero ciclo di poe-
sie e di prose questa vita di tragiche miserie del popolino
napoletano, che il Padula tentava di schizzar cinquant'anni
fa nella sua canzone, impacciata ancora di retorica, ma che
pur lascia scorgere, a tratti, la palpitante commozione della
realtà. B. C.

NOTIZIE ED OSSERVAZIONI
Commissione municipale dei monumenti.
Nella sua adunanza del 24 novembre, la Commissione ha discusso
dei seguenti argomenti:
I. Si è informata della relazione circa i restauri della chiesa di
S. Maria a Piazza, speditasi al municipio, con l'aggiunto progetto di
demolizione delle casette aderenti alla cripta di S. Agrippino.

(1) Vedi il fascicolo di Poesie varie di V. P., Napoli, De Angelis,
1878, pref.
 
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