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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 14.1905

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Nr. 9
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Varietà intorno al "Lazzari"[1]
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Notizie ed osservazioni
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https://doi.org/10.11588/diglit.71025#0159

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

143

l'espressione insultante di Barlaymont, che li aveva chia-
mati un tas de gueux.
Che dire poi delle altre etimologie fin qui proposte?
Di quella, per esempio, che lo deriva da una famiglia di
cognome Lazzaro? E dell'altra del Mazzarella Farao... Ma
state a sentire, tanto per ridere.
Il Mazzarella Farao, uno di quei dotti cui la dottrina
nuoce, adornando di postille il Vocabolario napoletano nel
quale era contenuta la noterella etimologica del Galiani,
sconcertato al vedere la semplicità e sicurezza di quella
congettura, — egli, che non riputava buone etimologie se
non quelle faticose, cioè inverisimili, dedotte dall'ebraico
e dal caldaico, o almeno almeno dal greco, — osservava:
« Non sarebbe però vietato ad un filologo di trarre l'etimo-
logia di lazzaro, per quanto sia ingegnosa la finora enun-
ciata, da Xà^wv, temerario, ch'è il distintivo di tale ciurma-
glia, o da Xaó$, populus, e propriamente la bassa plebe,
che col poco onorifico nome di canaglia vien distinta...».
Perchè dovrebbe essere vietato, caro il nostro Mazza-
rella Farao? Ciascuno ha i suoi passatempi, e il tuo erano
le cattive etimologie.
continua.
B. C.

NOTIZIE ED OSSERVAZIONI
Commissione municipale pei monumenti.
Tornata dell'ii agosto 1905:
I. Si propone, su relazione di speciale sottocommissione, che il di-
pinto di Silvestro Buono, rappresentante S. Giovan Battista ed esistente
nella chiesa di S. Giovanni a Mare, sia passato dalla tavola sulla tela,
per salvarlo da sicura rovina.
2. Si approva una relazione circa i resti architettonici resultanti
dalle demolizioni dei monasteri della Sapienza e della Croce di Lucca,
proponendosi la conservazione di quelli del palazzo D'Aponte.
3. Si approva un progetto concernente la chiesa di S. Maria a
Piazza e i suoi contorni, onde si avrebbe anche il vantaggio di met-
tere in evidenza la parte posteriore della chiesa di S. Agrippino. Il
progetto viene trasmesso all'ispettorato del risanamento.
4. Si legge una relazione del prof. De Petra circa gli avanzi delle
antiche mura di Napoli, ora venuti in luce. Il De Petra dà ragguagli
anche circa la scoperta di un vaso di terracotta, presso l'edilizio uni-
versitario, che può essere elemento importante per la questione circa
il sito di Palepoli.
5. Si approvano i disegni da spedire a Roma al Museo Forense
sugli avanzi della civiltà romana in Napoli.
Deturpazioni nel Duomo di Canosa.
Dal direttore dell'Ufficio regionale pei monumenti, riceviamo:
« Caro amico, in una nota del fascicolo di agosto p. p. di code-
sto periodico, dal titolo « Minacciato deturpamento della Cattedrale
di Canosa », Don Fastidio accenna all'Ufficio regionale che « non
troverebbe in sè la forza per negare l'autorizzazione » chiesta dalla

Commissione municipale per elevare le volte delle navate laterali al-
l'istessa altezza di quella centrale.
« Le cose stanno invece così: nel verbale di riunione dei fabbri-
cieri, del maggio u. s., trovasi consacrato, con firma mia, il diniego
alla strana richiesta.
«In séguito, informato che alcuni turbolenti volevano ricorrere
alla violenza per demolire quelle volte, ricorsi al prefetto di Bari af-
finchè avesse evitata la minacciata manomissione del monumento.
« Ma la Commissione di fabbriceria, non paga del mio divieto,
mi fece prima trasmettere lo spaccato di un progetto — di cui non
tenni nessun conto, perchè firmato da persona che non rivestiva ca-
rattere ufficiale — e poi rivolse, 1'8 giugno, una istanza a S. E. il
Ministro della P. I., chiedendo appunto ciò che da me non aveva po-
tuto ottenere. E siccome si era precedentemente parlato di antiche
murature venute a luce e di saggi in esse praticati, io, a solo titolo
di studio, e per rispondere alle sollecitazioni del Ministero che do-
mandava il mio parere, chiesi un grafico delle pareti laterali e al-
quante sezioni trasversali, in cui chiaramente apparissero i limiti tra
la fabbrica antica e la nuova e le tracce dei demoliti matronei.
« Ecco, così, ristabilita la verità.
« Con affetto — Adolfo Avena ».
Dalla quale lettera risulta che presso il Ministero della pubblica
istruzione si fanno i tentativi da noi deplorati, e che lo stesso Ufficio
regionale di Napoli disapprova. Ci auguriamo che l'Ufficio sosterrà
validamente presso il Ministero le ragioni della sua disapprovazione,
e che la Direzione generale di belle arti farà il suo dovere.
Deturpazioni nella chiesa di S. Paolo.
Questa chiesa era fra le meglio conservate di Napoli, e solo era
necessario impedire in essa il deperimento degli affreschi delle vòlte:
il che non si è fatto. Ma invece si sta facendo qualche cosa che è
veramente obbrobriosa. Le antiche vetrate, belle, preziose, uniche in
Napoli, si vanno ora balordamente togliendo via, e sostituendole con
larghi vetri di orrido disegno, di smaglianti e stonatissime tinte, che
trafiggono l'occhio e l'anima di chi ama il bello e odia il brutto.
Denunziamo anche questo danno, — che si potrebbe ancora im-
pedire, — all'egregio arch. Avena!
Un QUADRO DEL BONITO A MADRID.
L'amico G. Cosenza ci scrive:
« In una recente visita da me fatta al Museo del Prado di Ma-
drid, ebbi la grata sorpresa di trovarvi, nel passaggio tra la sala di
entrata e quella di Alfonso XIII, l'originale di uno dei due quadri di
turchi del Bonito, l'ambasceria di Hagi Hussein Effendi, di cui si con-
serva copia nel palazzo reale di Napoli. Esso porta la firma dell'autore
e la data del 1742. È così tolto ogni dubbio sull'autenticità dell'opera,
a cui accennai nel mio lavoro pubblicato in questa Rivista (voi. XI,
fasc. VI sg.). Aggiungo, che certamente il quadro di Napoli è una
copia uscita dalle mani dello stesso autore, così come i due quadri
posseduti dal cav. Giardino, giacché si trova menzionato nell'elenco
delle opere inventariate dopo la morte del pittore, in un atto che fa
parte del processo che si conserva nell'Archivio di Stato di Napoli.
« Invano feci ricerca nello stesso Museo di Madrid dell'altro qua-
dro rappresentante l'ambasceria tunisina, la cui copia trovasi anche
nel palazzo reale di Napoli; ma mi prometto eseguire altrove tale
ricerca, con molta speranza di successo ».
 
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