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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 14.1905

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Nr. 6
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Morellini, Domenico: La fonte di alcuni successi de' Mss. Corona[2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.71025#0105

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

89

LA FONTE DI ALCUNI SUCCESSI
DE' MSS. CORONA

(Contin. — v. num. prec.).
III.
Di Domizio Marchese (0.

Fra il sèguito numeroso di cavalieri, che nel 1518 ac-
compagnarono in Polonia la regina Bona, figlia di Gian
Galeazzo Sforza e di Isabella d'Aragona, era anche, con
Prospero Colonna, Domizio Marchese. Essendosi questi
ammalato gravemente, fu da un medico, ch'era ai servigi
del cardinal d'Este, consigliato a prender certe pillole,
che in breve tempo apportarono all'infermo un notevole
miglioramento. Avvenne che un giorno Domizio, trovan-
dosi in casa solo con un servo polacco, volle un'ostia per
meglio inghiottire una pillola, ma non sapendosi esprimere
in lingua polacca, nè il servo polacco comprendendo l'ita-
liano, il Marchese cercò di esprimersi con segni. Il servo
credette che il padrone, sentendosi male, chiedesse il via-
tico, e corse per il prete. Domizio, vedendo giungere in
camera il prete col viatico, protestò energicamente come
poteva, ma non ci fu verso di farsi comprendere, anzi
per poco non ricevette da quei polacchi un brutto scherzo,
poiché fu da essi creduto un indemoniato. Giunse final-
mente uno che era stato molti anni a Roma, e l'equivoco
fu chiarito.
Il Successo fu copiato dalla novella III, 34, del Bandello,
con la differenza che quel ridicolo equivoco non capitò a
Domizio Marchese napoletano, sì bene a Girolamo della
Penna, perugino, valoroso soldato di Prospero Colonna.
Bandello.
.... il signor Girolamo della
Penna perugino, cavaliere valo-
roso ed antico partigiano di casa
Colonna, infermò gravemente; il
che alquanto tardò la partita. Era
altresì in Polonia l'illustrissimo e
reverendissimo cardinale da Este,
venuto anco egli con onorata corte
per onorar le dette nozze; il qua-
le intendendo la infermità del ca-
valiere, l'andò a visitare. Era con
lui il medico suo italiano, che
all'infermo fece di molti rimedi;
di maniera che cominciò a preva-
lersi ed uscir di pericolo; onde

Ms. Corona.
.... il signor Domizio s'infermò
gravemente; per il che si ritardò
la tornata del Colonna in Italia(2).
Era altresì in Polonia il signor
cardinal d'Este,
venuto anch'egli con onorata corte
per onorar le dette
nozze, il quale avendo condotto
seco un
medico italiano
applicò al signor Domizio molti
medicamenti con i quali cominciò
a prevalersi ed uscir di pericolo.

(1) Mss. Corona, cod. X. C. 21. della Naz. di Napoli.
(2) Il Colonna, tornato in Italia, diffuse il motto sanguinoso che
il re Ladislao ripeteva a' suoi cortigiani contro la novella sposa: « Re-
gina Bona tulit nobis tria bona, faciem pictam, monetam fictam et
vulvam non strictam ».

veggendo il signor Prospero che
l'infermo prendeva gran miglio-
ramento, se ne venne verso Ita-
lia. Il signor Girolamo con i suoi
servidori, provisto di quanto gli
bisognava, rimase in casa d'un
Polacco.

Onde vedendo il signor Domi-
zio (sic!)

(1) con i suoi servidori, provvisto
di quanto bisognava, restò in casa
d'un Polacco.

La novella del Bandello fu scritta prima del 1523 (2);
nel Successo non è nessun accenno speciale che ci possa
indicare approssimativamente l'epoca in cui fu scritto,
ma è da credere che sia di parecchio posteriore come gli
altri. Ma perchè mai il compilatore del manoscritto avrà
voluto mutare in Domizio Marchese il nome di Girolamo
della Penna, ed attribuire ad un napoletano quanto il Ban-
dello afferma essere capitato ad un perugino? Le ultime
parole del Successo, che mancano affatto nella novella,
se non erriamo, dànno la spiegazione di questo strano mu-
tamento.

Bandello.
. . . . (il quale (il Della Penna)
in breve guarito, se ne ritornò in
Italia, e spesso fa, narrando il caso
come fu, rider chi l'ascolta, con-
fessando che in effetto ebbe una
grandissima paura di non esser
sulla strada, come un cane, git-
tato.

Ms. Corona.
.... il quale (Domizio Marchese)
in breve guarito se n'è ritornato
in Italia et in Napoli, ove narran-
do il caso, diede(3) bene materia
di ridere a chi ascoltavalo, ma
assai più di commiserarne l'igno-
ranza confessando egli che in ef-
fetto ebbe una grandissima paura
di non esser preso et carcerato
per un malefico e fattochiaro ter-
minar miseramente i suoi giorni.
È un innocuo sfogo personale contro questo Domizio
Marchese, cui regala, e neppure a ragione, il titolo d'igno-
rante. E che l'autore de' Successi si compiacesse di questi
sfoghi personali, abbiamo una conferma anche nel seguente.

IV
Di D. Roderico de Siviglia, del sig. Gaspare d'Acquino
e di D. Fabrizio Carafa (4).
Roderico di Siviglia, notissimo per i suoi motti mor-
daci, andò una volta a far visita a Vittoria della Solfa,
nuora del cav. Giovanni del Tufo, la quale era ammalata
di parto. Nella camera della puerpera trovò fra altri Ga-
spare d'Aquino e Fabrizio Carafa, che, venuti anch'essi
per far visita all'ammalata, se ne stavano rovesciati sulle

(1) Anche qui il compilatore saltò completamente almeno una riga,
ed il senso n'esce tutto storpiato.

(2) D. Morellini, op. cit., pag. 171.

(3) Si osservi, a conferma di quanto dissi sopra per la cronologia,
che mentre il Bandello usa il tempo presente — e spesso fa... rider
chi l'ascolta — - nel Successo troviamo il passato remoto — diede
bene materia di ridere — onde sulla priorità della novella non può
essere nessun dubbio.

(4) Mss. Corona, cod. X. C. 21, pag. 152 della Bibl. Naz. di Napoli.
 
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