apoli nobilissima
RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA
Vol. XIV.
Fasc. VI.
LE TOMBE DELLE DUE IMPERATRICI
IN ANDRIA
Nel febbraio passato, dopo che da molti mesi si di-
scorreva delle ricerche che si eseguivano ad Andria, nella
cattedrale, per le tombe delle due imperatrici, mogli di
Federico II, colà sepolte, — si lesse sui giornali un grido
di allarme contro le ciarlatanerie che l'amministrazione
comunale di Andria e qualche architetto governativo sta-
vano perpetrando. Si parlò di fantastici rinvenimenti, di
danaro sciupato, di ricostruzioni cervellotiche, e di falsifi-
cazioni; si ricordò che studiosi tedeschi lavoravano intorno
allo stesso argomento; e si concluse col solito fervorino
intorno alla cattiva figura che la « scienza italiana » ri-
schiava di fare di fronte alla straniera.
L'allarme non restò senza conseguenze: all'amministra-
zione municipale di Andria fu subito dalla Direzione gene-
rale di belle arti inibito, per mezzo del prefetto, di più
oltre toccare pur una pietra della chiesa: all'architetto che
aveva studiato pel primo l'edifizio venuto a luce e i fram-
menti sculturali ritrovati, fu tolto l'incarico; e sulla sua
opera, gettato lo scredito, quasi egli fosse un qualsiasi ar-
fasatto, e non già un uomo invecchiato nello studio e nel-
l'amore dell'arte italiana. Confesso che io stesso, a quel
clamore, dubitai per un momento che il mio buon amico
Ettore Bernich si fosse lasciato, questa volta, trasportare
dal suo spirito entusiastico, e dalla fantasia. Ma ora che
finalmente è venuta fuori la relazione sulle Tombe impe-
riali di Andria, scritta dal dott. Arturo Haseloff, il quale, per
incarico del Ministero prussiano di pubblica istruzione, era
stato inviato ad Andria a studiare la questione delle tombe!1);
ora che ho ascoltato la parola della « scienza straniera »,
io sento il dovere di informare brevemente i lettori di
questa rivista intorno all'argomento, perchè essi si rassi-
curino, e vedano che la « scienza italiana » non ha corso
nessun rischio, questa volta almeno, di svergognarsi!
Cominciamo da ciò che riguarda il municipio di Andria.
« Il sindaco avv. Vito Sgarra e suo fratello dott. Raf-
faele — scrive l'Haseloff — furono le forze efficienti che
spinsero alle indagini nella cripta, e vennero assistiti per
la parte tecnica dall'architetto e scrittore d'arte Ettore Ber-
nich. Il Municipio spese per quei lavori somme notevoli,
e così si potè sterrare interamente la chiesa sotterranea.
Il risultato fu la scoperta di un monumento altamente inte-
ressante dell'architettura pugliese primitiva e il ritrovamento
di numerosi resti di pitture parietali e di sculture, e di due
tombe » (0. c., pp. 6-7). Qui, se non sbaglio, si tratta di
lodi, e non di biasimi (A. Ma andiamo avanti.
Il Bernich ha descritto la chiesa sotterranea nella Na-
poli nobilisima (2), sostenendo che essa non sorse come
cripta della cattedrale di Andria, ma era la chiesa primi-
tiva, anteriore al X secolo e posteriore al VII, sulla quale
poi nel secolo XI fu eretta la cattedrale. L'Haseloff, dalla
p. 7 alla p. 18 della sua relazione, studia la stessa chiesa
con grande estensione e ricchezza di particolari; e con-
corda interamente con le conclusioni del Bernich. Era que-
sto il primo dei tre quesiti da esaminare.
Secondo quesito. Nella chiesa inferiore si trovarono due
tombe con scheletri. Il Bernich sostenne che in quelle due
tombe fossero i cadaveri delle due imperatrici, Jolanda
figlia di re Giovanni di Gerusalemme, morta il 1228, e
Isabella d'Inghilterra, morta nel 1241, sepolte ad Andria,
secondo si ricava da Riccardo di San Germano e da altre
testimonianze. L'Haseloff studia accuratamente la questio-
(i) Die Kaiserinnengrdbcr in Andria, Ein Beitrag zur apulischen
Kunstgeschichte unter Friedrich II, von Arthur Haseloff, mit. 9 Ta-
feln und 25 Textabbildungen, Rom, Loescher, 1905 (vol. I della Bi-
bliote{ d. Kgl. Preussichen Historischen Instituts in Rom). Lo stesso
d.r Haseloff ha riassunto i risultati delle sue ricerche in un bell'arti-
colo della Beilage zar Allgemeinen Zeitung, n. 89, del 15 aprile 1905.
(1) Il d.r Haseloff, così nel libro come nell'articolo, non si stanca
di elogiare 1' « amabilità » delle persone del luogo verso di lui; il che
mostra che neppure la tradizionale cortesia italiana ha fatto, questa
volta, cattiva figura.
(2) Vedi vol. XIII, pp. 183-186.