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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 14.1905

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Nr. 9
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Nicolini, Fausto: Dalla porta reale al palazzo degli studii[2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.71025#0145

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apoli nobilissima

RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

Vol. XIV.

Fasc. IX.

DALLA PORTA REALE
AL PALAZZO DEGLI STUDI!

(Cont. — v. fasc. prec.).
II.
LA MURAZIONE DI DON PIETRO DI Toledo.
Porta Reale.

Quando don Pietro di Toledo venne vicerè a Na-
poli (1532), trovò una città lurida, squallida e senza sel-
ciato, tutta chiassuoli e baracche, che, rendendo ancora
più anguste le vie già strette per sè medesime, avevano
tanto favorito la peste del 1,29-30. Di più, dal lungo as-
sedio del Lautrec erano risultati considerevoli danni alle
mura, che, non riparati a tempo, avrebbero potuto esporre
la città ad esser depredata dai turchi, allora, come è noto,
audacissimi.
Immediatamente il neo-viceré concepì un piano di
« sventramento », « ammattonamento », allargamento e
rifortificazione. E, poiché, per mettere in atto un così
bel disegno, occorrevano danari, e non pochi, egli ne
chiese ai napoletani, cioè convocò gli eletti perchè impo-
nessero una nuova gabella. Il popolo imbestialì, e, capita-
nato da un tal Fucillo, si levò a fiero tumulto il 26 feb-
braio del 1,33 'V Ma don Pietro non era uomo a cui
una sollevazione incutesse spavento. Fece arrestare, tor-
turare, strozzare e appiccare ad una finestra della Vicaria,
coram popolo, Fucillo ed un altro paio di caporioni (2); tal
che la plebe, presa da indescrivibile panico, mise presto
la testa a segno. E, subito dopo sedato il tumulto, il vi-
ceré, con bandi del 27 febbraio e 2 maggio dello stesso
anno, ordinò, — e, quel ch'è più, ottenne — che si diroc-
cassero tutte le pennate, gaisi, banche ed intelature, che in-

(1) Una magistrale descrizione di questo tumulto è nel Capasso,
La Vicaria vecchia, Pagine della storia di Napoli studiata nella sua vita e
nei suoi monumenti, cap. IV, in Arch. stor. nap., XV (1890), pp. 583-608.
(2) Capasso, ivi, pp. 604 sgg., 608.

gombravano le strade U). Indi, votatasi dagli eletti la gabella
che egli desiderava (2), dalla quale, annuente papa Giulio III,
non andarono esenti nemmeno gli ecclesiastici (3), e stor-
nata da un donativo a Carlo V di mezzo milione la somma
di ventimila ducati a beneficio della città (4), ai 10 mag-
gio 1,34, dice un cronista, « se incomenzò ad mautonare
Napoli » (5), e, contemporaneamente, a « sventrarla », e
ad allargarne le vie. Un po' più tardi, ai 30 d'aprile del
1537, venne posto mano alla nuova mutazione dalla parte
del mare (6); e, finalmente, — quel che ci riguarda, —
ai io gennaio 1543, furon cominciati i lavori di fortifi-
cazione dalla parte di terra (7), introducendosi, come af-
ferma il Celano, per la prima volta nella nostra città
«l'uso di fortificare le muraglie con bastioni quadri....,
atteso che prima si fabbricava con torrioni » (8).
Fermandoci alla sola fortificazione occidentale, termi-
nata nel 1550 (9), « da la... porta chiusa de S. Giovanni
de Carbonara, seu da la torre de piperno, che sta dereto
lo predetto monasterio » (io), partiva un muraglione, che
tirava verso occidente per porta S. Gennaro — dal To-
ledo spostata un po' più su — e per l'ospedale degli In-
curabili fino alla chiesa di S. Maria di Costantinopoli GL.
Ivi lo stesso viceré aveva fatta costruire una nuova porta,
detta appunto di Costantinopoli, in sostituzione dell'antica
porta Donnorso, della quale aveva ordinata la demoli-
zione. Il muraglione, dunque, si congiungeva a questa

(1) Capasso, ivi, p. 609 sg.

(2) La natura di questa gabella fu mutata più volte: Capasso, ivi,
P- 610 sgg.

(3) Capasso, ivi, p. 612.

(4) Capasso, ivi, p. 614.

(5) Tommaso di Catania, in Capasso, 1. c.

(6) Capasso, ivi, p. 621 sgg.

(7) Capasso, ivi, p. 624 sgg.

(8) Celano, op. e ed. cit., III, p. 44: cfr. Fabio Colonna di Sti-
gliano, Castel S. Elmo, in Nap. nobiliss., V (1896), p. 91.

(9) Capasso, op. cit., in Arch. cit., p. 625.

(10) Discorso etc. di Pietro Antonio Lettieri, in Dizionario geo-
grafico ragionato del Regno di Napoli di Lorenzo Giustiniani, Napoli,
1803, in-8, sub Napoli, VI, p. 388. — Cfr. Capasso, op. cit., p. 624.

(11) Capasso, 1. c.
 
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