56
NAPOLI NOBILISSIMA
nostri fiamminghi-napoletani, e forse andrebbero classificati
tra questi; altri, indicati come di « maestri sconosciuti »,
paiono della scuola del Solimena, di cui hanno la grazia
ed i chiari colori.
Tra gli antichi è un S. Nicola di Bari, molto interes-
sante; e potrebbero aiutare a stabilirne la provenienza i
due stemmi che lo adornano. Tra i quadri ed i disegni
più moderni, specialmente di scuola inglese, sono molte
interessanti vedute dei nostri luoghi: notevole, tra gli al-
tri, un bellissimo « Lago d'Averno », del Turner, eseguito
nel 1834.
Un quadro di sommo interesse storico, nel quale certa-
mente sono ritratti di personaggi napoletani, è quello di
Gio. Paolo Panini rappresentante la festa data in Piazza
Navona, a Roma, il 30 novembre 1729 per festeggiare
la nascita del Delfino, figlio di Luigi XV.
Sono quasi quattrocento figure, di cui non poche rap-
presentano illustri personaggi del tempo.
La Galleria di Dublino, tenuta e diretta in modo esem-
plare, contiene opere ammirevoli dei più insigni maestri
delle principali scuole; e se, come del resto in tutte le
pinacoteche, non sempre le attribuzioni sono esatte, ciò
non è da ascriversi a poca competenza dei dirigenti, ma
al fatto che molti di quei quadri sono doni, e.... a cavai
donato non si guarda in bocca!
Lorenzo Salazar.
DALLA PORTA REALE
AL PALAZZO DEGLI STUDII
II.
La MURAZIONE DI DON PIETRO DI Toledo.
Porta Reale.
(Contin. — v. fase. prec.).
Nuovi abbellimenti ricevette la nostra porta in occasione
della famosa peste del 1656. È noto che, il io giugno di
quell'anno, gli eletti, per scongiurare il morbo che infie-
riva, deliberarono di far dipingere a fresco su sette porte
della città U) «l'Immacolata Conceptione col Bambino in
braccio et a basso il glorioso S. Gennaro; a mano dritta
S. Francesco Saverio et a mano sinistra S. Rosalia, et
sotto la detta immagine, con lettere maiuscole che si pos-
sano leggere, questo versicolo: Sia lodata etc. » (2). Il la-
voro — è risaputissimo — venne, con regolare contratto
(1) Le porte del Carmine, Nolana, Capuana, di S. Gennaro, di
Costantinopoli, Reale e di Chiaia.
(2) Capasso, Sull'aneddoto riguardante gli affreschi del cav. Calabrese
sulle porte di Napoli, in Arch. stor. nap., III (1878), p. 602.
del 27 novembre 1656, e senza il concorso di tutte quelle
favolose circostanze dovute alla fertile immaginazione di
Bernardo de Dominici (0, affidato al celebre Mattia Preti,
soprannominato il cavalier Calabrese, al quale si promi-
sero 1500 ducati di compenso (2); e fu terminato nel-
l'aprile 16,9 (3).
Ma già l'anno prima, la città di Napoli, grata a S. Gae-
tano Tiene di non averne fatti morire tutti gli abitanti
durante l'epidemia, gli aveva decretate statue di bronzo
da collocarsi su alcune porte (4), tra le quali per l'appunto
Porta Reale. E certamente anche a questa dovè essere
apposta l'iscrizione, che ora si legge su Porta Capuana,
cioè:
D. O. M.
BEATO CAIETANO CLER. REG. FVNDATORI
PVBLIC/E SOSPITATIS VINDICI
CIVITAS NEAPOLITANA
AD GRATI ANIMI INCITAMENTVM
SIMVLACRVM HOC POSVIT DEDICAVITQVE
ANNO CHRISTI MDCLVIII.
La Porta Reale segnava il confine settentrionale della
passeggiata, che, limitata dapprima alla sola via Toledo,
si estese poi anche alla riviera di Chiaia, ed ora alla ri-
viera Caracciolo. L'uso di andar su e giù in carrozza per
Toledo, credo che sia antico quanto la stessa strada;
quello però di serbar rigorosamente le due file, ai due
lati della via, lasciandone, specie nelle grandi occasioni,
completamente libero il centro, non deve risalire al di là
del 1684. Infatti, ai 23 gennaio di quell'anno, una di quelle
stupende domeniche invernali napoletane, « si vidde tutta
la strada di Toledo dalla Porta dello Spirito Santo al
Regio Palazzo tutta piena di popolo e da infinita molti-
tudine di carrozze piene di dame e cavalieri passeggiare
in fila all'uno estremo e l'altro di quella lunga e larga
strada, con ordini rigorosi a cocchieri di andar sempre in
fila senza guastarle, lasciando il mezzo vacuo per il pas-
seggio delle maschere e del signor viceré » (5).
Oggi si assiste continuamente allo spettacolo, magari in
un giorno di corse, di carrozzelle, che, in barba alle or-
dinanze ed alle guardie municipali, « rompono la fila ».
(1) Vite de' pittori, scultori ed architetti napoletani. Non mai date alla
luce da autore alcuno. Scritte da Bernardo de Dominici, napoletano,
Napoli, Ricciardi, MDCCXLV, in-4, III, p. 332 sgg.
(2) Capasso, ivi, p. 603.
(3) È noto che l'unica porta su cui sia rimasta ancora qualche
traccia — d'altronde indecifrabile — degli affreschi suddetti, è quella
di S. Gennaro.
(4) Dico «alcune» e non « tutte », perchè, se non altro, su
Port'Alba non dovè esservene posta nessuna, se nel 1778 vi fu tra-
sferita proprio quella di Porta Reale. Le altre porte su cui esistono
ancora le dette statue, sono la Capuana e la Nolana: cfr. De la Ville,
art. cit., in Nap. nobiliss., voi. cit., p. 55.
(5) Conforti, Giornali mss. cit., X, C, 57, p. 122.
NAPOLI NOBILISSIMA
nostri fiamminghi-napoletani, e forse andrebbero classificati
tra questi; altri, indicati come di « maestri sconosciuti »,
paiono della scuola del Solimena, di cui hanno la grazia
ed i chiari colori.
Tra gli antichi è un S. Nicola di Bari, molto interes-
sante; e potrebbero aiutare a stabilirne la provenienza i
due stemmi che lo adornano. Tra i quadri ed i disegni
più moderni, specialmente di scuola inglese, sono molte
interessanti vedute dei nostri luoghi: notevole, tra gli al-
tri, un bellissimo « Lago d'Averno », del Turner, eseguito
nel 1834.
Un quadro di sommo interesse storico, nel quale certa-
mente sono ritratti di personaggi napoletani, è quello di
Gio. Paolo Panini rappresentante la festa data in Piazza
Navona, a Roma, il 30 novembre 1729 per festeggiare
la nascita del Delfino, figlio di Luigi XV.
Sono quasi quattrocento figure, di cui non poche rap-
presentano illustri personaggi del tempo.
La Galleria di Dublino, tenuta e diretta in modo esem-
plare, contiene opere ammirevoli dei più insigni maestri
delle principali scuole; e se, come del resto in tutte le
pinacoteche, non sempre le attribuzioni sono esatte, ciò
non è da ascriversi a poca competenza dei dirigenti, ma
al fatto che molti di quei quadri sono doni, e.... a cavai
donato non si guarda in bocca!
Lorenzo Salazar.
DALLA PORTA REALE
AL PALAZZO DEGLI STUDII
II.
La MURAZIONE DI DON PIETRO DI Toledo.
Porta Reale.
(Contin. — v. fase. prec.).
Nuovi abbellimenti ricevette la nostra porta in occasione
della famosa peste del 1656. È noto che, il io giugno di
quell'anno, gli eletti, per scongiurare il morbo che infie-
riva, deliberarono di far dipingere a fresco su sette porte
della città U) «l'Immacolata Conceptione col Bambino in
braccio et a basso il glorioso S. Gennaro; a mano dritta
S. Francesco Saverio et a mano sinistra S. Rosalia, et
sotto la detta immagine, con lettere maiuscole che si pos-
sano leggere, questo versicolo: Sia lodata etc. » (2). Il la-
voro — è risaputissimo — venne, con regolare contratto
(1) Le porte del Carmine, Nolana, Capuana, di S. Gennaro, di
Costantinopoli, Reale e di Chiaia.
(2) Capasso, Sull'aneddoto riguardante gli affreschi del cav. Calabrese
sulle porte di Napoli, in Arch. stor. nap., III (1878), p. 602.
del 27 novembre 1656, e senza il concorso di tutte quelle
favolose circostanze dovute alla fertile immaginazione di
Bernardo de Dominici (0, affidato al celebre Mattia Preti,
soprannominato il cavalier Calabrese, al quale si promi-
sero 1500 ducati di compenso (2); e fu terminato nel-
l'aprile 16,9 (3).
Ma già l'anno prima, la città di Napoli, grata a S. Gae-
tano Tiene di non averne fatti morire tutti gli abitanti
durante l'epidemia, gli aveva decretate statue di bronzo
da collocarsi su alcune porte (4), tra le quali per l'appunto
Porta Reale. E certamente anche a questa dovè essere
apposta l'iscrizione, che ora si legge su Porta Capuana,
cioè:
D. O. M.
BEATO CAIETANO CLER. REG. FVNDATORI
PVBLIC/E SOSPITATIS VINDICI
CIVITAS NEAPOLITANA
AD GRATI ANIMI INCITAMENTVM
SIMVLACRVM HOC POSVIT DEDICAVITQVE
ANNO CHRISTI MDCLVIII.
La Porta Reale segnava il confine settentrionale della
passeggiata, che, limitata dapprima alla sola via Toledo,
si estese poi anche alla riviera di Chiaia, ed ora alla ri-
viera Caracciolo. L'uso di andar su e giù in carrozza per
Toledo, credo che sia antico quanto la stessa strada;
quello però di serbar rigorosamente le due file, ai due
lati della via, lasciandone, specie nelle grandi occasioni,
completamente libero il centro, non deve risalire al di là
del 1684. Infatti, ai 23 gennaio di quell'anno, una di quelle
stupende domeniche invernali napoletane, « si vidde tutta
la strada di Toledo dalla Porta dello Spirito Santo al
Regio Palazzo tutta piena di popolo e da infinita molti-
tudine di carrozze piene di dame e cavalieri passeggiare
in fila all'uno estremo e l'altro di quella lunga e larga
strada, con ordini rigorosi a cocchieri di andar sempre in
fila senza guastarle, lasciando il mezzo vacuo per il pas-
seggio delle maschere e del signor viceré » (5).
Oggi si assiste continuamente allo spettacolo, magari in
un giorno di corse, di carrozzelle, che, in barba alle or-
dinanze ed alle guardie municipali, « rompono la fila ».
(1) Vite de' pittori, scultori ed architetti napoletani. Non mai date alla
luce da autore alcuno. Scritte da Bernardo de Dominici, napoletano,
Napoli, Ricciardi, MDCCXLV, in-4, III, p. 332 sgg.
(2) Capasso, ivi, p. 603.
(3) È noto che l'unica porta su cui sia rimasta ancora qualche
traccia — d'altronde indecifrabile — degli affreschi suddetti, è quella
di S. Gennaro.
(4) Dico «alcune» e non « tutte », perchè, se non altro, su
Port'Alba non dovè esservene posta nessuna, se nel 1778 vi fu tra-
sferita proprio quella di Porta Reale. Le altre porte su cui esistono
ancora le dette statue, sono la Capuana e la Nolana: cfr. De la Ville,
art. cit., in Nap. nobiliss., voi. cit., p. 55.
(5) Conforti, Giornali mss. cit., X, C, 57, p. 122.