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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 14.1905

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Nr. 6
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Notizie ed osservazioni
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Da libri e periodici
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https://doi.org/10.11588/diglit.71025#0110

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NAPOLI NOBILISSIMA

dicendo così, sulla porta laterale del cortile di Santa Chiara, dalla
parte interna, non senza penare per poterla leggere, stante l'altezza
del luogo ed il luridume nel quale si trova, la seguente lapide incisa
in marmo:
D. 0. M.
Qualmente a richiesta dell'odierna badessa L. G. Donna Geronima Ca-
racciolo, si fa noto a qualsiasi persona che ardissero giocare a carte, dadi,
palle, pilotta ed altro qualsivoglia gioco, come anche tirar pietre, bestem-
miare, fare risse o dire parole disoneste così nel cortile come sotto la porta
di questo monastero cum circa la clausura d'esso e parimente che non ar-
discono trattenervisi fuggitiviein quisiti di questa sorte, il tutto sotto pena
di onze d'oro 25 FR ed altro come anche di galere alli inquisiti fuggi-
tivi ignobili e di D. M. alli nobili da includersi anche quelli che danno
comodità di giocare e ricettano i detti fuggitivi. Da esigersi le pene pre-
dette inevitalbilmente e ciò tutto così sempre si osservi e sia noto a tutti
si è stabilita la presente alli 20 maggio 1605.
Come si vede, qui non si tratta di uno dei soliti bandi; poiché
non è accennata nè la Gran Corte della Vicaria, nè il S. R. Consi-
glio, nè si nomina il Tribunale delle fortificazioni, infine niun trom-
betta della Vicaria certifica di aver pubblicato ad alta ed intelligibile
voce il suddetto avviso, il quale emanerebbe, dunque, direttamente
dalla badessa di Santa Chiara, che pare avesse giurisdizione di polizia
anche fuori del monastero. Sarà poi vero?
A proposito di epigrafi, ne esiste una interessantissima, che per
brevità non trascrivo qui, ma che tutti possono leggere sotto l'atrio
della porta principale di Castelcapuano, la quale indica la tariffa degli
atti etc. di circa due secoli fa.
Come è noto, la sede del nostro Tribunale ha ora aspetto alquanto
più decente di quello anteriore alla ricostruzione, ed è stato bene che
la lapide in questione sia stata conservata a quel posto. Ma perchè
non pulirla, affinchè da tutti possa essere letta? Comprendo che ciò
non era considerato nel contratto di appalto; ma, se non vi sono
autorità immediate, a cui stia a cuore la decenza, mi sembra che
la Commissione municipale dei monumenti dovrebbe occuparsene:
tanto più che, con una spesa minima, ci sarebbe dato di confrontare
le spese occorrenti per un processo due secoli fa e quelle non indif-
ferenti alle quali si va incontro ai tempi nostri.
*
* *
Vandalismi.
Togliamo dal fascicolo II de L'Arte (Roma, marzo-aprile 1905):
«A Canzano (Aquila), a poca distanza dall'abitato, vi era una
piccola chiesuola campestre, edificata sopra una necropoli della prima
età del ferro. La suppellettile, messa in luce per scavi fortuiti, fu dal-
1'egregio A. de Nino descritta a più riprese, e se ne fece la pubblica-
zione nelle Notizie degli Scavi. La chiesuola, dedicata a San Nicola di
Bari, aveva affreschi che furono arbitrariamente, o meglio ignorante-
mente ricoperti di denso scialbo. Quando il De Nino la visitò, vide
che nella porta d'ingresso vi erano lateralmente due leoncini rozza-
mente sbozzati; e notò negli stipiti un bassorilievo con iscrizione. La
fotografia non si è potuta fare di poi, giacché i paesani, emigrati in
America, hanno spedito un'abbondante moneta per ingrandire la chie-
suola; e sono perciò scomparsi quei bassorilievi, non per trafugamento,
ma come materiale di fabbrica ».

Notizie di Abruzzo: Tagliacozzo.
Togliamo dal fascicolo III dell'Arte:
«A Tagliacozzo vennero, nel gennaio scorso, abusivamente ri-
mosse cinque bifore, probabilmente degli inizi del secolo XV, appar-
tenenti a case del paese ed esposte alla pubblica vista. Le cinque ele-
gantissime finestre (di cui due furono ultimamente fotografate e sono
rammentate nell'ultimo catalogo del Gargiolli), a cura del Ministero
dell'Istruzione, vennero rintracciate e sequestrate a Firenze, ove erano
state acquistate dall'antiquario Stefano Bardini ».
Don Fastidio.

DA LIBRI E PERIODICI
Ad un'utile impresa si è accinto Carlo Villani con la pubblica-
zione dei suoi Scrittori ed artisti pugliesi antichi, moderni e contempora-
nei (Trani, Vecchi, 1904, pp. 1400, in-8). Lasciando stare gli scrit-
tori e i musicisti, ecco l'elenco dei cultori delle arti plastiche, di cui
si leggono i cenni biografici ordinati alfabeticamente e che noi rag-
gruppiamo in categorie. Si parla dei seguenti architetti: Carlo Luigi
Arditi, Carlo Baccaro, Filippo Bacile, Nicola Carelli, Francesco Colaci,
Antonio Curri, Giordano da Montesantangelo, Benedetto Marzolla, Gio-
vanni Mastropasqua, Giuseppe Mastropasqua, Evangelista Menga, Fran-
cesco Milizia, Pio Alberto Nencha, Nicola da Trani, Cesare Penna,
Adriano Pepe, Giovanni Riegler, Vincenzo Ruffo, Vincenzo Sabato,
Francesco Sarlo, Nicola Scanci, Siccofrido da Lecce, Sante Simone,
Luigi Sylos, Francesco Zimbalo, Giuseppe Zimbalo, Gian Giacomo
dell'Acaya, Achille Carducci, Giuseppe Cino; dei seguenti scultori:
Barisano da Trani, Nicola da Foggia, Riccardo Brudaglio, Vito Nicola
Brudaglio, Leonardo de Candia, Filippo Cifariello, Gaetano Fiore, Luigi
Guacci, Gualtiero da Foggia, Felice Labianca, Eugenio Maccagnani,
Nicola Pisano, Simone Raguseo, Pompeo de Renzi, Nicola Schiavone,
Cesare Buffelli, Martino Cariuccio, Vito Carluccio, Vespasiano Genui-
no, Ippozione; e dei seguenti pittori: Vincenzo Acquaviva, Saverio
Altamura, Raffaele Armenise, Emilio Claudio Buonpensiere, Domenico
Caldara, Cesare Calense, Giambattista Calò, Giuseppe Casciaro, Giu-
seppe Cimaglia, Luigi Consacro, Belisario Corenzio, Geremia Discanno,
Francesca Forleo Braida, Giuseppe Gabbiani, Enrico Giannelli, Cor-
rado Giaquinto, Giuseppe Giuliani, Raffaele Maccagnani, Matteo da
Lecce, Raffaele de Mita, Vincenzo de Mita, Biagio Molinari, Michele
de Napoli, Francesco Netti, Giuseppe de Nittis, Nicola Parisi, Giuseppe
Pàstina, Ignazio Perricci, Antonio Piccinni, Giuseppe Porta, Nicola
Porta, Giuseppe Ribera detto lo Spagnoletto, Liborio Riccio, R. Rossi,
Pasquale Rossi, Luigi Scorrano, Giovan Maria Scrupoli, Tommaso Splano,
Gianserio Strafella, Oronzo Tiso, Gioacchino Toma, Cesare Turco,
Antonio Verrio, Giuseppe Verrio, Cesare Antonelli, Giovanni Bernardi,
Ottorino Caracciolo, Antonio del Fiore, Aniello Letizia.
Qualcuno di questi cento artisti non può dirsi veramente pugliese.
D'onde risulta che sia stato tale Belisario Corenzio? Trascriviamo dal
Villani: « greco di origine e leccese di nascita — secondo afferma il
Signorelli nelle sue Vicende della cultura nelle Due Sicilie —, nacque
nel 1558.... Paolo de Matteis lo disse di nazione albanese, ma nato
in un luogo della provincia di Lecce, abitato dai Greci, che vi passa-
rono in tempo del desposta Giorgio Scanderbeg; e ciò in confutazione
di quello che trovo scritto nel Nuovo dizionario istorico, stampato a
Napoli il 1791, ove lo si vuole nato ad Acaia, il che viene riprodotto
da Bernardo dei Dominici nelle Vite dei pittori, scultori ed architetti,
voi. III, pag. 69, confondendosi così il luogo di nascita con quello di
origine ». Ma il Villani non ha badato che la prima edizione delle
 
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