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NAPOLI NOBILISSIMA
Non si può rannodare questo rudere al fortilizio di
S. Agostino alla Zecca, sia perchè ne è molto lontano,
sia perchè la posa e la direzione delle pietre sono affatto
diverse nei due luoghi. Invece, si riconnette nel modo più
naturale al muro romano, che dalla metà di Castel Ca-
puano e per la via Maddalena scendeva a strada Forcella,
lasciando il nome di Soprammuro alla regione, che sta
sopra la via dell'Annunziata. Così l'ultima scoperta viene
a dirci, che quel muro attraversava la strada Forcella in
direzione del vico Egiziaca a Forcella, proprio com'è se-
gnato su la mia Pianta nell'opera citata del Capasso. Nè
le lettere greche scolpite su quei quadroni possono con-
siderarsi come un'obiezione a questa veduta; poiché i ma-
teriali del muro romano furono presi da ogni parte, e
specialmente da quei tratti del muro greco, che rimane-
vano inclusi dentro la nuova cinta (in Capasso, op. cit.,
p. 149 e nota 449). E se l'ulteriore esplorazione di que-
sto antico avanzo riuscirà fruttuosa come quella che si
sta facendo sotto al vico Chiavettieri, forse verremo a sa-
pere, che il muro romano si riattaccava al greco a monte
della chiesa di S. Agostino. Poiché, se la murazione ro-
mana non fu un'opera totalmente nuova, ma s'innestò
sempre che fu possibile alla greca, non potè ai costrut-
tori di quella venire in mente di chiudere dentro la loro
cinta, e così rendere inutile, la fortificazione, che i Greci
avevano resa tanto poderosa nell'angolo di S. Agostino.
io luglio 1905.
Giulio de Petra.
DALLA PORTA REALE
AL PALAZZO DEGLI STUDII(*)
I.
Il « Limpiano ».
Per avere un'idea in qualche modo precisa della to-
pografia medievale della regione che imprendiamo a descri-
vere, bisogna ricordare l'ubicazione delle porte Romana e
Donnorso durante l'epoca ducale. La prima, di cui si trova
notizia soltanto in un istrumento del i.° aprile 992 0), è
posta dal Capasso un po' più su dello sbocco dell'odierna
(*) Con questo, s'inizia una serie di articoli che illustreranno la re-
gione nordoccidentale di Napoli, dal largo del Mercatello o piazza Dante
sino al Vomero e all'Arenella.
(1) Regesta neapolitana ab anno 912 ad annum 1139, n- 275, in Mo-
numenta ad neapolitani ducatus historiam pertinentia etc., cura et studio
Bartolomei Capasso, II 1 (Neapoli, Giannini, MDCCCLXXXV, in-4
mass.), p. 170. fr. Capasso, Neapolitani ducatus descriptio ubi et de
Liburia, in Mon. cit., IN (Neapoli, MDCCCXCII), p. 163.
via Sapienza in quella di Costantinopoli 0). L'altra, — la
quale, nel più antico documento che la nomini (2), è in-
dicata come Porta noba que dicitur de domino Urso Tata,
ed altrove (3), più brevemente, Porta domini Ursi Tata,
donde poi Donnorso — si trovava tra la porta maggiore
della chiesa di S. Pietro a Maiella e l'ingresso al conserva-
torio musicale dello stesso nome, « in linea verisimilmente
delle case che fanno angolo tra la strada ed il vicoletto
di fronte » (4). L'ampio tratto di suolo stendentesi verso
occidente, al di là delle due porte su nominate, era detto
Limpianum (5).
Così almeno lo troviamo chiamato nella carta di data
più remota che ne faccia menzione, cioè in un diploma
del 7 aprile 1130, col quale Sergio VII, l'ultimo duca di
Napoli, concedeva a Giovanni, abate del convento dei
SS. Severino e Sossio, tra l'altro, un casale de terra posi-
tum in loco qui dicitur Limpianum (6). Ma gli umanisti, ai
quali una tale denominazione parve poco classica, la mu-
tarono in Olympias e, più frequentemente, Olympianum,
supponendola derivata da un tempio sacro a Giove Olim-
pio, che sarebbe esistito nella nostra regione, oppure dai
giuochi olimpici che vi si sarebbero celebrati (7). Ond'è
che il Lontano, fingendo che Macrone e Lepidina discor-
rano delle ninfe urbane e suburbane di Napoli, canta:
At non Hermitis, nec Olympias, aut Conicle
H^c sibi coniugia aut hos exoptant hymen^os (8).
(1) Capasso, Topogr. della città di Napoli nell'Xl sec., Napoli, Gian-
nini, 1895, in-8 (estr. dall'Arch. stor. nap., XVI-XVIII), p. 19 sg. e
la pianta in fine del volume. Cfr. Schipa, Storia del ducato napolit. (nel
medesimo volume con numerazione a parte), p. 49; De la Ville, Le
mura e le porte di Napoli, in Nap. nobiliss., XII (1903), p. 50 Capasso,
Napoli greco-romana esposta nella topogr. e nella vita, Napoli, Soc. nap.
di st. pat., 1905, in-8, p. 5.
(2) Istrumento del 20 febbraio 1038, in Reg. cit., n. 464, p. 286.
(3) P. es., in un istrumento del 10 luglio 1114, in Reg. cit., n. 612,
P- 37I#
(4) Capasso, Topogr. cit., p. 21. Cfr. Sulla circoscriz. civ. ed eccle-
siast. e sulla popolaz. della città di Napoli dalla fine del secolo XIII fino
al 1809. Ricerche e documenti per B. Capasso, Napoli, Tip. dell'Uni-
versità, 1882, in-4 (estr- dagli Atti dell'Acc. Pontan.), p. 7; De Petra,
in Capasso, Napoli greco-romana, pp. 153 sg., 223 sg.
(5) Il D'Engenio, Napoli sacra, Napoli, Beltrano, MDCXXIII, in-8,
p. 596, dice che il nome primitivo del Limpiano era Pancillo; ma non
indica donde abbia attinta simile notizia. Il nome Pancillo non esiste
nell'indice de' Monumenta del Capasso, nè ricorre negli altri scritti del-
l'illustre topografo da me consultati. — Limpiano seu porta Donnorso
è poi chiamato il luogo nella Platea di S. Severino conservata nel-
l'Arch. di Montecassino: cfr. Capasso, Topogr. cit., p. 212, n. 2.
(6) Reg. cit., n. 644, p. 401. Cfr. Diplomata et chartee ducum Nea-
polis, in Mon. cit., II 2, p. 87, ove è trascritto l'intero atto di conces-
sione; e, nello stesso volume, la p. 174. Cfr. anche Capasso, Topogr.
cit., p. 211 sgg.
(7) Capasso, Topogr., 1. c.
(8) Lepidina, ecloga I, pompa IV, vv. 46-7, in Carmina, ed. Soldati
(Firenze, Barbèra, 1912, 2 voll. in-8), II, p. 15. — Conicle è un'altra
modificazione pontaniana di Conucla, donde, oggi, Conocchia. Cfr. Ca-
passo, Topogr., 211.
NAPOLI NOBILISSIMA
Non si può rannodare questo rudere al fortilizio di
S. Agostino alla Zecca, sia perchè ne è molto lontano,
sia perchè la posa e la direzione delle pietre sono affatto
diverse nei due luoghi. Invece, si riconnette nel modo più
naturale al muro romano, che dalla metà di Castel Ca-
puano e per la via Maddalena scendeva a strada Forcella,
lasciando il nome di Soprammuro alla regione, che sta
sopra la via dell'Annunziata. Così l'ultima scoperta viene
a dirci, che quel muro attraversava la strada Forcella in
direzione del vico Egiziaca a Forcella, proprio com'è se-
gnato su la mia Pianta nell'opera citata del Capasso. Nè
le lettere greche scolpite su quei quadroni possono con-
siderarsi come un'obiezione a questa veduta; poiché i ma-
teriali del muro romano furono presi da ogni parte, e
specialmente da quei tratti del muro greco, che rimane-
vano inclusi dentro la nuova cinta (in Capasso, op. cit.,
p. 149 e nota 449). E se l'ulteriore esplorazione di que-
sto antico avanzo riuscirà fruttuosa come quella che si
sta facendo sotto al vico Chiavettieri, forse verremo a sa-
pere, che il muro romano si riattaccava al greco a monte
della chiesa di S. Agostino. Poiché, se la murazione ro-
mana non fu un'opera totalmente nuova, ma s'innestò
sempre che fu possibile alla greca, non potè ai costrut-
tori di quella venire in mente di chiudere dentro la loro
cinta, e così rendere inutile, la fortificazione, che i Greci
avevano resa tanto poderosa nell'angolo di S. Agostino.
io luglio 1905.
Giulio de Petra.
DALLA PORTA REALE
AL PALAZZO DEGLI STUDII(*)
I.
Il « Limpiano ».
Per avere un'idea in qualche modo precisa della to-
pografia medievale della regione che imprendiamo a descri-
vere, bisogna ricordare l'ubicazione delle porte Romana e
Donnorso durante l'epoca ducale. La prima, di cui si trova
notizia soltanto in un istrumento del i.° aprile 992 0), è
posta dal Capasso un po' più su dello sbocco dell'odierna
(*) Con questo, s'inizia una serie di articoli che illustreranno la re-
gione nordoccidentale di Napoli, dal largo del Mercatello o piazza Dante
sino al Vomero e all'Arenella.
(1) Regesta neapolitana ab anno 912 ad annum 1139, n- 275, in Mo-
numenta ad neapolitani ducatus historiam pertinentia etc., cura et studio
Bartolomei Capasso, II 1 (Neapoli, Giannini, MDCCCLXXXV, in-4
mass.), p. 170. fr. Capasso, Neapolitani ducatus descriptio ubi et de
Liburia, in Mon. cit., IN (Neapoli, MDCCCXCII), p. 163.
via Sapienza in quella di Costantinopoli 0). L'altra, — la
quale, nel più antico documento che la nomini (2), è in-
dicata come Porta noba que dicitur de domino Urso Tata,
ed altrove (3), più brevemente, Porta domini Ursi Tata,
donde poi Donnorso — si trovava tra la porta maggiore
della chiesa di S. Pietro a Maiella e l'ingresso al conserva-
torio musicale dello stesso nome, « in linea verisimilmente
delle case che fanno angolo tra la strada ed il vicoletto
di fronte » (4). L'ampio tratto di suolo stendentesi verso
occidente, al di là delle due porte su nominate, era detto
Limpianum (5).
Così almeno lo troviamo chiamato nella carta di data
più remota che ne faccia menzione, cioè in un diploma
del 7 aprile 1130, col quale Sergio VII, l'ultimo duca di
Napoli, concedeva a Giovanni, abate del convento dei
SS. Severino e Sossio, tra l'altro, un casale de terra posi-
tum in loco qui dicitur Limpianum (6). Ma gli umanisti, ai
quali una tale denominazione parve poco classica, la mu-
tarono in Olympias e, più frequentemente, Olympianum,
supponendola derivata da un tempio sacro a Giove Olim-
pio, che sarebbe esistito nella nostra regione, oppure dai
giuochi olimpici che vi si sarebbero celebrati (7). Ond'è
che il Lontano, fingendo che Macrone e Lepidina discor-
rano delle ninfe urbane e suburbane di Napoli, canta:
At non Hermitis, nec Olympias, aut Conicle
H^c sibi coniugia aut hos exoptant hymen^os (8).
(1) Capasso, Topogr. della città di Napoli nell'Xl sec., Napoli, Gian-
nini, 1895, in-8 (estr. dall'Arch. stor. nap., XVI-XVIII), p. 19 sg. e
la pianta in fine del volume. Cfr. Schipa, Storia del ducato napolit. (nel
medesimo volume con numerazione a parte), p. 49; De la Ville, Le
mura e le porte di Napoli, in Nap. nobiliss., XII (1903), p. 50 Capasso,
Napoli greco-romana esposta nella topogr. e nella vita, Napoli, Soc. nap.
di st. pat., 1905, in-8, p. 5.
(2) Istrumento del 20 febbraio 1038, in Reg. cit., n. 464, p. 286.
(3) P. es., in un istrumento del 10 luglio 1114, in Reg. cit., n. 612,
P- 37I#
(4) Capasso, Topogr. cit., p. 21. Cfr. Sulla circoscriz. civ. ed eccle-
siast. e sulla popolaz. della città di Napoli dalla fine del secolo XIII fino
al 1809. Ricerche e documenti per B. Capasso, Napoli, Tip. dell'Uni-
versità, 1882, in-4 (estr- dagli Atti dell'Acc. Pontan.), p. 7; De Petra,
in Capasso, Napoli greco-romana, pp. 153 sg., 223 sg.
(5) Il D'Engenio, Napoli sacra, Napoli, Beltrano, MDCXXIII, in-8,
p. 596, dice che il nome primitivo del Limpiano era Pancillo; ma non
indica donde abbia attinta simile notizia. Il nome Pancillo non esiste
nell'indice de' Monumenta del Capasso, nè ricorre negli altri scritti del-
l'illustre topografo da me consultati. — Limpiano seu porta Donnorso
è poi chiamato il luogo nella Platea di S. Severino conservata nel-
l'Arch. di Montecassino: cfr. Capasso, Topogr. cit., p. 212, n. 2.
(6) Reg. cit., n. 644, p. 401. Cfr. Diplomata et chartee ducum Nea-
polis, in Mon. cit., II 2, p. 87, ove è trascritto l'intero atto di conces-
sione; e, nello stesso volume, la p. 174. Cfr. anche Capasso, Topogr.
cit., p. 211 sgg.
(7) Capasso, Topogr., 1. c.
(8) Lepidina, ecloga I, pompa IV, vv. 46-7, in Carmina, ed. Soldati
(Firenze, Barbèra, 1912, 2 voll. in-8), II, p. 15. — Conicle è un'altra
modificazione pontaniana di Conucla, donde, oggi, Conocchia. Cfr. Ca-
passo, Topogr., 211.