RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA
Questa bellissima opera cinquecentesca, nei restauri per-
petrati nel 1700, venne deturpata con lavori di stucco,
appiccicando ai pilastri corintii certe volute barocche e
nella cornice di coronamento un orribile frontone spez-
zato, sopra al quale ballano due angelotti goffamente mo-
dellati.
La costruzione della cappella e del monumento durò
circa sette anni e costò ducati 1320, come apparisce da
una dichiarazione, nella quale Joannes de Thoma de Como
di Napoli si diceva, nell'aprile del 1,25, intieramente sod-
disfatto.
Aggiungo che i lavori vennero sorvegliati dal magni-
fico Jacobo Sanaczaro (Sannazaro) e da messer Joanni
Mormando, un poeta illustre il primo, e un architetto
valente il secondo (0.
Ettore Bernich.
DIPINTI
ATTRIBUITI AD ARTISTI NAPOLETANI
nella Galleria Nazionale di Dublino
pochi è noto in Italia che nell'antica capitale del
lontano regno d'Irlanda, presso la famosa Università di
Trinity-College, esiste un Museo di grande importanza, spe-
cialmente archeologica, ed una notevole Galleria in cui si
raccolgono dipinti di tutte le scuole e dove l'arte italiana
è largamente rappresentata.
Sorta per generosa e patriottica iniziativa di un gruppo
di gentiluomini, dopo la grande esposizione del 1854,
venne inaugurata dal vicerè conte di Carlisle nel 1864.
Ebbe largo appoggio dal governo centrale, ma deve molto
del suo rapido incremento a donazioni di privati. Dal suo
inizio ebbe tre direttori, che si succedettero; l'attuale è
il noto critico d'arte sir Walter Armstrong, coadiuvato
nel suo ufficio da una commissione di eminenti uomini
e dal dotto signor Walter Strickland.
In una mia recente e breve permanenza a Dublino,
volli visitarne la Galleria, per quanto fugacemente, e mi
fermai specialmente ad osservare gli scarsi dipinti attri-
buiti ad artisti della scuola napoletana ancora così poco
nota agli italiani stessi. I rari campioni esposti a Londra
e a Dublino sono di quei nostri artisti i cui nomi emer-
sero, perchè le vicende della vita loro li portarono a la-
vorare fuori della città natìa, o per altre ragioni casuali.
Chi conosce, per esempio fuori di Napoli, le opere di
Massimo Stanzione, di Mattia Preti, di Bartolomeo Pas-
sante, di Giovan Berardino Rodriguez, di Paolo Finoglia
e di altri minori ma pur degni di fama?
Il Giordano, il Solimene, il Conca, il Diana, di cui
meniamo giusto vanto, sono del tutto ignoti alle gallerie
di Londra e di Dublino.
In quest'ultima il nome di Giuseppe Ribera è tre volte
segnato nel Catalogo per tre dipinti a lui attribuiti. Il
primo è un impressionante ritratto di Luca Wadding, il
celebre storiografo degli ordini francescani (0, fondatore,
Pinacoteca di Dublino.
Ritratto di Luca Wadding attribuito erroneamente al Ribera.
in Roma, del Convento e della Chiesa di S. Isidoro. Il pa-
dre Wadding nacque a Waterford, in Irlanda, il 16 ottobre
1558, e dal 1618 visse in Roma, ove morì il 18 novem-
bre 1657. Ne scrisse la vita il nipote, frate in S. Isidoro,
il quale ricorda che Carlo Maratti ottenne, a furia d'insi-
stenze, il privilegio di eseguire il ritratto. Di questo pit-
tore, nato a Camerano, presso Ancona, nel 1625, sono
varii dipinti in S. Isidoro. Nella stanza ove si conservano
i ricordi del Wadding, ho veduto un ritratto di questi,
attribuito al Maratti, che, meno nella generale intonazione,
è perfettamente identico a quello di Dublino. Sulla parte
superiore della tela, nel dipinto di Dublino, si legge il
nome: F. Lucas Waddingvs, senza data; ma è certamente
(1) La bella chiesa è stata recentemente dichiarata monumento na-
zionale.
(1) Wadding (Luke), Annales minorum trium ordinum a S. Fran-
cisco institutorum. In venti volumi. Roma, 2.a ediz. con ritratto, 1731-
U94-
Questa bellissima opera cinquecentesca, nei restauri per-
petrati nel 1700, venne deturpata con lavori di stucco,
appiccicando ai pilastri corintii certe volute barocche e
nella cornice di coronamento un orribile frontone spez-
zato, sopra al quale ballano due angelotti goffamente mo-
dellati.
La costruzione della cappella e del monumento durò
circa sette anni e costò ducati 1320, come apparisce da
una dichiarazione, nella quale Joannes de Thoma de Como
di Napoli si diceva, nell'aprile del 1,25, intieramente sod-
disfatto.
Aggiungo che i lavori vennero sorvegliati dal magni-
fico Jacobo Sanaczaro (Sannazaro) e da messer Joanni
Mormando, un poeta illustre il primo, e un architetto
valente il secondo (0.
Ettore Bernich.
DIPINTI
ATTRIBUITI AD ARTISTI NAPOLETANI
nella Galleria Nazionale di Dublino
pochi è noto in Italia che nell'antica capitale del
lontano regno d'Irlanda, presso la famosa Università di
Trinity-College, esiste un Museo di grande importanza, spe-
cialmente archeologica, ed una notevole Galleria in cui si
raccolgono dipinti di tutte le scuole e dove l'arte italiana
è largamente rappresentata.
Sorta per generosa e patriottica iniziativa di un gruppo
di gentiluomini, dopo la grande esposizione del 1854,
venne inaugurata dal vicerè conte di Carlisle nel 1864.
Ebbe largo appoggio dal governo centrale, ma deve molto
del suo rapido incremento a donazioni di privati. Dal suo
inizio ebbe tre direttori, che si succedettero; l'attuale è
il noto critico d'arte sir Walter Armstrong, coadiuvato
nel suo ufficio da una commissione di eminenti uomini
e dal dotto signor Walter Strickland.
In una mia recente e breve permanenza a Dublino,
volli visitarne la Galleria, per quanto fugacemente, e mi
fermai specialmente ad osservare gli scarsi dipinti attri-
buiti ad artisti della scuola napoletana ancora così poco
nota agli italiani stessi. I rari campioni esposti a Londra
e a Dublino sono di quei nostri artisti i cui nomi emer-
sero, perchè le vicende della vita loro li portarono a la-
vorare fuori della città natìa, o per altre ragioni casuali.
Chi conosce, per esempio fuori di Napoli, le opere di
Massimo Stanzione, di Mattia Preti, di Bartolomeo Pas-
sante, di Giovan Berardino Rodriguez, di Paolo Finoglia
e di altri minori ma pur degni di fama?
Il Giordano, il Solimene, il Conca, il Diana, di cui
meniamo giusto vanto, sono del tutto ignoti alle gallerie
di Londra e di Dublino.
In quest'ultima il nome di Giuseppe Ribera è tre volte
segnato nel Catalogo per tre dipinti a lui attribuiti. Il
primo è un impressionante ritratto di Luca Wadding, il
celebre storiografo degli ordini francescani (0, fondatore,
Pinacoteca di Dublino.
Ritratto di Luca Wadding attribuito erroneamente al Ribera.
in Roma, del Convento e della Chiesa di S. Isidoro. Il pa-
dre Wadding nacque a Waterford, in Irlanda, il 16 ottobre
1558, e dal 1618 visse in Roma, ove morì il 18 novem-
bre 1657. Ne scrisse la vita il nipote, frate in S. Isidoro,
il quale ricorda che Carlo Maratti ottenne, a furia d'insi-
stenze, il privilegio di eseguire il ritratto. Di questo pit-
tore, nato a Camerano, presso Ancona, nel 1625, sono
varii dipinti in S. Isidoro. Nella stanza ove si conservano
i ricordi del Wadding, ho veduto un ritratto di questi,
attribuito al Maratti, che, meno nella generale intonazione,
è perfettamente identico a quello di Dublino. Sulla parte
superiore della tela, nel dipinto di Dublino, si legge il
nome: F. Lucas Waddingvs, senza data; ma è certamente
(1) La bella chiesa è stata recentemente dichiarata monumento na-
zionale.
(1) Wadding (Luke), Annales minorum trium ordinum a S. Fran-
cisco institutorum. In venti volumi. Roma, 2.a ediz. con ritratto, 1731-
U94-