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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 14.1905

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Nr. 2
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Notizie ed osservazioni
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Da libri e periodici
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https://doi.org/10.11588/diglit.71025#0047

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

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ed in mezzo ad esso frammenti di vasellame dipinto ed ossa umane:
segno evidente che il sepolcreto sannitico si estendeva fin là.
Il vasellame più arcaico raccolto nel quinto e sesto saggio, aperti
dal lato occidentale della via delle tombe, consiste in frammenti di
vasetti a vernice nera, opaca, conosciuti sotto il nome di etrusco-cam-
pani. La completa mancanza di ossa umane e il non essere il terreno
vergine sconvolto, mostrano che il sepolcreto sannitico non giungeva
fino a quel punto. Nè tracce di sepolcri anteriori all'epoca sannitica
si rinvennero nell'isola I della regione IV, ove furono fatti, a breve
distanza l'uno dall'altro, i saggi VII-X.
Risultati insignificanti diedero i saggi XI-XV; ed una certa delu-
sione arrecarono i saggi XVI-XX, diretti ad esplorare il suolo sotto-
stante all'area del foro civile, ov'era il cuore della città sannitica e
romana. Nella trincea approfondita nel centro del foro non apparvero
avanzi di costruzioni, ma una così enorme quantità di ossa, rottami
di pietre e di stoviglie, da rendere ammissibile l'ipotesi, che il terric-
cio, in cui vennero rinvenuti, provenisse da un cumulo di rifiuti o di
scarico, colà trasportato. E, poiché i frammenti di suppellettili romane
in tutti gli edifici adiacenti al foro raggiungevano ovunque la mag-
giore profondità, non è inverisimile che questi ultimi, compreso il
grande tempio di Giove e l'antico colonnato di tufo di Nocera, fos-
sero stati costruiti, o meglio ricostruiti con maggiore magnificenza, dai
Romani. E la preesistenza intorno al foro di meschine abitazioni e
botteghe, poi rase al suolo per dar posto ad edifici più grandiosi, delle
quali si son trovati ruderi nei saggi XXI e XXII, eseguiti nel peristi-
lio a tergo delle curie, mostrano la possibilità di quest'ipotesi.
Certo, i risultati di queste prime ricerche sono finora piuttosto ne-
gativi. Pure, oltre a potersene già trarre una conclusione, cioè che il
piccolo villaggio osco, se ne verrà provata l'esistenza, doveva avere,
al tempo dell'invasione sannitica, un esteso ampliamento ai lati nord
e sud; non resta, d'altra parte, frustrata la speranza che ulteriori in-
vestigazioni, proseguite con l'alacrità della quale il Dall'Osso è larga-
mente dotato, possano recare un notevole contributo alla topografia
preistorica di Pompei.
* *
Esposizione di arte antica abruzzese.
Ci scrivono da Chieti:
Proseguono attivamente gli apparecchi della mostra che sarà aperta
in questa nostra città nei primi di maggio. Risoluto il problema finan-
ziario col collocamento di gran parte delle azioni emesse e col con-
corso delle amministrazioni delle tre province di Abruzzo, del co-
mune di Chieti, e dei ministeri della Pubblica Istruzione e dei Lavori
Pubblici, si è assicurato anche il generale consenso, come ne è prova
la formazione di un comitato di onore, presieduto dal ministro della
Pubblica Istruzione, e composto, oltreché dalle principali autorità della
regione — senatori, deputati, arcivescovi e vescovi, deputati provinciali,
sindaci dei capoluoghi e dei principali comuni, — dagli Abruzzesi che
maggiormente emergono nelle arti, nelle scienze e nelle lettere, da
raccoglitori di antichità, e dai più noti critici d'arte italiani e stranieri.
La mostra sarà limitata alle opere di oreficeria e di altri metalli,
alle monete delle zecche abruzzesi, alle medaglie, alle sculture e in-
tagli in legno, alle maioliche decorate delle vecchie fabbriche di Ca-
stelli Bussi e Palena, e alle trine e merletti.
Da Napoli, benché ci siano stati negati i famosi vasi della farma-
cia degli Incurabili, avremo buon numero di maioliche, mercè la coo-
perazione efficace del prof. Giovanni Tesorone, al quale è stato affi-
dato l'ordinamento di questa sezione della mostra. La sezione dei
metalli sarà ordinata dal prof. Leopoldo Gmelin, della Scuola d'arti

di Monaco, autore, come è noto, di una importante monografia sulla
oreficeria medievale abruzzese. Fra gli oggetti più pregevoli di questa
sezione, possiamo annunziare fin da ora lo scrigno a forma di altare,
con figure sedute alll'intorno sotto ricco baldacchino, ammirabile per
fini e minuti ornamenti. Nella fascia posteriore è scolpita l'immagine
della Vergine con due angioli, e sotto si legge: Nicolaus nepos S. Ni-
colai de Hortona fecit. Dalla cattedrale di Teramo si avrà il famoso
paliotto di argento massiccio, il capolavoro di Nicola da Guardiagrele,
eseguito tra il 1433 e il 1448. È alto m. 1.17 e largo 2.34, ed è com-
posto da trentacinque riquadri che contengono bassorilievi sbozzati, rap-
presentanti scene della vita di Cristo, e che si alternano con piastrelle
a smalto. Di là verrà anche il busto quattrocentesco di S. Berardo,
con piviale e stole rabescati a bulino e con molti ornamenti smaltati.
Da Loreto Aprutino verrà una croce processionale di argento dorato,
con figure fuse e ritoccate a bulino; da Lanciano una grande croce
processionale di Nicola da Guardiagrele; da Sulmona un calice di ar-
gento dorato, lavorato a cesello e a bulino da Ciccarelli di Francesco
da Sulmona, del sec. XIV; da Aquila un'altra croce di rame dorato;
e molti altri oggetti da altre città. Sarà una rivelazione, nel campo
dell'arte nostra, un quadro, firmato, di Nicola da Guardiagrele, l'orafo
famoso, non conosciuto finora come pittore.
Il comitato ha stabilito la pubblicazione di un catalogo della mo-
stra con monografie sulle singole arti, corredate da belle incisioni, e
la compilazione ne è affidata a Pietro Piccirilli, Giovanni Pansa, Vin-
cenzo Bindi, Domenico Ciampoli e Cesare de Laurentiis. Il disegno
del cartellone è dato dal pittore abruzzese Basilio Cascella.
* *
La QUESTIONE DELLA PINACOTECA DI NAPOLI.
La sezione di arte medievale e moderna del Consiglio superiore
di antichità e belle arti, cui è stata sottoposta la questione della no-
stra Pinacoteca, ha, nella tornata del 25 gennaio ultimo, presa no-
tizia di una relazione della Direzione generale circa le vicende del
riordinamento, affidato al prof. Venturi, dal dicembre 1900 sino ad
oggi, e non ancora compiuto. Ascoltate le dilucidazioni che il Venturi
ha stimato di dare prima di assentarsi dalla discussione che lo con-
cerneva, ha deliberato di recarsi a Napoli ad esaminare lo stato delle
cose, cioè i restauri fatti, i locali scelti, l'ordinamento e la decora-
zione abbozzati, e le spese sinora erogate.
Avendo i consiglieri Corrado Ricci e Benedetto Croce dichiarato
al presidente di astenersi da questa inchiesta sopra luogo, il primo
per avere avuto polemiche vivaci col Venturi, e il secondo per essersi
già in qualche modo pronunziato nella questione, la commissione che
dovrà recarsi a Napoli è restata composta dal presidente della sezione,
il marchese Emilio Visconti Venosta, e dei consiglieri Gustavo Friz-
zoni, Luigi Cavenaghi, Alfonso D'Andrade, Camillo Boito, Primo Levi
ed Ugo Ojetti.
Don Fastidio.

DA LIBRI E PERIODICI
Nuovi documenti su Giuliano da Maiano ed altri artisti, tolti da un
frammento di registro aragonese conservato nell'Arch. di Stato di Napoli
(Uff. amministrativo: Dipendenze della Sommaria, Fortificazioni, n. 175),
ha pubblicati il nostro Giuseppe Ceci, nell'Arch. stor. nap., XXIX (1904),
pp. 784-792. Da essi appare che Giovannello Sparano, dal Von Fa-
briczy scambiato per un artefice, era invece il direttore amministra-
tivo delle opere fatte eseguire da Alfonso duca di Calabria; al quale
Giovannello, perciò, erano intestate parecchie cedole della Tesoreria
 
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