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NAPOLI NOBILISSIMA
tates per eum hactenus condita, conditos et conditas et voluit
quod h^c sit sua ultima voluntas.
Imprimis perchè 1' istitutione dell' herede è capo e principio
di qualsivoglia testamento, senza la quale de juris censura dici-
tur esse nullum, per questo io Aniello testatore istituisce (sic)
suo herede universale e particulare sopra tutti e qualsivogliano
suoi beni mobili, stabili, oro, argento, denari, recoglienze, nomi
di debitori et altro, che li spetta et potesse spettare in futurum,
Candida Falcone sua sorella carnale usufruttuaria durante sua
vita, et dipoi sua morte nella sua heredità succedano li figli tanto
mascoli quanto femine di Gioseppe et Thomase Falcone suoi fra-
telli carnali; et non essendoci figli ne mascoli ne femine di detti
Gioseppe et Thomase nella sua heredità, ci succeda et debbia
succedere l'Ospidale dell' Incurabili di Napoli; et essendoci fi-
gli mascoli et femine di detti Gioseppe et Thomase, succedano
ognuno per equali parte et portione, et morendo l'uno succeda
all'altro, senza figli però legittimi et naturali; et poi alla fine
morendono tutti senza figli legittimi et naturali succeda il detto
Hospidale dell' Incurabile (sic) ut supra, excetto dal' infrascritti
legati et fidei commisso dalli quali non se ne possi detrahere
cos'alcuna jure natura ratione falcidia vel trebelliani.
Vole quandocumque passerà da questa vita presente il corpo
suo sia seppellito nell (sic) Venerabile Monisterio di Giesù Ma-
ria de Napoli.
Item lascia ad Andrea, Iacinto et Carmeniello Farconi suoi
nepoti una casa che fu del quondam Roggiero Farcone, sita alla
Sellaria una con tutti li censi et annue intrate che deve conse-
quire sopra l'altra parte di detta casa, et morendo l'uno succeda
all'altro, et facendono figli et poi detti figli morendono senza
figli, a detta parte di casa et censi succeda il detto Hospidale
dell' Incurabili ut supra.
Item declara come possede in communione con Angela Bosio
herede del quondam Diego Falcone due para de case site alla
Sellaria: la d.a sua parte di casa con tutte sue raggioni, che so-
pra detta casa li spettano, la lascia a Domenico et Giovanna
Farcone con peso che detti Domenico et Giovanna habbiano da
fare celebrare una messa il giorno in perpetuum alla chiesa del-
1' Incurabili, et per la detta messa detti Domenico et Giovanna
si debbiano accordare con detto Hospedale dell' Incurabili.
Item tutte le raggioni et attioni che detto Aniello tiene tanto
contro li heredi di Angelo Bosio delli denari pagati alli Massisi
li lascia a detti Domenico et Giovanna ogn'uno per equali parte
et portione. Morendo l'uno succeda all'altro, et morendono poi
tutti senza heredi li lascia allo detto Hospitale dell' Incurabili,
le scritture delli quali le tiene notar Francesco Antonio de Mar-
tino alla Sellaria, le partite passate per lo banco dello Monte
della Pietà haverà anni quattro incirca, et li lascia ancora tutte
le terze decorse et piggioni esatte per detta Angela.
Item lascia a detto Hospitale dell' Incurabili tutte le terze
decorse et maturate sin hoggi da diversi suoi capitali, le quali
stanno scritte nell suo libro de memoria, qual libro habbia peso
Domenico et Andrea di portarlo a detto Hospitale.
Item lascia a Gennaro de Pietro et Masina Monaco ducati
cento cinquanta in tanti denari robbe et argento, cioè ducati 50
in denari, ducati 50 in tanti beni mobili, et ducati 50 in tanto
argento.
Item lascia a Gioseppe Monaco ducati cinquanta, cioè la terza
parte de robbe, la terza parte d'argento, la terza parte de de-
nari.
Item vole, che tutti li desegni, che tiene in sua casa, ne la-
scia la 3.a parte a Gennaro de Pietro et Gioseppe Monaco et il
resto delli detti desegni li lascia ad Andrea Falcone, cioè una
parte se ne piglia gratis et l'altra ne farà dire tante messe per
sua anima.
Item vole, che tutti li mobili, che tiene in sua casa, levato
l'argento, oro et gioie, pagato il piggione della casa, caparri di
quadri, robbe di spetiarie et altro, quale robbe vole che si ven-
dano et in primis et ante omnia se ne diano a Giovanna de Rosa
ducati cinque, quali ce li lascia per amorevolezza, delle quale
robbe ne lascia la mittà alli figli dell quondam Onofrio Farcone
et l’altra mittà se ne paghi il piggione ut supra, caparri de qua-
dri, robbe de spetiaria, et ducati cinquanta a detta Giovanna et
quello, che resta, se dispensi a poveri per l’anima di detto te-
statore. Il penziero del quale di detti denari, che si hanno da
dispenzare a' poveri, ne habbia penziero Iacinto, Carmeniello,
Andrea et Dominico Farcone.
Item lascia a Gennaro de Pietro quattro Macchitelle a sua
elettione.
Et demum et ultimo fa esecutore del presente suo testamento
et ultima sua volontà li signori Governatori del detto Hospitale
dell’ Incurabili cum omnimoda potestate exequendi.
De quibus omnibus et singulis predittus testator requisivit
nos etc. conficere deberemus publicum Instrumentum etc. Nos
autem etc. Unde etc. Presentibus opportunis.
Extracta est presens copia ab attis mei notarii Francisci An-
tonii Compagni de Neapoli meliori collazione semper salva et
signavi: locus signi. Die vigesimo mensis septembris millesimo
sexcentesimo quinquagesimo sexto Neapoli etc.
(Arch. di Stato, Processi diversi, fase. 1170, n. 3, f. 39).
LE MURA ED IL CASTELLO
DI OTRANTO
(Contin. — vedi fase. prec.).
Il castello giace nell'angolo sud-ovest della città. La sua
pianta può dirsi pentagonale, con tre torri a tre degli an-
goli; da un altro angolo si stacca un puntone, che pro-
tende verso il mare il suo saliente acuto, alto e tagliente
come la prua di una nave: il quinto angolo non ha torre,
nè altro organo di fiancheggiamento.
Tutto intorno gira un ampio e profondo fosso.
Il castello, quale oggi si vede, può dirsi quasi tutto
opera dei vicerè spagnuoli: degli Aragonesi non rimane
che una torre ed alcuni tratti di muro.
Ha l'ingresso al lato rivolto a nord, costituito da una
cortina lunga metri 20, fiancheggiata da due robustissime
torri. Sul portone d'ingresso si ammira il grande e bello
stemma di Carlo V, scolpito magistralmente in pietra lec-
cese, e ben conservato. Lo scudo alato mostra le nume-
rose partizioni della complicata arma: d'ambo i lati, sim-
metricamente disposte, si vedono le colonne col plus ultra
e le due clave incrociate a croce di S. Andrea. Al di sotto
NAPOLI NOBILISSIMA
tates per eum hactenus condita, conditos et conditas et voluit
quod h^c sit sua ultima voluntas.
Imprimis perchè 1' istitutione dell' herede è capo e principio
di qualsivoglia testamento, senza la quale de juris censura dici-
tur esse nullum, per questo io Aniello testatore istituisce (sic)
suo herede universale e particulare sopra tutti e qualsivogliano
suoi beni mobili, stabili, oro, argento, denari, recoglienze, nomi
di debitori et altro, che li spetta et potesse spettare in futurum,
Candida Falcone sua sorella carnale usufruttuaria durante sua
vita, et dipoi sua morte nella sua heredità succedano li figli tanto
mascoli quanto femine di Gioseppe et Thomase Falcone suoi fra-
telli carnali; et non essendoci figli ne mascoli ne femine di detti
Gioseppe et Thomase nella sua heredità, ci succeda et debbia
succedere l'Ospidale dell' Incurabili di Napoli; et essendoci fi-
gli mascoli et femine di detti Gioseppe et Thomase, succedano
ognuno per equali parte et portione, et morendo l'uno succeda
all'altro, senza figli però legittimi et naturali; et poi alla fine
morendono tutti senza figli legittimi et naturali succeda il detto
Hospidale dell' Incurabile (sic) ut supra, excetto dal' infrascritti
legati et fidei commisso dalli quali non se ne possi detrahere
cos'alcuna jure natura ratione falcidia vel trebelliani.
Vole quandocumque passerà da questa vita presente il corpo
suo sia seppellito nell (sic) Venerabile Monisterio di Giesù Ma-
ria de Napoli.
Item lascia ad Andrea, Iacinto et Carmeniello Farconi suoi
nepoti una casa che fu del quondam Roggiero Farcone, sita alla
Sellaria una con tutti li censi et annue intrate che deve conse-
quire sopra l'altra parte di detta casa, et morendo l'uno succeda
all'altro, et facendono figli et poi detti figli morendono senza
figli, a detta parte di casa et censi succeda il detto Hospidale
dell' Incurabili ut supra.
Item declara come possede in communione con Angela Bosio
herede del quondam Diego Falcone due para de case site alla
Sellaria: la d.a sua parte di casa con tutte sue raggioni, che so-
pra detta casa li spettano, la lascia a Domenico et Giovanna
Farcone con peso che detti Domenico et Giovanna habbiano da
fare celebrare una messa il giorno in perpetuum alla chiesa del-
1' Incurabili, et per la detta messa detti Domenico et Giovanna
si debbiano accordare con detto Hospedale dell' Incurabili.
Item tutte le raggioni et attioni che detto Aniello tiene tanto
contro li heredi di Angelo Bosio delli denari pagati alli Massisi
li lascia a detti Domenico et Giovanna ogn'uno per equali parte
et portione. Morendo l'uno succeda all'altro, et morendono poi
tutti senza heredi li lascia allo detto Hospitale dell' Incurabili,
le scritture delli quali le tiene notar Francesco Antonio de Mar-
tino alla Sellaria, le partite passate per lo banco dello Monte
della Pietà haverà anni quattro incirca, et li lascia ancora tutte
le terze decorse et piggioni esatte per detta Angela.
Item lascia a detto Hospitale dell' Incurabili tutte le terze
decorse et maturate sin hoggi da diversi suoi capitali, le quali
stanno scritte nell suo libro de memoria, qual libro habbia peso
Domenico et Andrea di portarlo a detto Hospitale.
Item lascia a Gennaro de Pietro et Masina Monaco ducati
cento cinquanta in tanti denari robbe et argento, cioè ducati 50
in denari, ducati 50 in tanti beni mobili, et ducati 50 in tanto
argento.
Item lascia a Gioseppe Monaco ducati cinquanta, cioè la terza
parte de robbe, la terza parte d'argento, la terza parte de de-
nari.
Item vole, che tutti li desegni, che tiene in sua casa, ne la-
scia la 3.a parte a Gennaro de Pietro et Gioseppe Monaco et il
resto delli detti desegni li lascia ad Andrea Falcone, cioè una
parte se ne piglia gratis et l'altra ne farà dire tante messe per
sua anima.
Item vole, che tutti li mobili, che tiene in sua casa, levato
l'argento, oro et gioie, pagato il piggione della casa, caparri di
quadri, robbe di spetiarie et altro, quale robbe vole che si ven-
dano et in primis et ante omnia se ne diano a Giovanna de Rosa
ducati cinque, quali ce li lascia per amorevolezza, delle quale
robbe ne lascia la mittà alli figli dell quondam Onofrio Farcone
et l’altra mittà se ne paghi il piggione ut supra, caparri de qua-
dri, robbe de spetiaria, et ducati cinquanta a detta Giovanna et
quello, che resta, se dispensi a poveri per l’anima di detto te-
statore. Il penziero del quale di detti denari, che si hanno da
dispenzare a' poveri, ne habbia penziero Iacinto, Carmeniello,
Andrea et Dominico Farcone.
Item lascia a Gennaro de Pietro quattro Macchitelle a sua
elettione.
Et demum et ultimo fa esecutore del presente suo testamento
et ultima sua volontà li signori Governatori del detto Hospitale
dell’ Incurabili cum omnimoda potestate exequendi.
De quibus omnibus et singulis predittus testator requisivit
nos etc. conficere deberemus publicum Instrumentum etc. Nos
autem etc. Unde etc. Presentibus opportunis.
Extracta est presens copia ab attis mei notarii Francisci An-
tonii Compagni de Neapoli meliori collazione semper salva et
signavi: locus signi. Die vigesimo mensis septembris millesimo
sexcentesimo quinquagesimo sexto Neapoli etc.
(Arch. di Stato, Processi diversi, fase. 1170, n. 3, f. 39).
LE MURA ED IL CASTELLO
DI OTRANTO
(Contin. — vedi fase. prec.).
Il castello giace nell'angolo sud-ovest della città. La sua
pianta può dirsi pentagonale, con tre torri a tre degli an-
goli; da un altro angolo si stacca un puntone, che pro-
tende verso il mare il suo saliente acuto, alto e tagliente
come la prua di una nave: il quinto angolo non ha torre,
nè altro organo di fiancheggiamento.
Tutto intorno gira un ampio e profondo fosso.
Il castello, quale oggi si vede, può dirsi quasi tutto
opera dei vicerè spagnuoli: degli Aragonesi non rimane
che una torre ed alcuni tratti di muro.
Ha l'ingresso al lato rivolto a nord, costituito da una
cortina lunga metri 20, fiancheggiata da due robustissime
torri. Sul portone d'ingresso si ammira il grande e bello
stemma di Carlo V, scolpito magistralmente in pietra lec-
cese, e ben conservato. Lo scudo alato mostra le nume-
rose partizioni della complicata arma: d'ambo i lati, sim-
metricamente disposte, si vedono le colonne col plus ultra
e le due clave incrociate a croce di S. Andrea. Al di sotto