Overview
Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 14.1905

DOI Heft:
Nr. 8
DOI Artikel:
Nicolini, Fausto: Dalla porta reale al palazzo degli studii[1]
DOI Artikel:
Laccetti, Filippo: Memorie d'arte vastese[3]
DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.71025#0134

DWork-Logo
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
ii8

NAPOLI NOBILISSIMA

di palazzi, di giardini, di comodità del pubblico » etc. V);
ed il Celano, nel 1692, che il borgo dell'Avvocata era
tanto popoloso « che passar potria per una gran città » (2).
Infatti, nel 1675, appena vent'anni dopo la terribile peste
che distrusse circa tre quarti dei napoletani (3), contava
già 6037 anime, giunte a 7256 nel 1688 e a 10,557
nel 1715 (4).
Importanza maggiore ebbe l'antico Limpiano nel se-
colo XVIII sotto re Carlo Borbone, ed ancora più du-
rante il lunghissimo regno del successore di lui, a causa
della fondazione della real villa di Capodimonte e, prin-
cipalmente, della demolizione di Porta Reale; demolizione
che fece perdere alla nostra regione ogni carattere di borgo.
Perciò, quando, con reale dispaccio del 3 gennaio 1779,
la città di Napoli ebbe un nuovo ordinamento ed alle
antiche ottine vennero sostituiti dodici quartieri, ottavo
fra questi fu quello dell'Avvocata, che comprese i distretti
delle parrocchie di S. Maria dell'Avvocata e di S. Maria
deH'Arenella (5). E, riguardo alla circoscrizione ecclesiastica,
divenuta la parrocchia dell'Avvocata troppo numerosa, fu
d'uopo, nel 1792, staccarne una parte ed erigerla in par-
rocchia a sè: quella di Montesanto (6).
Della topografia del nostro colle sullo scorcio del se-
colo XVIII sono preziosi documenti le tre grandi piante
di Napoli allora disegnate: quella bellissima ed artistica
del duca di Noia pubblicata nel 1776 (7), l'altra in venti
pezzi, molto utile ai proprietari di stabili, fatta nel 1798
dal regio ingegnere comunale Luigi Marchese (8) e la terza,
di ignoto autore, del 1801, anche in venti pezzi, dei quali,
per altro, solo diciassette dell'unico esemplare che se ne
conosca furono rinvenuti dal Capasso nelle scritture miscel-
lanee dell'Archivio municipale di Napoli (9). Da queste si
scorge che, tranne la salita Museo, ora completamente
trasformata, il resto della regione presentava un aspetto
poco dissimile da quello d'oggidì. Per esempio, il primo
braccio della strada dell'Infrascata (palazzo degli Studi —
chiesa della Cesarea) era già tutto ricoperto da ambo i
lati da case e palazzi; parecchi dei quali non hanno ancor

perduta con successivi rifacimenti l'impronta settecentesca.
Nè molto diversa dall'attuale era la condizione del se-
condo braccio della medesima via (Cesarea — strada Conte
della Cerra); il quale adesso è soltanto un po' meno rado
di edifici.
Perciò possiamo sorvolare sul secolo XIX, e dire soltanto
che l'apertura della nuova via di Capodimonte, compiuta nei
primi anni del decennio, e quella del Corso Maria Teresa
(ora Vittorio Emanuele), cominciata poco prima del 1860,
mettendo l'Avvocata in più facile comunicazione^ col resto
della città, resero la nostra contrada, — diventata la quinta
tra le sezioni della città, — sempre più centrale e popo-
losa: progresso che oggi non è punto cessato (non ostante
la costruzione, dal 1884 in poi, di tanti nuovi quartieri),
mercè la salubrità dell'aria e l'incremento e l'economi-
cità de' mezzi di trasporto.
continua.
Fausto Nicolini.

MEMORIE D'ARTE VASTESE
(A proposito dell'esposizione artistica di Chieti)

(Contin. — v. fase. prec.).
Un altro edifizio importante di Vasto è il castello detto
malamente dei Caldora. Esso fu la rocca di Guasto Aymone,
come già la battaglia era stata la rocca di Guasto Gisone; e,
parallelamente alla base del campanile di S. Maria, è anche


Castello di Vasto secondo la ricostruzione del secolo XVI.
Veduta postica. Disegno dell'ing. F. Laccetti.

(1) Il Forestiero, p. 818. E, a p. 819: « Quando vedrete quel sito
di questo borgo, restarete stupito in veder tanti palazzi nobilissimi per
la strada di Olimpiano..., strada piena di chiese e monisteri di frati
e donne monache », etc.

(2) Celano, III, p. 43.

(3) Vedi più giù a proposito del largo del Mercatello.

(4) Capasso, Circoscriz., p. 65.

(5) Ri, p. 70.

(6) Ivi, p. 71.

(7) Un esemplare nel Museo dell'Arch. di Stato di Napoli. Vedi su di
essa l'articolo di Aldo Blessich, in Nap. nobiliss., IV (1895), p. 183 sgg.;
V (1896), p. 74 sgg.

(8) Un esemplare nel Museo dell'Arch. suddetto. Cfr. Capasso,
Circoscriz., p. 80.

(9) Capasso, 1. c.

esso un esempio d'arte notevolissimo. Di detto castello,
intanto, la parte anteriore oggidì è stata trasformata in
signorile abitazione, nè di essa ci occuperemo: comince-
remo invece dal notare che la fondazione della sua parte
più antica, costituita dal nocciolo centrale turrito più volte
ricostrutto e di arti progredienti, risale probabilmente alla
fine del secolo XII. In ogni modo, quando già il Guasto
d'Aymone s'opponeva validamente al Guasto Gisone, e
però certamente nel secolo XIII, e più precisamente sotto
il dominio di Tommaso Fasanella (1269) e sotto quello
successivo degli Scillata, dei De Solliaco e dei Cantelmi,
 
Annotationen