RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA
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Infatti, della terza ed ultima seduta, tenuta il 4 aprile
1717, sotto la presidenza di don Pietro Sersale, il Falan-
gola non dice altro nel ms., se non che il principe pro-
pose il quesito: « Se Iddio abbia mostrato al mondo più
la sua provvidenza nel dare alla serenissima casa d'Austria
il primogenito principe, dopo tanti sospiri e premure, 0
pure nel levarlo dal mondo dopo tante allegrezze ». Parlò
a favore della prima tesi G. B. Correale, e cominciò a
dissertare a favore della seconda R. Nobilione; ma, poiché
il discorso di quest'ultimo nel ms. è interrotto nel meglio,
debbo supporre che, tutto ad un tratto, oratore, ascoltanti
e cancelliere fossero caduti, per inconcepibile fatalità, in
un profondo sonno, dal quale, non ostante il loro nome,
non si svegliarono mai più.
Manfredi Fasulo.
NOTIZIE E DOCUMENTI
PER LA STORIA DELL'ARTE NEL NAPOLETANO
(Cont.: vedi vol. VIII, p. 78)
IX.
Un dipinto del Van Dyck.
Nell'Archivio di Stato di Palermo, tra le carte della Real Se-
greteria, fascio 3418 (1), si trova una Partecipazione della R. Se-
greteria di Stato e Finanze al marchese di Montagano, data nel
Palazzo di Napoli il 3 novembre 1800, nella quale si legge:
« Essendo pervenuto a notizia del Re che in Ischia tra mo-
« bili confiscati al reo di Stato Buonocore vi sia un quadro di
« Vandick rappresentante una Deposizione di croce, ha risoluto
« e comanda che V. S. Ill.ma lo faccia subito venire colla do-
« vuta diligenza e lo consegni al cav. Venuti (2) per riporsi cogli
« altri quadri alla R.1 Galleria ».
Da un alligato del medesimo fascio si rileva che donna Ma-
rianna Buonocore (forse la moglie) ricorse al re « implorando
dalla Real Clemenza » che non le fosse portato via niente altro
che il detto quadro; ed ottenne tale grazia, secondo appare da
altra Partecipazione della R. Segreteria al Montagano, in data
del 17 dello stesso mese.
Il quadro, infatti, fu collocato nella reale collezione. E più
tardi, fu anche deciso di pagarne il prezzo. Tra le Risoluzioni
prese da S. A. R. nel Consiglio del 24 marzo 1802 (in Napoli),
quella distinta col numero d'ordine 60 (3) ci fa sapere che: « Il
« cavalier Venuti ha proposto potersi pagare il quadro di Van-
« die di pertinenza del fu Francesco Buonocore, oggi esistente
« nella Real Quadreria, che rappresenta un Cristo morto soste-
fi) In Archiv. del Museo Nazionale di Napoli, Ricerche Fraccia, Ri-
messa III, fase. III, pp. 2 sgg., e II.
(2) Per il cav. Domenico Venuti e la parte importantissima che
ebbe nelle regie Gallerie vedi A. Filangieri di Candida, La Galleria
nazionale di Napoli (documenti e ricerche), Roma, 1902, p. 23 sgg.,
estratto dal vol. V de Le Gallerie nazionali italiane.
(3) In Archiv. di Stato di Palermo, Real Segreteria, fascio 3436.
« nuto da due angioli, ducati 1700, per essere di un merito
« sublime ».
Più giù si legge: « S. M. vuole, che il direttore delle Fi-
cc nanze procuri di accomodar questo affare nel miglior modo
« possibile ».
Sembra che questo quadro dovette essere danneggiato, forse
da cattivi restauri; perchè il Venturi scriveva da Roma, in data
del 26 marzo dello stesso anno 1802, al ministro Zurlo, interes-
sandolo vivamente affinchè gli fosse spedito a Roma « il Wan-
« dich (sic) che costì (a Napoli) è stato così crudelmente trat-
te tato » per « farlo ripulire e rimettere in sistema ». Ne fa
grandi lodi, e dice che in Roma esso è in gran reputazione, e
che molti per vederlo si son recati ad Ischia.
In data del 30 dello stesso mese, il ministro Zurlo scrive al
Venuti « che si procurerà di farne l'acquisto e dopo gli si spe-
dirà » (?!).
X.
Notizie di alcune medaglie della Collezione borbonica.
Non è priva d'interesse l'odissea di tredici medaglie di bronzo
romane del gabinetto numismatico di Napoli, quale si rileva
dalla seguente lettera conservata nel fascio 1052 delle Carte
Farnesiane dell'Archivio di Stato di Napoli:
« M. de Caulet president du parlement de Toulouse ayant
« sgù que 12 ou 13 medailles de grand bronze avaient été dans
« le Cabinet de feu M. Faucault con.er d'Etat, qui fut acheté
« par feu Monseigneur le Due de Parme; a fait tout ce qu'il a
« pii pour se rendre maitre des d. medailles, y ètant parvenu il
« a cru devoir les renvoyer dòn elles ètoient sorties, il les fit
« remettre au Prieur de la Chartreuse de Naples dans l'été de
« l'année passée 1737, le Pere a mandé depuis qu'il s'est aquitté
« de la commission. Ou voudrait savoir positivement si cela est
« vray et supposé que ces medailles soient inutiles dans le Ca-
ci binet du Roy de deux Siciles, en tout ou en partie; M. de
« Caulet, qui a pretendu faire une action de justice en renvoyant
« ces medailles, espere de sa Majesté Sicilienne à titre de gràce
« qu'elle voudra bien agréer qu'on luy renvoye celles qui seront
« dans ce cas, et il les recevra avec reconnaissance.
« Medailles envoyées:
« Jules césar et auguste. IV C. I. V.
« Caligula. ^ adlocut.
« Neron. IT port Ost.
« Neron. IV adlocut. coh.
« Galba. IV adlocut.
« Tite. IVpietas aug.
« Trajan. IV I. O. M. are de triomphe.
« Antonin pie. W Colomne antoniene.
« Faustine jeune. IV fiecund. Auguste.
« Verus. IV Rex Armen. datus.
« Julia Moesa. IVpietas aug.
« Trebonianus Gallus. B Rom^ e aeternz.
« Tmilianus. IV vot. decem. in corona ».
Da un alligato, che riporta esattamente l'elenco, si rileva
che le menzionate medaglie erano state « unite allo Studio di
S. Maestà ». L'attestato, che reca la data dell'i maggio 1738, è
di questo tenore:
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Infatti, della terza ed ultima seduta, tenuta il 4 aprile
1717, sotto la presidenza di don Pietro Sersale, il Falan-
gola non dice altro nel ms., se non che il principe pro-
pose il quesito: « Se Iddio abbia mostrato al mondo più
la sua provvidenza nel dare alla serenissima casa d'Austria
il primogenito principe, dopo tanti sospiri e premure, 0
pure nel levarlo dal mondo dopo tante allegrezze ». Parlò
a favore della prima tesi G. B. Correale, e cominciò a
dissertare a favore della seconda R. Nobilione; ma, poiché
il discorso di quest'ultimo nel ms. è interrotto nel meglio,
debbo supporre che, tutto ad un tratto, oratore, ascoltanti
e cancelliere fossero caduti, per inconcepibile fatalità, in
un profondo sonno, dal quale, non ostante il loro nome,
non si svegliarono mai più.
Manfredi Fasulo.
NOTIZIE E DOCUMENTI
PER LA STORIA DELL'ARTE NEL NAPOLETANO
(Cont.: vedi vol. VIII, p. 78)
IX.
Un dipinto del Van Dyck.
Nell'Archivio di Stato di Palermo, tra le carte della Real Se-
greteria, fascio 3418 (1), si trova una Partecipazione della R. Se-
greteria di Stato e Finanze al marchese di Montagano, data nel
Palazzo di Napoli il 3 novembre 1800, nella quale si legge:
« Essendo pervenuto a notizia del Re che in Ischia tra mo-
« bili confiscati al reo di Stato Buonocore vi sia un quadro di
« Vandick rappresentante una Deposizione di croce, ha risoluto
« e comanda che V. S. Ill.ma lo faccia subito venire colla do-
« vuta diligenza e lo consegni al cav. Venuti (2) per riporsi cogli
« altri quadri alla R.1 Galleria ».
Da un alligato del medesimo fascio si rileva che donna Ma-
rianna Buonocore (forse la moglie) ricorse al re « implorando
dalla Real Clemenza » che non le fosse portato via niente altro
che il detto quadro; ed ottenne tale grazia, secondo appare da
altra Partecipazione della R. Segreteria al Montagano, in data
del 17 dello stesso mese.
Il quadro, infatti, fu collocato nella reale collezione. E più
tardi, fu anche deciso di pagarne il prezzo. Tra le Risoluzioni
prese da S. A. R. nel Consiglio del 24 marzo 1802 (in Napoli),
quella distinta col numero d'ordine 60 (3) ci fa sapere che: « Il
« cavalier Venuti ha proposto potersi pagare il quadro di Van-
« die di pertinenza del fu Francesco Buonocore, oggi esistente
« nella Real Quadreria, che rappresenta un Cristo morto soste-
fi) In Archiv. del Museo Nazionale di Napoli, Ricerche Fraccia, Ri-
messa III, fase. III, pp. 2 sgg., e II.
(2) Per il cav. Domenico Venuti e la parte importantissima che
ebbe nelle regie Gallerie vedi A. Filangieri di Candida, La Galleria
nazionale di Napoli (documenti e ricerche), Roma, 1902, p. 23 sgg.,
estratto dal vol. V de Le Gallerie nazionali italiane.
(3) In Archiv. di Stato di Palermo, Real Segreteria, fascio 3436.
« nuto da due angioli, ducati 1700, per essere di un merito
« sublime ».
Più giù si legge: « S. M. vuole, che il direttore delle Fi-
cc nanze procuri di accomodar questo affare nel miglior modo
« possibile ».
Sembra che questo quadro dovette essere danneggiato, forse
da cattivi restauri; perchè il Venturi scriveva da Roma, in data
del 26 marzo dello stesso anno 1802, al ministro Zurlo, interes-
sandolo vivamente affinchè gli fosse spedito a Roma « il Wan-
« dich (sic) che costì (a Napoli) è stato così crudelmente trat-
te tato » per « farlo ripulire e rimettere in sistema ». Ne fa
grandi lodi, e dice che in Roma esso è in gran reputazione, e
che molti per vederlo si son recati ad Ischia.
In data del 30 dello stesso mese, il ministro Zurlo scrive al
Venuti « che si procurerà di farne l'acquisto e dopo gli si spe-
dirà » (?!).
X.
Notizie di alcune medaglie della Collezione borbonica.
Non è priva d'interesse l'odissea di tredici medaglie di bronzo
romane del gabinetto numismatico di Napoli, quale si rileva
dalla seguente lettera conservata nel fascio 1052 delle Carte
Farnesiane dell'Archivio di Stato di Napoli:
« M. de Caulet president du parlement de Toulouse ayant
« sgù que 12 ou 13 medailles de grand bronze avaient été dans
« le Cabinet de feu M. Faucault con.er d'Etat, qui fut acheté
« par feu Monseigneur le Due de Parme; a fait tout ce qu'il a
« pii pour se rendre maitre des d. medailles, y ètant parvenu il
« a cru devoir les renvoyer dòn elles ètoient sorties, il les fit
« remettre au Prieur de la Chartreuse de Naples dans l'été de
« l'année passée 1737, le Pere a mandé depuis qu'il s'est aquitté
« de la commission. Ou voudrait savoir positivement si cela est
« vray et supposé que ces medailles soient inutiles dans le Ca-
ci binet du Roy de deux Siciles, en tout ou en partie; M. de
« Caulet, qui a pretendu faire une action de justice en renvoyant
« ces medailles, espere de sa Majesté Sicilienne à titre de gràce
« qu'elle voudra bien agréer qu'on luy renvoye celles qui seront
« dans ce cas, et il les recevra avec reconnaissance.
« Medailles envoyées:
« Jules césar et auguste. IV C. I. V.
« Caligula. ^ adlocut.
« Neron. IT port Ost.
« Neron. IV adlocut. coh.
« Galba. IV adlocut.
« Tite. IVpietas aug.
« Trajan. IV I. O. M. are de triomphe.
« Antonin pie. W Colomne antoniene.
« Faustine jeune. IV fiecund. Auguste.
« Verus. IV Rex Armen. datus.
« Julia Moesa. IVpietas aug.
« Trebonianus Gallus. B Rom^ e aeternz.
« Tmilianus. IV vot. decem. in corona ».
Da un alligato, che riporta esattamente l'elenco, si rileva
che le menzionate medaglie erano state « unite allo Studio di
S. Maestà ». L'attestato, che reca la data dell'i maggio 1738, è
di questo tenore: