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Napoli nobilissima — 3.1894

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

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la tomba di Carlo Troia nella vicina chiesa: questa fu
celebre e frequentata otto dì per teatrali conferenze di
P. Agostino da Montefeltro: nella primavera dell’anno pas-
sato S. M. la Regina Margherita visitò l’atrio del Platano.
Tre volte furono interrotte le vecchie consuetudini, il corso
del fetido rigagnolo fu prosciugato e per poco la schiera
dei polli non potette razzolarvi, nè i bambini mezzo nudi
sguazzarvi in frotta.
Il monastero dei SS. Severino e Sossio dell’Ordine di
S. Benedetto è antico e nobile. C’era in tempi molto re-
moti nella regione Furcillense della città di Napoli un
oratorio dedicato a S. Severino, nel quale nell’ anno 902
furono trasferite le reliquie del santo conservate in un al-
tro oratorio, o monastero, dello stesso nome, nel castro
Lucullano, allorché per le incursioni dei Saraceni i monaci
furono costretti ad abbandonare il luogo. Dipoi vi furono
trasportate anche le reliquie di S. Sossio compagno di
S. Gennaro nel martirio, quando dai Saraceni fu disfatto
il castello di Miseno, nella cui chiesa furono rinvenute
fra i ruderi!1). Allora l’oratorio ed il monastero s’intito-
larono dai SS. Severino e Sossio; col tempo per le lar-
gizioni dei fedeli i monaci arricchirono, il luogo divenne
famoso. Sulla fine del secolo XV i monaci misero mano
all’ opera della nuova chiesa, per la quale Alfonso II d’A-
ragona assegnò ducati quindicimila e Troiano Mormile
seimila (2 3 4); e da quel tempo sino allo scorcio del secolo
passato furono fatte molte belle cose nuove nel monastero
e nella chiesa, onde, non a torto, sono reputati fra i più
insigni monumenti di Napoli.
Nel 1799 Ferdinando IV Borbone soppresse il mona-
stero (3), pochi monaci restarono addetti al servizio della
bella chiesa: allora veramente
Le mura, che solcano esser Badia
Fatte sono spelunche.
Vi furono depositati tutti « i legnami, statue, tele oc-
corse nelle machine erette in occasione del fausto ritorno
di S. M. in questo Regno», onde poi nel 1804 i pochi
monaci rimasti pregarono il re a rimuovere quell’ ingom-
bro, che poteva dare facile occasione d’incendii, e ne

fu ordinata la vendita C1). Nel monastero furono alloggiate
le torbide bande del Cardinal Ruffo, le quali godevano di
rompere e devastare, la qual cosa dispiaceva anche ai più
fedeli regalisti, onde il dì 13 febbraio 1801 la r. Segre-
teria di Stato e Guerra diede notizia all’Azienda del Mar-
chese di Montagano dei « gravissimi danni arrecati nel
« soppresso monistero di S. Severino da taluni, che si
« onorano col glorioso nome di Truppe dei Realisti, tan-
« tocche quei pochi libri, che nel Monastero suddetto si
« conservano sono mal sicuri, non essendovi persona, che
« possa fare ostacolo' a giovani arditi e senza freno » . (2).


L’atrio di marmo in S. Severino.
(Fotog. del March. G. de Montemayor).

I giovani arditi e senza freno restarono tuttavolta nel
monastero quell’ anno e l’anno appresso, ed è miracolo,
che non l’abbiano disfatto: finalmente il 14 dicembre 1802
il Maresciallo Rosenheim avvisò il Re, che i soldati erano
usciti da S. Severino (3).
Intanto prima di questa truppa urbana il monastero era
stato occupato da molti artefici paesani (4); e vi s’insediò

(1) Capasso, Monumenta ad Neapol. Ducatus Hist. pertinentia, I, 29,
106, 227.
(2) Faraglia, Memorie artistiche della chiesa benedettina dei ss. Se-
verino e Sossio in Napoli, in Arch. star. Nap., Ili, 235.
(3) Ferdinando IV Borbone coi r. dispacci dei 12 e 20 luglio 1799
soppresse i monasteri più ricchi di Napoli. Furono sette: Monteoli-
veto, s. Severino, s. Giovanni a Carbonara, s. Pietro a Maiella, s. Gau-
dioso, s. Martino, s. Francesco a Porta Capuana. L’amministrazione
dei beni sequestrati fu affidata al Marchese di Montagano, i cui re-
gistri si conservano nell’Archivio di Stato.

(1) Monasteri soppressi. Amministrazione del Marchese di Montagano,
reg. 5562, f. 83-101.
In una relazione al Re, fatta il 14 decembre 1805, rilevo che le
statue, tele e legname furono venduti ducati 187. Ivi, reg. n. 5565,
f. 1280.
(2) Amm. del M.se di Montagano, reg. cit., f. 197.
Con dispaccio del 5 novembre 1804 i libri restanti furono dati ai
PP. Cassinesi. Ivi, f. 134.
(3) Ivi> t- M9-
(4) Ivi. Dispaccio cit. del 13 feb. 1801, f. 197. Ogni persona, che
 
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