Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Napoli nobilissima — 3.1894

Zitierlink: 
https://digi.ub.uni-heidelberg.de/diglit/napoli_nobilissima1894/0044

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
28

NAPOLI NOBILISSIMA

anche uno scroccone forestiere, Pietro Haucard tedesco
si predicava fabbricante di argent-plaqué. Giuseppe Zurlo
con dispaccio del 18 febbraio 1800 ordinò, che per co-
mando del Re, e forse avrebbe dovuto dire della Regina,
doveva essergli assegnata un’abitazione con locale suffi-
ciente per la fabbrica (0. C’è evidentemente chi dava brac-
cio forte al tedesco, perchè con un nuovo dispaccio del
24 aprile 1800 fu disposto, che dovendo egli « collocare
nel soppresso monastero di S. Severino lo stiglio della
fabbrica di argent-plaqué », gli erano stati dati a tal effetto
cento ducati!* 1 2 3 4 5): ma il tedesco s’allogò nel monastero,
occupò e disertò il giardino, mangiò i cento ducati senza
far altro, ed i pochi monaci rimasti per servizio della
chiesa, i quali andavano racquistando credito e protezione,
mossero richiami nel 1803 (3). Del resto tra poco i Be-
nedettini tornarono alle loro stanze per ordine regio dato
col dispaccio del 13 settembre 1804, che voglio riferire
intero.
In esecuzione di sovrano comando, e grazia fatta dalla M. S. al-
l’Abate e Monaci del Monastero di S. Severino, si è da questa Gen.le
Amministrazione dato il possesso alli med.! a titolo di nuova conces-
sione, di tutti i beni, che non si trovavano alienati, che prima si ap-
partenevano al detto Monastero. Benedicendo essi le provvide cure, e
la Clemenza di S. M. rientrarono anche nel possesso del Monastero
del quale si restituirono tutt’i locali menocchè quello ove esiste la li-
breria. Di questo locale, e libreria ne ricercarono essi il possesso, de-
ducendo che vi sono pochi libri, ed opere incomplete ricuperate dal
saccheggio, le quali possono giovare all’uso dei Monaci. Io però non
ho potuto da me aderire alla loro domanda, perchè S. M. mi comandò
coll’ultimo R. Dispaccio sull’assunto del dì 12 Mag.° 1802 di dover
tenere tutti li libri de’ Monisteri Soppressi a disposizione della Giunta
della R. Biblioteca. Perciò ho stimato di rassegnare al R. Trono la do-
manda dei Monaci, a li Sovrani comandi, onde si degni la M. S. di
comunicarmi i suoi Sovrani oracoli non tralasciando di passare alla
Sovrana intelligenza, che nella stessa libreria esistono ancora alcuni
libri, e scritture delli Gesuiti, quali furono dalli stessi Monaci di S. Se-
verino ricuperati unitamente con una porzione de’ loro libri dopo il sac-
cheggio, e furono situati in luogo diviso nella stessa libreria. E quindi
volendosi S. M. degnare di accordare i propri loro libri alli Monaci
di S. Severino, dovrà degnarsi ancora di manifestarmi i suoi supe-
riori oracoli, se debbono restituirsi alli Gesuiti i pochi libri e scritture
che di loro pertinenza esistano nella stessa libreria (4).
I monaci trovarono il monastero mezzo disfatto (5):
poco del resto vi stettero. Al tempo dei napoleonidi col

non aveva abitazione la trovava in s. Severino. Vi fu allogato fino
il Vice-direttore dei pubblici stabilimenti della vaccinazione: dispaccio
del 18 decembre 1802. Ivi, f. 423. Un dispaccio del 19 marzo 1803
ordinò, che vi prendesse stanza anche la « Giunta eretta da S. M. per
la Pianta della Scrittura Reale ». Ivi, f. 24.
(1) Ivi, reg. 5562, f. 83.
(2) Ivi, f. 105.
(3) reg- 556 * * *5> f- 1O33-
(4) Monasteri soppressi, reg. 5565, f. 1161.
(5) h giorno 14 Giugno 1799 i Calabresi e il popolaccio Napole-

decreto del dì 13 febbraio 1807 furono aboliti gli ordini
monastici di S. Benedetto e S. Bernardo con le loro fi-
liazioni dei Cassinesi, Virginiani, Olivetani, Certosini, Ca-
maldolesi, Cisterciensi, etc., ed i monaci di S. Severino
lasciarono la bella Badia. In questa furono da prima allo-
gato il Collegio di Marina riordinato con la legge del 18
marzo 1813 (T), e la scuola dei Pilotini, ma alquanti anni
dopo nel 1835 d. Antonio Spinelli dei Principi di Scalea
Sovrintendente degli Archivii del regno fece disegno di
riunire nella Badia le carte di Stato, le quali erano di-
sperse qua e là, nel vecchio palazzo Cuomo nella strada
ora sparita di S. Nicola dei Caserti, nel Banco di S. Eli-
gio, in quello dei Poveri, sotto le soffitte del Castel Ca-
puano (2).
L’egregio gentilomo condusse le pratiche tanto attiva-
mente, che per R. Rescritto del Ministero e Segreteria di
Stato degli affari interni del dì 25 aprile 1835 fu ordinato
di costituirsi l’Archivio di Stato in S. Severino, donde fu
rimossa l’Accademia di Marina, trasferita nel luogo della
Pietà dei Turchini (3).
Intanto i monaci, dopo che nel 1815 Ferdinando I Bor-
bone riebbe il regno, avevano riottenuto parte della Badia,
e quando fu stabilito di riunirvi gli Archivii di Stato, do-
vettero lasciare alcune stanze, ma ebbero in compenso
l’atrio detto del Platano, le stanze intorno, i locali pros-
simi alla chiesa e i giardini (4). Ai monaci di S. Benedetto
fu anche tolto quel poco di monastero loro assegnato,
allorché, costituito il Regno d’Italia, furono aboliti tutti
gli ordini religiosi.
Ho voluto ricordare questi avvenimenti, perchè mi me-
raviglio, che ci siano rimasti gli affreschi delle sale della
Consulta e dei Catasti, e quelle più ragguardevoli e celebri
dell’atrio del Platano, e ci sia pervenuto incolume l’ele-
gante atrio di marmo, costruito nel 1590 (5).
continua.
N. F. Faraglia.

tano assalirono il Monastero di S. Severino sotto il pretesto di giaco-
binismo dei monaci e lo misero a sacco. Dalle Memorie delle disgrazie
sofferte dal Monastero dei SS. Severino e Sossio ecc. Bibl. della Soc. Sto-
rica Napoletana. Ms. XXI, C, 34. In un dispaccio del dì 4 settembre
1799 leggesi, che una pattuglia, che girava per la città nei primi giorni
dell’ingresso delle bande del Cardinale, sorprese un facchino con 3176
ducati del Monastero di S. Severino.Monasteri soppressi, reg. cit.,
num. 5562, f. 154-195.
(1) Bollettino delle leggi e decreti reali 1813, n. 159.
(2) Granito, Legislazione positiva degli Archivii del Regno, 23-123.
(3) Ivi, f. 125.
(4) Rescritto del 5 agosto 1835. Ivi, 127.
(5) A destra dell’entrata, sulla porta, che mette alla Sala della
Consulta leggesi:
PERISTYLIUM HOC AN. CIOIOXCVIII
EXTRUCTUM. AN. AUTEM
CIDIOCCLXXXIII RESTAURATUM.
 
Annotationen