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Napoli nobilissima — 3.1894

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158

NAPOLI NOBILISSIMA

nel 1590, castellano, e di Sancio e Luigi de Leva. E ancora nel 1742
si trova un castellano, spaglinolo, o oriundo spagnuolo, Giovan Fran-
cesco de Espinosa, dei parecchi spagnuoli che coprivano ufficii in Na-
poli al tempo di Carlo III (1).
Una lapide in Monteoliveto ricorda una serie di illustri militari
della famiglia Scala, oriunda spagnuola, a quel che sembra: Andrea
Scala, che seguì nel regno Alfonso d’Aragona; Galzerano Scala, che
militò cinquanta anni per Ferdinando il Cattolico e per Carlo V nelle
Fiandre, in Africa, in Ungheria; e, alla battaglia di Pavia, essendo
vastatorum praefectus, capo dei guastatori, atterrato l’ostacolo di un
muro, perfetto muro qui vittoriani morabatur, fu autore precipuo della
prigionia di Francesco I; e ferito poi a morte, vista la morte di due figli,
morì Livio Scala, che per quaranta anni servì sotto Carlo V e Fi-
lippo II e fu tra i principali nella battaglia di Lepanto. Il monumento
fu posto nel 1636 da Aspreno Scala, figlio dell’ultimo (2).
Tornando alla chiesa di S. Giacomo, troviamo le iscrizioni di Diego
Orioles, valoroso capitano, che sotto Carlo V « cum acerrimis natio-
« nibus Afrorum Gallorumque felicissime decertavit », della moglie
di lui, Porzia Ferreria, 1561; e di Girolamo Xarqui, di Valenza, ca-
stellano del Castello d’Aquila, 1569 (3). Alla Croce di Palazzo, l’iscri-
zione di Pietro Mudarra, spagnuolo, generale di artiglieria di Carlo V
nel regno di Napoli, e continuo del re in Ispagna, che morì nel 1569,
e la tomba gli fu posta dal figlio Alfonso. Nella stessa chiesa, Ga-
briele Tarragona, spagnuolo, « apud Rhodum pluribus honoribus or-
« natus », morto in Napoli, e gli posero la tomba i figliuoli Giacomo
e Silvestro (4).
Nella chiesa di S. Giacomo: iscrizione di Diego Valdes, nativo di
Villaviciosa in Asturia, morto nel 1575, che militò per 40 anni sotto
Carlo V e Filippo II; di Pietro Castiglia, che per 30 anni militò sotto
i re cattolici e morì governatore di Taranto, e di sua moglie Donna
Mencia Cardines (l’iscrizione fu posta nel 1579); di Sancio Sorroza,
nativo di Bilbili (Calatayud?), morto di 58 anni nel 1581, che fu con-
tabile generale {rationes procuravit) di tutta la flotta cristiana di D.
Giovanni d’Austria, e poi soprintendente delle fortezze del regno di
Napoli {totius huius Regni Neap. arcib. ac propugnaculis muniendis
praefectus (5).
Nella chiesa di S. Spirito: Francesco Difonti che fu capitano di
soldati sotto il re Filippo e morì il 13 dicembre 1583(6); D. Martino
Alvarez Ribera, generale delle galee {primus regii navalis praefectus'),
morto 1’8 agosto 1588, e la tomba gli fu posta dal reggente Ribera
suo fratello, che faceva edificare la cappella « sibi suisque et amicis
omnibus »; e sepoltura di D. Vittoria de Magistris (1588), moglie di
Don Stefano di Pisa Osorio, capitano post multos belli labores, e ispet-
tore {praefectus disciplinae) delle milizie spagnuole nel Regno di Na-
poli; il quale ottenne quel posto dalla munificenza di Francesco Al-
varez de Ribera (7). Veramente, fra questo Reggente Ribera che apriva
la tomba sibi suisque et amicis omnibus, e il Duca di Gravina Ferdi-
nando Orsini, che metteva una simile iscrizione di offerta sul suo
splendido palazzo, ognuno preferirà il secondo!
Curiosa è l’iscrizione della tomba dei fratelli Salines in S. Gia-
como. « Servendo valorosamente Carlo V imperatore e Filippo re,
morirono cinque fratelli Salines, nativi di Burgos in Ispagna... ».

(1) Chiarini in Celano, IV.
(2) De Lellis, Agg,, p. 221.
(3) Nella stessa cappella, la moglie Elvira Osorio e il figlio Pietro Xarqui.
D’Encenio, p. 539.
(4) D’Encenio, p. 557.
(5) D’Encenio, pp. 533, 535, 559.
(6) De Lellis, p. 242.
(7) D’Encenio, p. 549.

Il primo, professore di filosofia e musica nell’università di Salamanca,
morì di febbre; il secondo, Martino, capitano, morì di consunzione
per le fatiche sostenute nella guerra di Fiandra; altri due, Bernardino
e Pietro, entrambi alfieri {signiferi), morirono, pari fato, in guerra, di
colpi di fucile: l’uno Germaniae in Mutinensis urbis expugnatione, l’al-
tro, Fiorentini Campaniae in Albani ducis expeditione; il quinto ....
Ma del quinto non si parla: Giovanni Ortega, carceriere maggiore di
Napoli, pose per sè e i fratelli nel 1590 (1).
Nella chiesa di S. Spirito, la cappella edificata nel 1598 da Fran-
cesco Diez Daux, di nobilissima famiglia spagnuola — dice l’iscri-
zione — che splende per lunga serie d’eroi in Daroca città d’Aragona,
il quale per quarant’anni servì in pace e in guerra il re Filippo II in Ita-
lia e l’imperator Massimiliano in Germania e in Ungheria, e nel re-
gno di Napoli fu continuo {praetorianae militine ascriptus) dei viceré
Duca d’Ossuna e Conte di Miranda, e capitano della guardia alemanna
{theutonicae cohortis praefectura decoratus) (2). Nella stessa chiesa, la
memoria di un Ferdinando Ortiz Calderon, alfiere, morto il 1602 (3).
Nella chiesa della Solitaria: lapide a Francesco di Valdes, che per
circa 50 anni combattè valorosamente nelle Fiandre sotto Filippo II
e fu fatto generale, postagli il 1603 dalla figliuola Francesca sposa di
Don Blasco de Avalos y Ayala, capitano di spagnuoli (4).
Nella chiesa di S. Giacomo: Alfonso de Vega, nativo di Valli So-
ldi in Ispagna, servì nella spedizione di Germania sotto Carlo V, De-
vodocri apud Lemos, poi nel regno di Napoli quale continuo, fu uno
dei sei governatori della chiesa di S. Giacomo, e morì ottuagenario:
gli pose il monumento nel 1605 D. Bernardino Ramirez de Montalvo,
presidente della R. Camera, uno degli eredi (5).
Nella chiesa della Solitaria: Alvaro Gonzales de Santa Cruz, di
Burgos, entretenido (pensionato) por su Magestad, il quale « despues
« de haver servido a su rey quarenta anos en los estados de Pian-
te des y en otras muchas ocasiones y en este Reyno en officios de
« mucha qualidad », morì il 12 gennaio 1610(6).
In S. Spirito di Palazzo: D. Miguel de Vilchey, tenente generale
dell’artiglieria nel regno di Napoli, che servì 31 anni il Re « con
« todo valor y fidelidad », e morì di 63 anni il 5 giugno 1611 (7).
In S. Giacomo degli Spagnuoli, nella cappella della famiglia Ortiz,
edificata il 1591 da Diego Ortiz: si legge l’iscrizione della sepoltura,
fatta per sè e suoi eredi nel 1615 da Alonso Ortiz « capitan entre-
tenido por el Rey nuestro senor » (8).
Nella Solitaria: sepolcro di Garcia Pena de Quinones (f 1615),
nativo della città di Toro, « entretenido por su Magestad » (9).
In S. Spirito: Giovanni de Goni, comandante di navi, morto a
76 anni il 9 gennaio 1624: gli pose il monumento il figliuolo Fr. Pie-
tro de Goni, maestro di sacra teologia, priore di S. Spirito (io).
A S. Maria degli Angeli: il Capitano Francesco Picarte, della città
di Cocentayna nel regno di Valenza, morto il 27 gennaio 1625: aveva
per moglie D." Vittoria Carabaxas (11).
Nella stessa chiesa: D. Geronimo de Oloriz y Assaya, cavaliere
d’Alcantara, capitano di fanteria spagnuola, cavallerizzo del viceré Duca
di Alba e gentiluomo della sua camera, morto ai 18 maggio 1628 (12).

(1) D’Encenio, p. 536.
(2) D’Encenio, p. 544.
(3) D’Encenio, p. 546.
(4) D’Encenio, pp. 560-1.
(5) D’Encenio, p. 579.
(6) D’Encenio, pp. 560-1.
(7) De Lellis, p. 242.
(8) D’Encenio, p. 542.
(9) D’Encenio, pp. 560-1.
(10) De Lellis, p. 241.
(11) De Lellis, p. 277.
(12) De Lellis, p. 237.
 
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